Rhipidomys emiliae

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Rhipidomys emiliae
Immagine di Rhipidomys emiliae mancante
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Mammalia
Superordine Euarchontoglires
Ordine Rodentia
Famiglia Cricetidae
Sottofamiglia Sigmodontinae
Tribù Thomasomyini
Genere Rhipidomys
Specie R.emiliae
Nomenclatura binomiale
Rhipidomys emiliae
J. A. Allen, 1916

Rhipidomys emiliae (J. A. Allen, 1916) è un roditore della famiglia dei Cricetidi endemico del Brasile.[1][2]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Dimensioni[modifica | modifica wikitesto]

Roditore di medie dimensioni, con la lunghezza della testa e del corpo tra 116 e 156 mm, la lunghezza della coda tra 143 e 175 mm, la lunghezza del piede tra 26 e 31 mm, la lunghezza delle orecchie tra 18 e 22 mm e un peso fino a 87 g.[3]

Aspetto[modifica | modifica wikitesto]

Le parti dorsali variano dal bruno-grigiastro al bruno-arancione brillante, mentre le parti ventrali sono bianche o color crema. Le orecchie sono grandi, marroni e prive di peli, in alcuni esemplari è presente una macchia chiara alla loro base posteriore. I piedi sono corti, larghi, con le dita relativamente più lunghe e con una chiazza scura sul dorso che si estende fino alla base delle dita. La coda è più lunga della testa e del corpo, è uniformemente marrone e termina con un ciuffo di lunghi peli. Il cariotipo è 2n=44 FN=52.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Comportamento[modifica | modifica wikitesto]

È una specie arboricola.

Alimentazione[modifica | modifica wikitesto]

Si nutre di semi.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Questa specie è diffusa nel bacino amazzonico del Brasile orientale, negli stati di Maranhão, Mato Grosso, Pará, Tocantins e Goiás.

Vive nelle foreste secche e in quelle a galleria del Cerrado, in piantagioni e anche nei villaggi.

Conservazione[modifica | modifica wikitesto]

La IUCN Red List, considerato il vasto areale e la popolazione presumibilmente numerosa , classifica R.emiliae come specie a rischio minimo (Least Concern).[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c (EN) Patton, J., Catzeflis, F., Weksler, M. & Percequillo, A. 2008., Rhipidomys emiliae, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ (EN) D.E. Wilson e D.M. Reeder, Rhipidomys emiliae, in Mammal Species of the World. A Taxonomic and Geographic Reference, 3ª ed., Johns Hopkins University Press, 2005, ISBN 0-8018-8221-4.
  3. ^ Rocha & al., 2011.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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