Coordinate: 41°57′17″N 12°56′16″E

Trebula Suffenas: differenze tra le versioni

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== Storia ==
== Storia ==

Versione delle 14:10, 21 ago 2014

Trebula Suffenas
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
ComuneCiciliano
Amministrazione
EnteSoprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio
Mappa di localizzazione
Map

Trebula Suffenas è un sito archeologico sito nel territorio dell'odierna Ciciliano[1], a sud-est di Tivoli, in provincia di Roma, regione Lazio.

Storia

Trebula era una città dei Suffenates, popolazione appartenente alla stirpe degli Equi.

In loco furono trovati materiali appartenenti all'epoca paleolitica e neolitica (di quest'epoca rimane una piccola ascia levigata).

Successivamente, alcune fonti riportano che la zona, durante l'età del bronzo ed l'eneolitico, divenne centro di approvvigionamento idrico, indi nell'età del ferro, era interessata da tratturi che riconducevano a Tibur e Praeneste.

Durante l'epoca romana fu annessa a Roma causa rotte dei romani verso le zone degli Equi divenne, nel I secolo a.C., municipio romano.

La città venne tenuta da 2 meddiss, che, dai romani furono, in seguito, chiamati duumviri.

La zona di assoggettamento di Trebula andava dagli "Arci" di Tivoli fino a Pisoniano e da Monte spina alla zona di Marano Equo.

Secondo alcune fonti non ben accertate asseriscono con riserva di sicurezza che vi era, sempre in epoca romana, una prefettura. Una delle più potenti famiglie di Trebula (i Plauti Silvani famiglia che poteva contare numerosi magistrati romani), fece costruire delle terme con tanto di frigidarium absidato contenente il mosaico raffigurante il mito di Elle e Frisso.

Durante le invasioni barbariche i Suffenates dovettero arroccarsi sopra il colle Caecilianum formando così una quindicina comunità nell'Alto Medioevo, di seguito gli accertati:

  • Sant'Eleuterio.
  • Fondo "Miniano".
  • Fondo "Capra molente".
  • Fondo "Castaniola".
  • "Baccareccia" o "Vaccareccia", nome dall’allevamento di bovini.
  • Fondo "Orilliano".
  • Fondo "Asperta" presso Sambuci.
  • Fondo "Burbano" o "Bovarano", nome derivante dai bovari che vi risiedevano.
  • Il castello o "Rocca", in quanto constava di una semplice una torre sita presso il Giovenzano.
  • "Civitas Noae" o "Città Nuova".
  • Rocca d'Elci, roccaforte di militari al servizio del signorotto di passaggio.
  • "Vigilianum", il nome deriverebbe da alcuni militari che sorvegliavano la zona.
  • Fondo "Ponticello" con l’annessa chiesa di San Giovanni.
  • Chiesa di San Valerio.
  • "Colle Ferrari" il quale consta della chiesa di San Magno.

Tutti questi centri esistevano certamente fino all'inizio del XII secolo, epoca in cui Roma non sopportò più le mire espansionistiche di Tivoli e dei suoi abitanti e pian piano cominciò man mano a distruggere le fonti di ricchezza trovatesi nelle 15 località di cui sopra ne sterminò poi gli abitanti (inteso delle 15 località) nonostante l'opposizione del vescovo tiburtino Guido (ucciso nel 1154 dai romani vista la sua caparbietà nel difendere i centri di Trebula).
In seguito la città non fu mai più ricostruita in favore della nuova edificazione romana di Tivoli.

Note

  1. ^ (EN) Lily Ross Taylor, Trebula Suffenas and the Plautii Silvani, collana Memoirs of the American Academy in Rome, Volume 24, Roma, American Academy, 1956, pp. 13-14.

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