Raymond Smith Dugan

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Asteroidi scoperti[1][2]: 16
497 Iva 4 novembre 1902
503 Evelyn 19 gennaio 1903
506 Marion 17 febbraio 1903
507 Laodica 19 febbraio 1903
508 Princetonia 20 aprile 1903
510 Mabella 20 maggio 1903
511 Davida 30 maggio 1903
516 Amherstia 20 settembre 1903
517 Edith 22 settembre 1903
518 Halawe 20 ottobre 1903
519 Sylvania 20 ottobre 1903
521 Brixia 10 gennaio 1904
523 Ada 27 gennaio 1904
533 Sara 19 aprile 1904
534 Nassovia 19 aprile 1904
535 Montague 7 maggio 1904

Raymond Smith Dugan (30 maggio 187831 agosto 1940) è stato un astronomo statunitense.

Ottenuta la laurea nel 1899 e il master nel 1902 nel college di Amherst[3], successivamente si trasferì all'Università di Heidelberg dove raggiunse il Ph.D nel 1905 con una dissertazione sull'ammasso delle Pleiadi (Helligkeiten und mittlere Örter von 359 Sternen der Plejaden-Gruppe )[4]. Faceva parte del gruppo di allievi di Max Wolf, tra cui Paul Götz, Joseph Helffrich, Franz Kaiser, Karl Wilhelm Reinmuth, Emil Ernst, Alfred Bohrmann, che all'epoca si rese protagonista di numerose scoperte di asteroidi.

Tornato negli Stati Uniti nel 1905, lavorò all'Università di Princeton, diventando assistente nel 1909 e professore nel 1920.[3]

Nel 1927 diede alle stampe, in collaborazione con Henry Norris Russell e John Quincy Stewart, il testo Astronomy: A Revision of Young’s Manual of Astronomy che rimase il testo di riferimento in materia fino agli anni quaranta del XX secolo. Il testo era organizzato in due volumi: il primo dedicato al sistema solare e il secondo all'astrofisica e all'astronomia stellare.

Il Minor Planet Center gli accredita la scoperta di sedici asteroidi, effettuate tra il 1902 e il 1904.

L'asteroide 2772 Dugan [5] e il cratere Dugan sulla Luna sono così chiamati in suo onore.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Lista alfabetica degli scopritori di asteroidi, su minorplanetcenter.org, IAU Minor Planet Center. URL consultato l'11-09-2010.
  2. ^ Dati aggiornati all'11 settembre 2010.
  3. ^ a b Biografia di Dugan dal sito del college., su www3.amherst.edu. URL consultato l'11 settembre 2010 (archiviato dall'url originale il 3 gennaio 2010).
  4. ^ Elenco delle dissertazioni al Landessternwarte Heidelberg-Königstuhl dal sito dell'Università
  5. ^ Lutz D. Schmadel, Dictionary of minor planet names (pagina 227), su books.google.pt. URL consultato l'11-09-2010.

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