Madruzzo: differenze tra le versioni
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G.B di Crollalanza, ''Dizionario storico - blasonico delle famiglie nobili e notabili estinte e fiorenti'' Arnaldo Forni Editore. |
G.B di Crollalanza, ''Dizionario storico - blasonico delle famiglie nobili e notabili estinte e fiorenti'' Arnaldo Forni Editore. |
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Versione delle 09:46, 25 ott 2012
Madruzzo è un cognome della nobiltà trentino-tirolese tratto dal Castel Madruzzo di Lasino, in Valle dei Laghi, adottato da due famiglie distinte che ne avevano la signoria. Una riconobbe per capostipite un Gumpone, firmatario di due documenti uno datato 1159 e l'altro 1160, che tenne il possesso di Madruzzo fino al XIV secolo, quando il suo ramo si estinse. La seconda famiglia si estinse nel 1658, fu una diramazione dei signori di Denno e Nanno, ebbe per capostipite un Cristoforo, oltre ai territori di Madruzzo ebbero giurisdizione con titolo baronale dei vicariati della Val Lagarina e della contea di Challant.
Storia
Per la loro collocazione geografica la famiglia risultava da un lato collegata al potere imperiale degli Asburgo (che favorirono matrimoni con i Fugger di Augusta e gli Altemps) ma dall'altro, grazie soprattutto alla carriera ecclesiastica di molti suoi membri, erano legati alla Chiesa ed alla nobiltà italiana (matrimoni con i Gonzaga e con i Medici). Dal punto di vista politico i Madruzzo crebbero notevolmente d'importanza a partire dal XVI secolo, quando ben quattro dei membri della famiglia, tra il 1539 ed il 1658, riuscirono ad ottenere il Principato vescovile di Trento in successione ininterrotta, quasi in sequenza dinastica. Questi principi vescovi di Trento furono:
- Cristoforo Madruzzo 1539 - 1567; Vescovo e principe di Trento nel 1539, cardinale nel 1545.
- Ludovico Madruzzo 1567 - 1600; cardinale nel 1561
- Carlo Gaudenzio Madruzzo 1600 - 1629; cardinale nel 1604.
- Carlo Emanuele Madruzzo 1629 - 1658.
Con la morte nel 1658 del vescovo Carlo Emanuele la famiglia si estinse.
Arma: Inquartato, nel primo e nel quarto bandato d'azzurro e d'argento; nel secondo e nel terzo di nero, a cinque monti uniti d'argento, caricati di un capriolo di rosso, sul tutto di rosso, spaccato dello stesso, a due pali d'argento.[1]
Note
- ^ G.B di Crollalanza, Dizionario storico - blasonico delle famiglie nobili e notabili estinte e fiorenti volume II pagina 44, Arnaldo Forni Editore
Bibliografia
G.B di Crollalanza, Dizionario storico - blasonico delle famiglie nobili e notabili estinte e fiorenti Arnaldo Forni Editore.
Collegamenti esterni
- Mauro Nequirito, Una dinastia al governo del principato, in Percorsi di storia trentina, Trentino Cultura. URL consultato il 28-9-2010.