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Incendio della Casa dei sindacati di Odessa: differenze tra le versioni

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Disambiguazione – "Strage di Odessa" rimanda qui. Se stai cercando il massacro di ebrei del 1941, vedi Massacro d'Odessa.
Incendio della Casa dei sindacati di Odessa
incendio
TipoIncendio durante scontri fra fazioni politiche opposte
Data2 maggio 2014
LuogoCasa dei sindacati di Odessa
StatoBandiera dell'Ucraina Ucraina
Oblast'  Odessa
HromadaOdessa
Coordinate46°27′57.19″N 30°44′36.05″E
Conseguenze
Morti42
Feriti174

L'incendio della Casa dei sindacati di Odessa si verificò il 2 maggio 2014 a Odessa, in Ucraina, a seguito di violenti scontri armati fra fazioni di militanti filo-russi e di sostenitori del nuovo corso politico ucraino determinatosi nel paese dopo le proteste di Euromaidan. L'incendio ha causato la morte di 42 persone[1][2][3], tra manifestanti filo-russi e persone che si trovavano fortuitamente nell'edificio.[4]

Antefatti

Proteste dei filo russi del 1° maggio 2014
Lo stesso argomento in dettaglio: Proteste filorusse in Ucraina del 2014.

Nel clima di tensione generatosi in Ucraina all'indomani della rivoluzione ucraina del 2014, che aveva portato alla fuga del presidente filo-russo Viktor Janukovyč, a Odessa come nelle altre principali città del paese si tennero numerose manifestazioni, sia da parte di gruppi "federalisti" di orientamento filo-russo e perciò contrari al nuovo governo filo-europeista, sia da parte di gruppi pro-unità (o "pro-Maidan") di opposta impostazione. Le prime manifestazioni non furono segnate da particolari episodi di violenza.[5]

Il 2 maggio 2014, in vista di un incontro di calcio fra la locale squadra Futbol'nyj Klub Čornomorec' e la Metalist Charkiv, gruppi di tifosi di entrambe le squadre, insieme ad attivisti locali pro-Maidan, programmarono un corteo politico pro-unità per le ore 15. Tra i partecipanti, sarebbero stati presenti anche estremisti del Pravyj Sektor[6] e membri delle cosiddette unità di autodifesa.[1] Intanto, nelle settimane precedenti gli attivisti anti-Maidan avevano allestito un accampamento di protesta nella centrale piazza Kulykove, nei pressi della Casa dei Sindacati, un edificio di cinque piani sede regionale della federazione sindacale.[7] Per impedire la manifestazione pro-unità, a poca distanza si erano radunati circa 300 attivisti anti-Maidan.[1] Entrambe le fazioni includevano persone armate di asce, bastoni e armi da fuoco e protette da scudi, maschere ed elmetti.[1]

Nonostante la polizia avesse annunciato un rafforzamento del pattugliamento delle strade[1], non fu sufficiente ad impedire gli scontri, che si verificarono a partire dalle 15:20, quando i manifestanti filo-russi attaccarono il corteo di circa 2000 persone dirette verso lo stadio.[5] Seguirono lanci di sassi da entrambe le parti, che degenerarono provocando sei morti per colpi di arma da fuoco.[2][3][5]

Dinamica degli eventi

Non appena si diffuse la notizia dell’attacco da parte dei manifestanti filo-russi, tramite i social network i manifestanti filo-Maidan stabilirono di recarsi a piazza Kulykove per distruggere il campo anti-Maidan.[8] Intorno alle 18:50, trovandosi in netto svantaggio numerico, i manifestanti filo-russi si introdussero nella Casa dei sindacati, che si affaccia sulla piazza, bloccandone gli accessi ed erigendo barricate. Nel frattempo i manifestanti pro-Maidan avevano preso il controllo della piazza e distrutto il campo allestito dagli oppositori.[3][9][10][11] Ne seguì un violento scontro, con lanci di pietre e bombe molotov da entrambe le parti e colpi di arma da fuoco dal tetto dell'edificio occupato.[5][6]

Sull’esatta sequenza degli eventi successivi i resoconti però non collimano, anche a causa della diffusione, tramite i social network, di notizie false.[12] BBC News riferì di una situazione confusa, nella quale entrambe le fazioni lanciavano molotov.[13] Il Kyiv Post riferì il lancio di diverse bottiglie incendiarie da parte dagli attivisti pro-unità verso l’ingresso principale e le finestre del secondo e del quarto piano.[14] Secondo l’agenzia di stampa indipendente dell'Ucraina (UNIAN), il lancio di molotov verso l'edificio da parte dei manifestanti pro-Maidan iniziò dopo che i filo-russi assediati avevano iniziato a sparare colpi di arma da fuoco.[15]

