Senato (Iran)

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Senato
مجلس سنا,
Majles-e Senā
StatoBandiera dell'Iran Iran
TipoCamera alta dell'Iran
Istituito25 gennaio 1950[1]
Soppresso11 febbraio 1979
Ultima elezione1975
Numero di membri60

Il Senato (in persiano مجلس سنا‎, Majles-e Senā) è stata la camera legislativa della Camera alta dello Stato imperiale dell'Iran dal 1949 al 1979. Con la rivoluzione costituzionale persiana del 1906 era stata istituita una legislatura bicamerale, ma il Senato non fu effettivamente creato fino all'esito delle elezioni dell'Assemblea costituente del 1949, come espressione del desiderio di Shah Mohammad Reza Pahlavi per una migliore distribuzione del potere (in maniera simile a molti paesi democratici). La metà dei sessanta seggi del Senato era nominata direttamente dallo Scià mentre l'altra metà veniva scelta direttamente a livello popolare: quindici in rappresentazione di Teheran e i restanti da altre regioni.[2]

Il Senato fu sciolto dopo la rivoluzione iraniana del 1979, quando la nuova costituzione istituì una legislatura unicamerale.

Al 2023 l'ex palazzo del Senato è utilizzato dall'Assemblea degli Esperti.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Costituzione[modifica | modifica wikitesto]

Istituita ai sensi del capitolo 3, articolo 45 della Costituzione persiana del 1906,[3]

«I membri di questa Assemblea saranno scelti tra le persone ben informate, discernenti, pie e rispettate del Regno. Trenta di loro saranno nominati da parte di Sua Maestà Imperiale (quindici del popolo di Teheran e quindici del popolo delle Province), e trenta dalla Nazione (quindici eletti dal popolo di Teheran e quindici dal popolo delle Province).»

Edificio[modifica | modifica wikitesto]

Il Senato dell'Iran fu progettato dall'architetto Heydar Ghiaï nel 1955.[4] La costruzione fu guidata da Rahmat Safai e la cupola rappresentò uno dei progetti tecnicamente più impegnativi dell'intera impresa.

L'edificio è raffigurato sul retro della banconota da 100 rial.[5]

Membri[modifica | modifica wikitesto]

Jafar Sharif-Emami, presidente del Senato fino al 1978
  • Mahmoud Hessaby (1951-1963).
  • Ali Dashti for 1954-1979.[6]
  • Jafar Sharif-Emami, Primo ministro dell'Iran (1960-1961 e 1978), fu un membro del Senato iraniano.[7][8] Fu Presidente per diversi anni.[9]
  • Jamshid Aalam (1973-1979).

Elenco dei presidenti del Senato[modifica | modifica wikitesto]

Nome Mandato
Ebrahim Hakimi 19 agosto 1951 1º marzo 1957
Hassan Taqizadeh 1 marzo 1957 1º settembre 1960
Mohsen Sadr 11 settembre 1960 11 settembre 1964
Jafar Sharif-Emami 11 settembre 1964 24 marzo 1978
Mohammad Sajadi 24 marzo 1978 10 febbraio 1979

Scioglimento[modifica | modifica wikitesto]

Durante i suoi anni di attività il Senato fu sciolto una volta nel maggio 1961.[10]

Dopo la rivoluzione iraniana del 1979, il governo istituì il monocameralismo, il Senato fu sciolto e il nuovo Majlis si riunì nell'edificio del Senato.

Con la costruzione del nuovo edificio del parlamento in piazza Baharestan, l'edificio ospita alcune riunioni governative e quelle annuali dell'Assemblea degli Esperti.[11]

Elezioni[modifica | modifica wikitesto]

Voti espressi[modifica | modifica wikitesto]

Capoluogo provinciale Seggi Voti espressi
1963 1967 1971
Teheran 15 347.358 393.538 542.877
Qazvin 1 63.272 258.616
Mashhad 2 41.179 213.750 314.941
Esfahan 1 48.613 98.117 333.120
Tabriz 2 21.450 23.392 100.299
Ahvaz 1 111.538 142.832 275.907
Sari 1 149.512 173.126 265.106
Shiraz 2 Sconosciuto 235.745 230.507
Rasht 1 Sconosciuto 21.243 168.097
Rezaieh 1 42.712 86.999 101.998
Kerman 1 26.852 68.525 240.384
Kermanshah 1 Sconosciuto 197.214 143.219
Hamedan 1 153.481 155.523 221.754
Voti totali 30 +1.000.000 1.810.004 3.196.825
Fonte: Ministero dell'Interno[12]

Composizione[modifica | modifica wikitesto]

Shah Mohammad Reza Pahlavi e la famiglia imperiale al Senato persiano (iraniano), Teheran, 1975

1967[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1967, la composizione del Senato comprendeva 48 membri del Partito Nuovo d'Iran al potere e 11 membri del Partito Popolare dell'opposizione, mentre un senatore non era affiliato.

