Santuario di Santa Cristina (Verzuolo)

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Santuario di Santa Cristina
Santuario di Santa Cristina
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegionePiemonte
LocalitàVerzuolo
Coordinate44°35′51″N 7°26′28″E / 44.5975°N 7.441111°E44.5975; 7.441111
Religionecattolica
TitolareSanta Cristina
Diocesi Saluzzo
FondatoreAimone Taparelli[1]
Inizio costruzioneXIV secolo

Il santuario di Santa Cristina (o cappella di Santa Cristina[2]) è un edificio religioso situato al confine tra i comuni di Pagno e Verzuolo, entrambi in Provincia di Cuneo.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il campanile

L'esistenza del santuario è attestata a partire dal XIV - XV secolo[2]. La chiesa, secondo Goffredo Casalis, potrebbe essere stata costruita su iniziativa del beato Aimone Taparelli attorno alla metà del XV secolo. Nel 1536 venne concessa in uso dal marchese Francesco di Saluzzo a Paolo Turchi, un religioso che vi condusse vita eremitica. Successivamente fu utilizzata come residenza estiva dai domenicani saluzzesi. La devozione al santuario era molto sentita e il 24 luglio, in occasione della festa patronale, "moltissime persone ... vi accorrevano da' paesi circonvicini". Questi festeggiamenti vennero però aboliti nel 1787 perché spesso "solevano succedere gravi inconvenienti".[1] In particolare rimane traccia documentale del fatto che a Santa Cristina si tenessero "feste notturne", durante le quali i partecipanti praticavano "balli immodesti, adunanze promiscue e talvolta impudiche".[3] I festeggiamenti e la processione al santuario, sia pure in modo discontinuo, sono successivamente stati parzialmente ripristinati.[4]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il portico

L'edificio si trova in un'area collinare a 860 m di altitudine ed è fiancheggiato dal bosco. Si presenta a navata unica; all'interno il portone è sovrastato da una tribuna in legno, dalla quale è possibile raggiungere il campanile. La sacrestia è a destra del presbiterio. La chiesa è fronteggiata da un porticato, edificato successivamente al corpo principale, all'interno del quale si apre il portone ligneo che dà accesso alla navata. A fianco del santuario si trova un edificio di servizio in cattivo stato[5] che un tempo era adibito ad affittacamere. [2] Il santuario è preceduto da uno spiazzo non asfaltato, dotato di una fonte e di vari tavoli e panche oltre che di una zona per il barbecue[2].

A breve distanza dalla cappella si trova "una mezzo rovinata torre", sulle pareti della quale a metà Ottocento si poteva ancora scorgere lo stemma dei Tapparelli.[6]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Goffredo Casalis, Pagno, in Dizionario geografico storico-statistico-commerciale degli Stati di S. M. il Re di Sardegna compilato per cura del professore Goffredo Casalis, vol. 14, Maspero, 1846. URL consultato il 9 aprile 2020.
  2. ^ a b c d Cappella di Santa Cristina, su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato il 9 aprile 2020.
  3. ^ Piercarlo Jorio e Giorgio Burzio, Fra stregherie possibili, santi improbabili, montagne vere, Priuli & Verlucca, 1988. URL consultato il 9 aprile 2020.
  4. ^ Giulia Scatolero, Dopo mezzo secolo ritornala processione di Santa Cristina, in La Stampa, 19 Luglio 2017. URL consultato il 10 aprile 2020.
  5. ^ Andrea Garassino, Santa Cristina a Verzuolo: “È urgente intervenire”, in La Stampa, 26 settembre 2019. URL consultato il 10 aprile 2020.
  6. ^ Delfino Muletti, Memorie storico-diplomatiche appartenenti alla città ed ai marchesi di Saluzzo con addizioni e note di Carlo Muletti, Lobetti, 1831, p. 122. URL consultato il 9 aprile 2020.

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