Una delle sale incendiate

Intorno alle 19:45 un incendio si sviluppò in più punti dell'edificio, probabilmente a partire dal secondo o dal terzo piano[7], per poi diffondersi rapidamente facilitato dalla struttura stessa dell'immobile.[3] Sulle responsabilità dell'innesco e la dinamica dell'incendio sussistono divergenze significative fra le varie parti. Secondo l'indagine ufficiale del Ministero dell’Interno ucraino è probabile che l'incendio sia stato provocato accidentalmente dagli stessi occupanti mentre dal tetto sparavano e lanciavano molotov verso gli assalitori sottostanti.[16]. Viceversa, in base alla ricostruzione delle fonti russe il rogo sarebbe stato innescato dal lancio di bottiglie Molotov dall'esterno.[12][17]

Benché i vigili del fuoco avessero una sede operativa poco distante[1] e fossero in allerta già prima dello scoppio dell'incendio,[8] la loro risposta alle richieste di intervento non fu rapida. Giunsero infatti circa 40 minuti[5] dopo l'inizio dell'incendio. Secondo il rapporto ufficiale, i 51 soccorritori, in tredici squadre, furono impossibilitati a intervenire a causa della folla attorno all’edificio.[7] La polizia antisommossa, pur presente, non intervenne.[1]

Nel panico, diverse persone rimaste dentro l'edificio in fiamme si lanciarono dalle finestre. Alcuni fra i manifestanti pro-Unità tentarono di aiutare gli occupanti ad uscire con l'ausilio di scale o corde, mentre altri tentarono di aggredire e linciare i sopravvissuti.[1][3][14] Alcune persone presenti nella piazza cantavano slogan antirussi, inneggiando alla morte al rogo delle persone che si trovavano nell'edificio.[18] I manifestanti locali pro-Maidan hanno affermato che nessuno del movimento di Odessa conosceva le persone che sono state viste cantare tali slogan fuori dall’edificio in fiamme.[19][Perché è utile?]

Nell'incendio trovarono la morte 42 persone (34 uomini, 7 donne e un ragazzo di diciassette anni), 32 delle quali intossicate e altre 10 nel tentativo infruttuoso di lanciarsi dall'edificio in fiamme. La maggior parte delle vittime erano manifestanti filo-russi, i restanti persone del tutto estranee alle manifestazioni in quanto si trovavano fortuitamente all'interno dell'edificio al momento della sua occupazione e poi dell'incendio.[4] Altre 247 persone ricorsero a vario titolo all'assistenza sanitaria, ma è presumibile che molte altre evitarono di farlo per paura di ritorsioni.[1]

Indagini giornalistiche

Una dettagliata cronologia degli eventi fu compilata dal "Gruppo del 2 maggio", un'organizzazione di 13 giornalisti ed esperti locali che hanno indagato sulla tragedia su base volontaria.[20] La prima versione della cronologia è stata pubblicata nel 2014,[21][22] e un aggiornamento nel 2016.[23] Secondo il Guardian, la maggior parte di ciò che si sa oggi sulla tragedia è merito dell'indagine del "Gruppo del 2 maggio" basata sull'analisi di filmati amatoriali e interviste a testimoni.

Sviluppi successivi

Subito dopo gli eventi, in Ucraina furono proclamati due giorni di lutto nazionale.[17] La polizia procedette a diversi arresti, fra i quali anche 63 manifestanti anti-Maidan usciti illesi dagli scontri e successivamente scarcerati, in circostanze non del tutto chiare, durante un attacco di filo-russi al quartier generale della polizia.[24]

Il governatore dell'oblast' di Odessa, Volodymyr Nemyrovsky, dichiarò a caldo che gli scontri avrebbero potuto essere evitati se la polizia avesse adempiuto ai propri doveri, accusandola di aver fomentato lo scontro e accettato tangenti per sostenere le posizioni separatiste. Diversi poliziotti erano stati visti indossare le fasce rosse indossate dai rivoltosi filo-russi.[25]

