Rafīq al-Ḥarīrī
Rafic Hariri رفيق حريري | |
---|---|
![]() | |
Primo ministro del Libano | |
Durata mandato | 31 ottobre 1992 – 2 dicembre 1998 |
Presidente | Elias Hrawi |
Predecessore | Rashid al-Solh |
Successore | Selim al-Hoss |
Durata mandato | 23 novembre 2000 – 21 ottobre 2004 |
Presidente | Émile Lahoud |
Predecessore | Selim al-Hoss |
Successore | Omar Karami |
Ministro delle finanze del Libano | |
Durata mandato | 31 ottobre 1992 – 4 dicembre 1998 |
Capo del governo | Se stesso |
Predecessore | Saʿd Ḥarīrī |
Successore | Georges Corm |
Dati generali | |
Partito politico | Movimento il Futuro |
Università | Università Araba di Beirut |
Rafīq al-Harīrī (Sidone, 1º novembre 1944 – Beirut, 14 febbraio 2005) è stato un politico e imprenditore libanese.
Biografia[modifica | modifica wikitesto]
Nato da umili origini in una famiglia musulmana sunnita della città portuale di Sidone, in Libano, Hariri ha ricevuto l'educazione primaria nella sua città e ha studiato Scienze dell'amministrazione presso l'Università Araba di Beirut. Si trasferì in Arabia Saudita nel 1965 per lavorare in una società di costruzioni. Nel 1969 fondò la sua propria compagnia, la CICONEST, emergendo come potente imprenditore edile. Nel 1978 ottenne la cittadinanza saudita e iniziò a svolgere il ruolo di emissario della famiglia reale saudita in Libano. Hariri acquistò la società Oger nel 1979 e fondò la Oger International, con base a Parigi, i cui interessi includevano il settore bancario, edilizio, petrolifero, industriale e delle telecomunicazioni.
Negli anni ottanta, continuando ad agire come inviato della famiglia reale saudita nel paese, Hariri preparò il terreno, insieme a Philip Habib, in quel periodo inviato degli Stati Uniti in Libano, per gli accordi di Ta'if del 1989, che misero fine alla guerra civile. Questo gli spianò la strada per diventare primo ministro.
Nel 1993 fondò, a Beirut, la stazione televisiva Future TV e acquistò quote di diversi quotidiani libanesi, oltre a fondarne uno nuovo, al-Mustaqbal, "Il Futuro" e un partito politico sunnita "movimento Futuro" (Tayyar Al-Mustaqbal). Fu anche il principale azionista della Solidere, la compagnia che ottenne l'appalto per la ricostruzione del centro di Beirut.

Negli anni ottanta Hariri è entrato nella classifica dei 100 uomini più ricchi al mondo stilata da Forbes. Nel 2002 è diventato il quarto uomo politico più ricco del mondo. Nel 2005 la rivista ha stimato la sua ricchezza in 4,3 miliardi di dollari.
Fu primo ministro dal 1992 al 1998, poi ancora dal 2000 alla fine del 2004. Reinserì il paese sulla mappa finanziaria facendo emettere degli eurobond e ricevendo approvazione dalla Banca Mondiale grazie al suo piano per ottenere in prestito soldi per la ricostruzione. Sia nel 1998 che nel 2004 fu costretto alle dimissioni dalle pressioni siriane e dall'estensione del mandato da presidente di Émile Lahoud. Nel 2004 dichiarò di non volersi più candidare.
Dal punto di vista economico i suoi risultati sono stati controversi: il suo piano di prestiti e ricostruzioni ha portato a un grande debito pubblico e deficit di bilancio. È stato accusato di aver ignorato i poveri, in materia di assistenza sociale, perché, nonostante i numerosi episodi di beneficenza, i suoi progetti di ricostruzione hanno interessato in maniera diseguale le varie regioni libanesi, aumentando le sperequazioni economiche e sociali. D'altro canto, l'esperienza imprenditoriale di Hariri e le sue conoscenze personali hanno giocato un ruolo di apripista nell'incitare gli investimenti internazionali e nel sostenere la ripresa economica.
In un'intervista concessa alla BBC in cui gli veniva chiesto perché si fosse rifiutato di consegnare i membri di Hezbollah che erano stati dichiarati terroristi dagli Stati Uniti, ha dichiarato che gli uomini di Hezbollah erano i soli a proteggere il Libano dall'invasione israeliana.
Assassinio[modifica | modifica wikitesto]

Il 14 febbraio 2005 Rafiq al-Hariri fu ucciso, insieme ad altre 21 persone, mentre la sua auto passava davanti all'Hotel St. George.[1] Insieme a lui morirono alcune delle sue guardie del corpo e il suo amico ed ex ministro dell'Economia Bassel Fleihan. Il DNA rinvenuto sulla scena del crimine farebbe pensare ad un attentatore suicida di sesso maschile.
