Battaglia di Cissa: differenze tra le versioni

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;Fonti storiografiche moderne:
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* {{Cita libro|autore=Giovanni Brizzi|wkautore=Giovanni Brizzi|titolo=Storia di Roma. 1. Dalle origini ad Azio|anno=1997|editore=Patron|città=Bologna|ISBN=978-88-555-2419-3|cid=Brizzi 1997|lingua=italiano}}
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* {{Cita libro|autore=Giovanni Brizzi|wkautore=Giovanni Brizzi|titolo=Scipione e Annibale, la guerra per salvare Roma|anno=2007|editore=Laterza|città=Bari-Roma|ISBN=978-88-420-8332-0|cid=Brizzi 2007|lingua=italiano}}
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* {{cita libro|autore=Guido Clemente|titolo=La guerra annibalica|opera=Storia Einaudi dei Greci e dei Romani|editore=Il Sole 24 ORE|città=Milano|anno=2008|volume=XIV|cid=Guido Clemente 2008|lingua=italiano}}
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* {{cita libro|autore=Theodor Mommsen|wkautore=Theodor Mommsen|titolo=Storia di Roma antica|volume=vol.II|editore=Sansoni|città=Milano|anno=2001|ISBN=978-88-383-1882-5|cid=Mommsen 2001|lingua=italiano}}
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* {{cita libro|autore=André Piganiol|wkautore=André Piganiol|titolo=Le conquiste dei romani|editore=Il Saggiatore|città=Milano|anno=1989|lingua=italiano|cid=Piganiol 1989}}
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* {{cita libro|autore=Howard H.Scullard|titolo=Storia del mondo romano. Dalla fondazione di Roma alla distruzione di Cartagine|editore=BUR|volume=vol.I|città=Milano|anno=1992|ISBN=978-88-171-1572-2|cid=Schullard 1992|lingua=italiano}}
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Versione delle 19:01, 30 set 2014

Battaglia di Cissa
parte della Seconda guerra romano-punica
Le prime fasi della guerra in Spagna (218-217 a.C.)
Data218 a.C.
LuogoCissa, odierna Spagna
EsitoVittoria romana
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
20.000 fanti
2.200 cavalieri
10.000 fanti[1]
1.000 cavalieri
Perdite
Ignote
comunque lievi
6.000 uccisi
2.000 prigionieri
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Template:Campagnabox Seconda guerra romano-punica

La battaglia di Cissa fu la prima combattuta tra Romani e Cartaginesi sul suolo spagnolo. Fu combattuta nell'autunno del 218 a.C. vicino alla città di Cissa, poco a sud di Tarraco (nel territorio dei Cessetani) tra l'esercito romano di Gneo Cornelio Scipione Calvo e l'armata cartaginese, che Annibale aveva lasciato come presidio a nord del fiume Ebro.

Antefatti

Lo stesso argomento in dettaglio: Seconda guerra romano-punica.
Cartaginesi

Annibale, prima di cominciare la marcia per l'Italia, distaccò dal suo esercito 10.000 fanti e 1.000 cavalieri e li assegnò ad Annone, ed insieme gli lasciò i bagagli di tutti coloro che partivano con lui. Ad Annone poi lasciò il comando di tutti i territori a sud del fiume Ebro e lo fece governatore dei Bargusi, con pieni poteri, poiché era di questo popolo che dubitava soprattutto, in quanto erano simpatizzanti dei Romani.[1]

Romani

A Publio Cornelio Scipione, padre dell'Africano, ed al fratello Gneo Cornelio Scipione era stata assegnata la Spagna[2] con due legioni e le forze degli alleati (pari a 22.000 fanti), 2.000 cavalieri e una sessantina di navi. Richiamato poco dopo Publio Scipione a causa dell'avanzata di Annibale verso l'Italia, solo Gneo poté proseguire il piano bellico.[3] Giunto in Spagna, Gneo aveva riconquistato Emporion, colonia greca di Massalia (Marsiglia), e si era diretto con i suoi 24.000 uomini verso l'Ebro. Egli trattò con grande benevolenza le popolazioni che lo accoglievano, prendendosi cura di loro. Dopo aver garantito la sicurezza delle popolazioni sottomesse, marchiò verso l'interno. Contemporaneamente era riuscito a raccogliere attorno a se un notevole contingente di forze alleate tra gli Iberi. Quelle città che non si sottomettevano, le prendeva con la forza.[4]

La battaglia

Gneo Cornelio Scipione Calvo affrontò i Cartaginesi a Cissa in una battaglia campale e ne uscì vincitore, impossessandosi di una grande quantità di ricchezze, dal momento che in loro custodia erano stati lasciati tutti i bagagli delle truppe partite per l'Italia.[5] Rese quindi amiche ed alleate di Roma tutte le popolazioni che si trovavano a nord dell'Ebro e riuscì a prendere vivi il generale dei Cartaginesi, Annone, e quello degli Iberi, Indibile, che era il sovrano indiscusso di tutte le le regioni interne dell'Iberia.[6]

Conclusione

Gneo riuscì a consolidare la sua posizione a nord del fiume Ebro, mentre Asdrubale arrivò troppo tardi per aiutare Annone, ma in ogni caso attraversò il fiume e con una forza di 8.000 fanti e 1.000 cavalieri riuscì a sorprendere i legionari romani e a distruggere 25 navi romane, riducendone il numero da 60 a sole 35. Quindi si ritirò, pronto a fortificare i suoi territori a sud dell'Ebro, e andando a svernare a Nova Carthago.[7] Gneo, raggiunta la flotta, dopo aver punito i responsabili della sconfitta subita contro Asdrubale, andò a svernare a Tarraco (Tarragona), dove distribuì ai soldati il bottino.[8]

Note

  1. ^ a b Polibio, III, 35, 4-5.
  2. ^ EutropioBreviarium ab Urbe condita, III, 8.
  3. ^ Polibio, III, 49, 1-4.
  4. ^ Polibio, III, 76, 1-4.
  5. ^ Polibio, III, 76, 5.
  6. ^ Polibio, III, 76, 6-7.
  7. ^ Polibio, III, 76, 8-11.
  8. ^ Polibio, III, 76, 12-13.

Bibliografia

Fonti primarie
Fonti storiografiche moderne

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