L'indomani, il ministro dell'interno Arsen Avakov diede conto di 172 arresti, per lo più cittadini russi residenti in Transnistria ai quali furono confiscate armi e miscele incendiarie.[26] La presenza degli stranieri sia tra gli arrestati sia tra le vittime, che attestava una pianificazione degli scontri, fu confermata dal vice-primo ministro Vitaly Yarema. Secondo il servizio di sicurezza ucraino (SBU), vi era stata la partecipazione di "gruppi militari illegali" e mercenari coordinati in Transnistria da gruppi sovversivi russi e finanziati da ex membri del governo di Yanukovich[26][27] con l'obiettivo di destabilizzare l'Ucraina meridionale.[28]

Il ministero dell'interno attribuì pesanti responsabilità degli scontri anche ad amministratori locali, tra i quali consiglieri comunali, funzionari pubblici e forze dell'ordine.[29] I vertici della polizia locale furono estromessi e venne annunciata la formazione di una nuova forza di polizia speciale a base civile denominata "Kiev-1" con funzioni di ordine pubblico.[30][31]

Reazioni internazionali

Il ministero degli esteri russo attribuì l'incendio alla criminale irresponsabilità del governo ucraino, reo di sostenere le campagne di terrore dei nazionalisti radicali ai danni dei russofoni.[32] Il deputato della Duma russa Leonid Sluckij (PLDR) ha paragonato questo incidente a un crimine nazista.[33]

Al contrario, per il presidente ucraino facente funzione, Turchynov, i fatti di Odessa erano conseguenza dei tentativi russi di destabilizzare l'Ucraina[34]. Secondo il capo del suo staff, il servizio di sicurezza federale russo (FSB) aveva armato militanti filo-russi per provocare gli scontri e distogliere l'attenzione dalle operazioni in Ucraina orientale.[27][35]

Indagini

Le indagini ed i procedimenti avviati dalla giustizia ucraina si sono rivelati particolarmente lenti e lacunosi e non in linea con gli standard giuridici europei.[3] In particolare un solo capo di imputazione per omicidio è stato effettivamente contestato (nei confronti di un militante pro-unità che avrebbe sparato ad uno dell'opposta fazione), mentre nessuno degli altri procedimenti è giunto a sentenza.[5]

Chi ha dato fuoco alla Camera dei sindacati non è stato identificato.[36]

Indagini preliminari e arresti

Il ministero dell'Interno (MVS) annunciò che tra gli organizzatori del conflitto che erano stati arrestati, almeno tre erano cittadini della Federazione Russa. Tra di loro si Evgeny Mefedov, da Yoshkar-Ola; Andrei Krasilnikov, di Nizhny Novgorod; e Alexander Zolotashko.[27] La SBU ha quindi identificato altri cittadini russi arrestati: Boris Demylov; Sergei Pavlov; Alexander Vdovin; Sergei Sidorenko; e Dmitri Bormotov, di Evenk Autonomous Okrug.[37]

L'attivista pro-Maidan Sergei Khodiak fu ufficialmente accusato di omicidio, ma fu posto agli arresti.[20] Fu rilasciato dopo due giorni di detenzione a causa delle pressioni in tribunale di altri attivisti di Euromaidan. Sebbene l'indagine preliminare sia stata completata nell'agosto 2015, a maggio 2016 il processo non era ancora iniziato.[36][38] Nessuno degli attivisti di Euromaidan era agli arresti nel marzo 2016[39] e nel maggio 2017 Allo stesso tempo, circa una dozzina di sostenitori anti-Maidan furono detenuti per almeno due anni. Alcuni di loro lanciarono uno sciopero della fame. Un attivista anti-Maidan Igor Astakhov morì dopo due anni di detenzione per uno scompenso cardiaco.[40] Tre anni dopo gli eventi, cinque sostenitori anti-Maidan erano rimasti in custodia.[41]

Un attivista di Euromaidan Vsevolod Goncharevskii fu accusato di aver picchiato persone che si sono buttate dalle finestre della Camera dei sindacati. Fu arrestato nell'agosto 2014, ma il tribunale ha deciso di rilasciarlo un mese dopo. Nel 2015 il tribunale riprese le indagini contro di lui, ma nell'ottobre 2016 Goncharevskii era ancora libero e partecipò alle operazioni militari contro i separatisti.[42][43]

Cloroformio

Pochi giorni dopo, l'allora candidato alla presidenza Petro Poroshenko dichiarò ai giornalisti, di una sessione chiusa del parlamento, che vi erano prove della collocazione di "sostanze tossiche" nella Casa dei sindacati, per facilitare un aumento del bilancio delle vittime,[44] e che gli eventi erano stati organizzati in anticipo da Funzionari russi e locali.[45]