Il governo siriano è stato chiamato in causa quale mandante dell'omicidio, a causa dei pubblici attriti tra Hariri e Damasco che avevano preceduto le sue dimissioni. Un rapporto dell'ONU implica nell'assassinio ufficiali siriani e membri del servizio segreto libanese. L'ONU ha votato all'unanimità per chiedere alla Siria piena collaborazione sull'argomento.
Il secondo figlio di Rafiq al-Hariri, Saʿd Harīrī, è considerato il suo erede sia economico che politico: è stato primo ministro dal novembre 2009 al gennaio 2011 e ha ottenuto un secondo incarico il 3 novembre 2016. Il 6 settembre 2010 ha dichiarato al quotidiano saudita al-Sharq al-Awsat (Medio Oriente) di essersi sbagliato, in base a dati di fatto, nel sospettare la Siria dell'omicidio del padre.[2]
Il 18 agosto 2020, il Tribunale speciale per il Libano ha concluso che non vi erano prove che la leadership di Hezbollah o della Siria fosse coinvolta nell'assassinio di Rafiq al-Hariri[3].
Il 16 giugno 2022 tre membri di Hesbollah vennero condannati all'ergastolo per l'omicidio di Hariri, di 17 anni prima[4].
Tribunale internazionale[modifica | modifica wikitesto]
Il 30 maggio 2007, una risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'ONU ha istituito il Tribunale Speciale per il Libano con il compito di far luce sull'attentato che ha ucciso Hariri.
Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]
Onorificenze libanesi[modifica | modifica wikitesto]
![]() |
Gran Cordone dell'Ordine Nazionale del Cedro |
![]() |
Commendatore dell'Ordine Nazionale del Cedro |
Onorificenze straniere[modifica | modifica wikitesto]
![]() |
Gran Cordone dell'Ordine del Re Faysal (Arabia Saudita) |
![]() |
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine del liberatore San Martín (Argentina) |
![]() |
Gran Medaglia Gwanghwa dell'Ordine al merito del servizio diplomatico (Corea del Sud) |
![]() |
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine della Legion d'Onore (Francia) |
![]() |
Ufficiale dell'Ordine della Legion d'Onore (Francia) |
![]() |
Cavaliere dell'Ordine della Legion d'Onore (Francia) |
![]() |
Cavaliere dell'Ordre des Arts et des Lettres (Francia) |
![]() |
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana (Italia) |
— 5 novembre 1997[5] |
![]() |
Membro di Classe Eccezionale dell'Ordine del Trono (Marocco) |
— 1995 |
![]() |
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine della Stella di Romania (Romania) |
— 2002 |
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ L’assassinio di Rafiq Hariri, 10 anni fa, Il Post.it, 14 febbraio 2015.
- ^ Flash della BBC sulle dichiarazioni di Sa'd Hariri.
- ^ Lebanon tribunal judge: No evidence of involvement by Hezbollah leadership in Hariri's killing, su reuters.com.
- ^ Libano: ergastolo ai membri di Hezbollah per omicidio Hariri - Medio Oriente, su Agenzia ANSA, 16 giugno 2022. URL consultato il 19 giugno 2022.
- ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Rafīq al-Ḥarīrī
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- (EN) Sito ufficiale dedicato a Rafiq al-Hariri, su rhariri.com. URL consultato il 7 maggio 2006 (archiviato dall'url originale il 7 aprile 2013).
- (EN) Rapporto della Commissione internazionale indipendente di inchiesta formata sulla base della Risoluzione 1595 (2005) delle Nazioni Unite (cosiddetto "Rapporto Mehlis")
- (FR) "La commission Mehlis discréditée" (Critiche al rapporto Mehlis)
- (EN) "Beirut bombshell" (Sui possibili legami tra l'assassinio di Rafiq al-Hariri e il fallimento della banca al-Madina)
- Beirut - L'estate dei cedri La Storia siamo noi
Controllo di autorità | VIAF (EN) 37077572 · ISNI (EN) 0000 0001 0779 7794 · LCCN (EN) nr96019327 · GND (DE) 12463446X · BNE (ES) XX4674486 (data) · BNF (FR) cb135315282 (data) · J9U (EN, HE) 987007313578505171 · WorldCat Identities (EN) lccn-nr96019327 |
---|
- Politici libanesi
- Imprenditori libanesi
- Politici del XX secolo
- Politici del XXI secolo
- Imprenditori del XX secolo
- Imprenditori del XXI secolo
- Libanesi del XX secolo
- Libanesi del XXI secolo
- Nati nel 1944
- Morti nel 2005
- Nati il 1º novembre
- Morti il 14 febbraio
- Nati a Sidone
- Morti a Beirut
- Assassinati con esplosivo
- Politici assassinati
- Primi ministri del Libano