Bomba Molotov

La bomba Molotov (comunemente Molotov o bottiglia Molotov, in Russia detta altresì cocktail Molotov ovvero Коктейль Молотова; Koktejl' Molotova) è un ordigno di tipo incendiario, spesso utilizzato in azioni di guerriglia o in scontri urbani.
Venne così chiamata sarcasticamente dal nome del politico sovietico Vjačeslav Michajlovič Molotov[1] durante la seconda guerra mondiale, in particolare durante la guerra russo-finnica, nota anche come "guerra d'inverno" dall'esercito finlandese.
Descrizione[modifica | modifica wikitesto]
Le bombe Molotov sono realizzate con una bottiglia in vetro riempita con liquido infiammabile (solitamente benzina) e da un innesco. La bottiglia di vetro viene incisa con un taglierino o un tagliavetro per permetterne la frantumazione al momento del contatto. L'innesco più semplice è costituito da uno straccio avvolto attorno al collo della bottiglia, bagnato dello stesso liquido contenuto all'interno (talvolta anche imbevuto di olio per permettere alla fiamma di svilupparsi più velocemente); un altro è costituito da uno o più fiammiferi antivento attaccati con nastro adesivo all'esterno della bottiglia.
L'innesco viene infuocato e la bottiglia lanciata contro il bersaglio: l'impatto frantuma il contenitore in vetro e il liquido si infiamma, trasmettendo successivamente l'incendio al bersaglio.
Un terzo tipo di bomba Molotov, descritta da Giovanni Pesce in Senza tregua: la guerra dei GAP prevede che l'incendio venga innescato dal contatto tra un apposito acido, contenuto all'interno della bottiglia, e una sostanza basica presente sulla superficie esterna. Questa versione aveva la caratteristica, in caso di attacchi notturni a colonne di carri armati o camion, di non rivelare la posizione dell'utilizzatore in quanto non era necessario accendere la miccia prima del lancio.
Ernesto Che Guevara, nel suo libro La guerra di guerriglia, descrive un sistema per innestare una bomba Molotov su un fucile, in modo da ricreare una sorta di lanciagranate rudimentale: un palo di legno viene incollato alla cartuccia inserita nel fucile; sul palo viene innestato un ammortizzatore di gomma sul quale viene poi alloggiata la bottiglia.
Per aumentarne la nocività, veniva introdotto nella bottiglia del polistirolo, il quale - a contatto con la benzina - si scioglieva generando un surrogato del napalm che rendeva l'ordigno significativamente più pericoloso, in quanto, al momento della frantumazione, la benzina incendiata aderisce alle superfici con cui viene a contatto.
Storia[modifica | modifica wikitesto]
L'uso di gettare bottiglie di vetro risale al XIX secolo come si legge nel Diario del Principe Don Agostino Chigi 1830-1855[2] e se ne fa riferimento anche durante la guerra civile spagnola[3], in cui i franchisti le utilizzarono per contrastare dei carri armati sovietici T-26. Queste armi furono ovunque di largo utilizzo durante la seconda guerra mondiale per la loro efficacia contro i carri leggeri e molto dannose per il morale del nemico.

Qualche anno dopo, anche i soldati dell'esercito finlandese usarono con successo le bombe Molotov contro i carri dell'Armata Rossa in due conflitti (la Guerra d'inverno e la successiva guerra al fianco delle armate tedesche) tra la Finlandia e l'Unione Sovietica. Secondo altre versioni fu coniato qui il termine, a seguito delle dichiarazioni di Molotov secondo cui i bombardieri sovietici non sganciavano bombe ma cibo per i finlandesi (i cosiddetti "cestini del pane di Molotov"). La risposta sarcastica fu appunto il "cocktail Molotov", che furono addirittura prodotte in massa dalla catena di negozi Alko, accompagnate dai fiammiferi per accenderle[4].
Quella che segue è una descrizione di prima mano dei loro effetti, scritta durante la rivolta del ghetto di Varsavia nel 1943:
«La bottiglia ben indirizzata colpisce il carro armato, le fiamme si diffondono rapidamente, si ode il colpo dell'esplosione e la macchina rimane immobile. L'equipaggio viene bruciato vivo. Gli altri due carri armati si girano e si ritirano. I tedeschi che si nascondevano dietro di loro si ritirano nel panico. Li lasciamo con pochi colpi ben mirati e delle granate.»
Le bombe Molotov furono spesso utilizzate in maniera massiccia dall'Armata Rossa sul fronte orientale tedesco contro i mezzi corazzati germanici: i Panzer, assolutamente temibili in campo aperto, si imbarcavano spesso in scontri cittadini fra vicoli angusti ed edifici semi-distrutti, tra cui si nascondevano i soldati sovietici.
In città come Leningrado e Stalingrado venne ben presto messa a punto una tecnica di combattimento assai efficace ed economica, benché fosse assolutamente necessaria una discreta dose di temerarietà. Seguendo questa modalità i soldati affrontavano i carri armati individualmente, muniti solo di una spranga di ferro e di una Molotov: se riuscivano ad arrivare abbastanza vicini, da non esser più sotto il tiro delle torrette di mitragliatrici, sprangavano i cingoli del mezzo in modo da bloccarne la corsa, si arrampicavano sopra il carro e gettavano all'interno una bottiglia incendiaria. L'abitacolo ristretto e i getti di liquido infiammabile facevano il resto, rendendo quest'arma, in casi simili, persino più efficace delle classiche bombe a mano con spoletta.
Queste armi furono largamente utilizzate in Italia negli anni di piombo contro le forze dell'ordine, come strumento di guerriglia urbana.
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ molotov in "Dizionario di Storia", su www.treccani.it. URL consultato il 29 aprile 2023.
- ^ Agostino Chigi, Il Tempo Del Papa-Re: Diario Del Principe Don Agostino Chigi Dall'anno 1830-1855, 29 luglio 2012, ISBN 978-1-4783-3018-9. URL consultato il 29 aprile 2023.
- ^ CVC. Rinconete. Ciencia y técnica. Inventos españoles (11). El cóctel molotov, por Pablo Martín Sánchez., su cvc.cervantes.es. URL consultato il 29 aprile 2023.
- ^ Perché si chiamano “bombe molotov”, su Il Post, 26 marzo 2022. URL consultato il 29 aprile 2023.
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- (DE) Wolfgang Fleischer Waffen-Arsenal Band 174: Deutsche Handgranaten 1914 - 1945, Podzun-Pallas-Verlag, Wölfersheim-Berstadt, 1998, ISBN 3-7909-0631-X.
- (DE) Karl H. Schnell; Sven Korweslühr Taschenbuch Wehrausbildung, Walhalla U. Praetoria, Regensburg, 2005, ISBN 3-8029-6205-2.
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
- Bomba
- Cestini del pane di Molotov
- Ordigno esplosivo improvvisato
- TM 31-210 Improvised Munitions Handbook
- Tubo bomba
- Vjačeslav Michajlovič Molotov
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- molotov, in Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2010.