Durante le indagini in corso, il 19 maggio il viceministro degli Interni e l'investigatore capo dell'Ucraina Vitaliy Sakal riferirono ai giornalisti che nell'edificio erano state trovate tracce di cloroformio e che 32 morti nell'edificio erano da attribuirsi all'inalazione di una sostanza non ancora identificata. Sakal aggiunse che la miscela contenente cloroformio era rimasta nell'edificio dei sindacati per diversi giorni. Sakal disse che era in corso un'indagine per determinare l'origine della sostanza e che gli investigatori ucraini sollecitarono l'ambasciata israeliana a fornire professionisti qualificati per assistere gli specialisti ucraini in questo senso.[29]

Tribunale di Čornomors'k

Nel settembre 2017, il tribunale della città di Čornomors'k dell'Oblast 'di Odessa concluse che tutte le 19 persone accusate di partecipare agli scontri su Hrteska ploshcha, non erano colpevoli. Il tribunale criticò l'accusa di essere prevenuta nei confronti degli attivisti anti-Maidan e per la scarsa qualità delle indagini.[46][47] Cinque attivisti anti-Maidan che erano rimasti in custodia per 3 anni e mezzo ricevettero l'ordine di essere rilasciati. Tuttavia, due di loro furono immediatamente arrestati di nuovo dalla SBU con nuove accuse relative a un pacifico raduno automobilistico anti-Maidan nel marzo 2014.

Pressione sui tribunali

L'autorità giudiziaria ucraina è sottoposta a forti pressioni, ad esempio quando il 27 novembre 2015 il tribunale distrettuale Malynovskyi di Odessa concesse il rilascio su cauzione a cinque detenuti anti-Maidan, in risposta circa 50 attivisti nazionalisti che bloccarono la struttura di detenzione perquisendo tutti i veicoli per il rilascio dei detenuti, fecero pressioni sull'accusa per presentare appello, bloccando il giudice della Corte d'Appello della regione di Odessa nel suo ufficio, esortandolo a accettare l'appello e costringere i giudici del tribunale distrettuale di Malynovskyi a dimettersi. In pochi giorni la decisione di liberare i detenuti fu annullata, in violazione del diritto processuale.[48][49][50] Il 10 marzo 2016, gli imputati "anti-Maidan" furono attaccati da attivisti di Euromaidan vicino all'edificio del tribunale, portando al ricovero uno di loro.[38][39] Secondo l'OHCHR, in aula si potevano individuare fino a 50 attivisti aggressivi di Euromaidan e la polizia non fu in grado di proteggere le persone coinvolte nel procedimento. Due tribunali distrettuali di Odessa si rifiutarono di esaminare il caso perché i giudici erano stati intimiditi.

L'ONU OHCHR riferì nel 2018 della mancanza di progressi nelle indagini sulle molestie e sulle pressioni sui giudici che si occupavano dei casi di disordini di massa da parte degli attivisti di Euromaidan, nonostante l'identificazione di alcuni presunti autori da parte delle vittime o dei testimoni.[51]

Inchieste internazionali

Per la ricostruzione dei fatti, l'Alto Commissario per i Diritti Umani dell'Organizzazione delle Nazioni Unite diffuse un rapporto il 15 giugno 2014, che riporta le osservazioni dell'Human Rights Monitor (HRMMU).[1]

A riguardo, anche il Consiglio d'Europa costituì un apposito Comitato consultivo internazionale[52] chiamato a supervisionare le indagini giudiziarie ucraine, che concluse i suoi lavori nel 2015. Nell'ambito del rapporto finale furono evidenziate significative carenze nell'organizzazione della risposta di polizia e vigili del fuoco all'emergenza e confermate quelle relative alle indagini giudiziarie sull'evento.[52]

Almeno un caso fu portato alla Corte europea dei diritti dell'uomo da una madre il cui figlio è morto negli scontri.[53]

L'ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani affermò nel suo rapporto del 2016: "i procedimenti penali... sembrano essere stati avviati in modo parziale. Finora sono stati perseguiti solo attivisti del campo "pro-federalismo", mentre la maggioranza delle vittime erano sostenitori del movimento "pro-federalismo". [...] Le indagini sulle violenze sono state affette da carenze istituzionali sistemiche e caratterizzate da irregolarità procedurali, che sembrano indicare una riluttanza a indagare e perseguire realmente i responsabili.[36]