1971[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1971, né il Partito Nuovo Iran né il Partito Popolare detenevano la maggioranza al Senato e avevano rispettivamente 27 e 9 membri. I restanti 24 senatori erano apartitici.[13]

1975[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1975 tutti i senatori erano membri del partito unico del paese.

Eventi principali[modifica | modifica wikitesto]

  • Il 9 febbraio 1950 avvenne la prima sessione inaugurale presieduta da Mohammad Reza Pahlavi.
  • Nel 1952, Mohammad Mosaddegh riuscì a ottenere il potere di governare per decreto – prima per un periodo di sei mesi e poi prorogato – grazie alla sua popolarità. Successivamente organizzò un referendum nel 1953, ottenne i voti e sciolse sia il Majlis che il Senato.[14] Dopo la cacciata di Mossadeq, gli organi legislativi furono ripristinati.
  • Nel 1961, Mohammad Reza Pahlavi sciolse sia il Majlis che il Senato;[15] qualche tempo dopo furono restaurati.
  • Nel 1979 il Senato approvò il governo di Shapur Bakhtiar, ultimo primo ministro sotto lo scià Mohammad Reza Pahlavi.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Gholamali Haddad Adel, Mohammad Jafar Elmi e Hassan Taromi-Rad, The Pahlavi Dynasty: An Entry from Encyclopaedia of the World of Islam, EWI Press, 31 agosto 2012, p. 96, ISBN 978-1-908433-01-5. URL consultato il 18 ottobre 2023.
  2. ^ (EN) Donald Newton Wilber, Iran, Past and Present: From Monarchy to Islamic Republic, Princeton University Press, 14 luglio 2014, p. 230, ISBN 978-1-4008-5747-0.
  3. ^ (EN) Iran's 1906 Constituion and its supplement, su fis-iran.org (archiviato dall'url originale il 9 maggio 2012).
  4. ^ (EN) Kamran Scot Aghaie e Afshin Marashi, Rethinking Iranian Nationalism and Modernity, University of Texas Press, 1º luglio 2014, p. 235, ISBN 978-0-292-75749-3.
  5. ^ 100 Rials, su cbi.ir. URL consultato il 18 ottobre 2023 (archiviato dall'url originale il 19 febbraio 2008).
  6. ^ (EN) Andrew Rippin, Muslims: their religious beliefs and practices, collana Library of religious beliefs and practices, 3ª ed., Routledge, 2005, p. 213, ISBN 978-0-415-34882-9.
  7. ^ THE IRANIAN: Books, Memoirs of Sharif Emami. Habib Ladjevardi, su www.iranian.com.
  8. ^ Memoirs of Sharif-Emami, Prime Minister [Persian Language] [0-932885-22-5] : Ibex Publishers, English & Persian (Farsi) Books about Iran, su ibexpub.com.
  9. ^ (EN) IRANIAN ORAL HISTORY PROJECT HARVARD UNIVERSITY (PDF), su sites.fas.harvard.edu (archiviato dall'url originale il 30 settembre 2020).
  10. ^ Iran, The Middle East 1963, London: Europa Publications Ltd, p. 116.
  11. ^ (FA) ساختمان مجلس سنا (مجلس خبرگان, su آرکوما, 15 gennaio 2019.
  12. ^ (EN) Statistical Yearbook of Iran 1352 (Marzo 1973–Marzo 1974) (PDF), Statistical Center of Iran, June 1976, Chapter IXL: Politics, Table 9: Number of the Elected Senators by Number of Votes Cast and Ostan Centre for 4th, 5th and 6th Senate, p. 509. – via The Iran Social Science Data Portal (PDF), su irandataportal.syr.edu.
  13. ^ "Iran", The Middle East and North Africa: 1974 - 75, 21. ed, Europa Publ, 1974, p. 342, ISBN 978-0-900362-73-6.
  14. ^ (EN) Historical Setting: Mossadeq and Oil Nationalization, su www.parstimes.com.
  15. ^ (EN) Confidential U.S. State Department Central Files (PDF), su lexisnexis.com, IRAN 1960-January 1963 Internal Affairs and Foreign Affairs.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]