Relazioni bilaterali tra Italia e Kenya

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Relazioni tra Italia e Kenya
Bandiera dell'Italia Bandiera del Kenya
Mappa che indica l'ubicazione di Italia e Kenya
Mappa che indica l'ubicazione di Italia e Kenya

     Italia

     Kenya

Le relazioni bilaterali tra Italia e Kenya sono le relazioni diplomatiche tra Italia e Kenya.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

I primi contatti tra i due paesi avvennero nel 1902, quando i primi missionari italiani evangelizzarono nel Kenya, allora colonia britannica[1].

Il Ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini, visitò il Kenya nel 2010. Il Primo Ministro del Kenya ha visitato l'Italia nel 2009. I Segretari del Governo del Kenya per il Tesoro e l'Agricoltura hanno visitato l'Italia nel 2009[2].

Nel luglio 2015, il Primo Ministro italiano Matteo Renzi effettuò una visita ufficiale di due giorni a Nairobi, dove tenne colloqui bilaterali con il presidente Uhuru Kenyatta, che riguardavano principalmente gli sforzi collaborativi di entrambi i paesi sulla guerra al terrorismo e sugli investimenti in Kenya[3].

Cooperazione per lo sviluppo[modifica | modifica wikitesto]

Anche se entrambi i paesi intrattenevano relazioni diplomatiche già negli anni '60, è solo nel 1985, con la firma di un accordo, che i rapporti divennero ufficiali. L'accordo era il primo accordo bilaterale tra Kenya e Italia, riguardava la cooperazione in campo tecnico, economico e di sviluppo. Tra il 1985 e il 2010 il Kenya ha ricevuto 16,7 miliardi di KES (la valuta keniota, corrispondente a 160 milioni di euro) a titolo di assistenza allo sviluppo da parte dell'Italia, oltre a 5,2 miliardi (50 milioni di euro) di prestiti agevolati[4].

Le aree chiave per il Kenya e la cooperazione italiana sono[4]:

  • Salute
  • Acqua
  • Risorse naturali e ambiente
  • Sviluppo urbano

Nel 2011, oltre 50 studenti sono andati a studiare in Italia, cifre destinate a crescere. C'è un Istituto Italiano di Cultura a Nairobi, in Kenya.[5]

Progetto San Marco[modifica | modifica wikitesto]

Il progetto è un'iniziativa del governo italiano per aumentare l'esplorazione dello spazio. In Kenya si trova l'italiano Centro spaziale Broglio, a Malindi, nella contea di Kilifi. Il Centro spaziale è attivo dal 1964[6].

Relazioni economiche[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1996 entrambi i paesi hanno firmato un accordo sulla promozione e protezione degli investimenti[2].

Il Kenya esporta merci del valore di 33 milioni di euro in Italia ogni anno. Inoltre, l'Italia esporta in Kenya beni del valore di 89,3 milioni di euro[7].

L'Italia è il terzo più grande mercato turistico del Kenya in Europa dopo Germania e Francia. Circa 82.000 turisti italiani hanno visitato il Kenya nel 2013[8].

Il Kenya è considerato un punto di accesso ai mercati dell'Africa orientale e uno dei principali mercati di esportazione dell'Italia in Africa[9].

Missioni diplomatiche[modifica | modifica wikitesto]

Il Kenya ha un'ambasciata a Roma. L'Italia ha un'ambasciata a Nairobi.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ ITALIANS IN TANZANIA - Community Groups, su baldi.diplomacy.edu. URL consultato il 23 luglio 2019.
  2. ^ a b Cooperazione Politica, su ambnairobi.esteri.it. URL consultato il 23 luglio 2019.
  3. ^ (EN) Mattero Renzi arrives in Kenya, su the-star.co.ke. URL consultato il 5 settembre 2015 (archiviato dall'url originale l'11 agosto 2015).
  4. ^ a b (EN) Development cooperation in Kenya (PDF), su nairobi.cooperazione.esteri.it. URL consultato il 6 febbraio 2015 (archiviato dall'url originale il 6 febbraio 2015).
  5. ^ [1]. Italian Government Offers Scholarships to Kenyans. Accesso 6 febbraio 2015.
  6. ^ PROGETTO SAN MARCO - ULTIMI SVILUPPI, su ambnairobi.esteri.it. URL consultato il 23 luglio 2019.
  7. ^ (EN) bridgat, Kenya Major Trade Partners – Bridgat.com, su countries.bridgat.com. URL consultato il 23 luglio 2019.
  8. ^ (EN) Kenya: Italy Best Tourist Market, Says Board, su allafrica.com. URL consultato il 6 febbraio 2015.
  9. ^ (EN) Italy sees Kenya as a priority in its plans to become Africa's leading trading partner, su ati-aca.org. URL consultato il 6 febbraio 2015 (archiviato dall'url originale il 6 febbraio 2015).

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]