Note

  1. ^ a b c d e f g h i j (EN) Ufficio dell'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani, Report on the human rights situation in Ukraine 15 June 2014 (PDF), su ohchr.org, 15 giugno 2014. URL consultato il 29 marzo 2022.
  2. ^ a b (EN) How did Odessa's fire happen?, su bbc.org, BBC, 6 maggio 2014. URL consultato il 29 marzo 2022.
  3. ^ a b c d e f (EN) International Advisory Panel, IAP report on Odesa events (PDF), su coe.int, 4 novembre 2015. URL consultato il 30 marzo 2022.
  4. ^ a b (EN) Accountability for killings in Ukraine from January 2014 to May 2016 (PDF), Office of the United Nations - High Commissioner for Human Rights, p. 26. URL consultato il 29 marzo 2022.
  5. ^ a b c d e f (EN) 7 years with no answers. What is lacking in the investigations of the events in Odesa on 2 May 2014?, su un.org, ONU, 30 aprile 2021. URL consultato il 30 marzo 2022.
  6. ^ a b (EN) Howard Amos e Harriet Salem, Ukraine clashes: dozens dead after Odessa building fire, in The Guardian, 2 maggio 2014. URL consultato il 30 marzo 2022.
  7. ^ a b c (UK) В Доме профсоюзов в Одессе найдено 36 трупов – ГСЧС [Trovati 36 cadaveri nella Casa dei sindacati a Odessa], Ukrainian Independent Information Agency, 3 maggio 2014 (archiviato dall'url originale il 3 maggio 2014).
  8. ^ a b (EN) Elena Rykovtseva, Odesa Dispatch: 'Some Murders Are Announced', Radio Free Europe/Radio Liberty, 3 maggio 2014 (archiviato dall'url originale il 3 maggio 2014).
  9. ^ (UK) В Одессе проукраинские активисты ликвидировали лагерь сепаратистов [A Odessa gli attivisti pro-Maidan hanno disperso un accampamento di separatisti], Ukrainian Independent Information Agency, 2 maggio 2014 (archiviato dall'url originale il 2 maggio 2014).
  10. ^ (EN) Howard Amos, Dozens reported dead after Odessa building fire, in The Guardian, 2 maggio 2014 (archiviato il 3 maggio 2014).
  11. ^ (EN) How did Odessa's fire happen?, BBC News, 6 maggio 2014 (archiviato l'11 settembre 2019).
  12. ^ a b (EN) Catherine A. Fitzpatrick, Russia This Week: News and Social Media Coverage of Tragic Deaths in Odessa (28 April-4 May), in The Interpreter Magazine, 4 maggio 2014 (archiviato dall'url originale l'8 gennaio 2015).
  13. ^ (EN) BBC News, Dozens killed in Odessa fire amid clashes, 2 maggio 2014 (archiviato il 3 maggio 2014).
  14. ^ a b (EN) Sergiy Dibrov, What really happened in Odessa: A step-by-step reconstruction of a tragedy that killed 46 people, in Kiyv post, 4 maggio 2014.
  15. ^ (UK) Как горел Дом профсоюзов в Одессе [Come è bruciata la Casa dei sindacati di Odessa], su unian.net, Ukrainian Independent Information Agency, 4 maggio 2014 (archiviato il 5 maggio 2014).
  16. ^ (EN) Police say pro-Russians accidentally set fatal Odessa fire with Molotov cocktails, Kyiv Post, 3 maggio 2014. URL consultato il 30 marzo 2022 (archiviato il 3 maggio 2014).
  17. ^ a b (EN) Igor Rozin, Odessa observes ‘days of mourning’, in Russia Beyond, 5 maggio 2014. URL consultato il 30 marzo 2022.
  18. ^ (EN) Ukraine's Reins Weaken as Chaos Spreads, in The New York Times, 4 maggio 2014.
  19. ^ Одесская трагедия: стали известны имена 47 из 48 погибших во время беспорядков 2 мая | Новости Одессы, su dumskaya.net, 11 marzo 2015.
  20. ^ a b There was heroism and cruelty on both sides': the truth behind one of Ukraine's deadliest days, in The Guardian, 30 aprile 2015. URL consultato il 2 maggio 2017.
  21. ^ Группа 2 мая. (the 2 May Group), http://2maygroup.blogspot.no/2016/01/chronology-of-events-may-2-2014-in.html. URL consultato il 1º maggio 2017.
  22. ^ Группа 2 мая (the 2 May Group), http://2maygroup.blogspot.no/2015/12/the-chronology-of-events-that-occurred.html. URL consultato il 2 maggio 2017.
  23. ^ May 2 Group, http://2maygroup.blogspot.no/2016/04/2-2014-1.html. URL consultato il 30 aprile 2017.
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Voci correlate