Casba

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Mura della casba di Bejaia, Algeria
Fortificazioni della casba di Le Kef, Tunisia

La casba (in arabo قصبة?, qaṣba, letteralmente "cittadella", "rocca", "fortezza", talvolta attestato anche come kasba o con le grafie francesi qasbah e kasbah[1]) è, nell'architettura islamica, una cittadella fortificata situata nella parte interna di una città, tipica del Maghreb.[2][3]

Per estensione e talvolta impropriamente, il termine è usato dagli Europei per indicare tutti i quartieri delle città vecchie arabe (per esempio la casba di Algeri), situati solitamente su una collina.[3] Nella lingua italiana il termine è talora usato per i quartieri malfamati di una città anche europea.[2]

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

Spesso cinte da mura difensive e talvolta solcate da stradine su cui insistevano abitazioni private, all'esterno presentano torri e mura lisce, coronate da merli, e con piccole e scarse aperture, in conformità alle loro funzioni di difesa. In alcuni casi comprendono anche granai (ighrem) e magazzini (agadir), costruiti su più piani. All'interno sono presenti ambienti disposti intorno a piccole corti. Le numerose terrazze sono raggiungibili da scale esterne.

Nel sud del Marocco questi tipi di costruzioni possono essere castelli appartenenti a una singola famiglia. Sii trovano nell'Alto Atlante, nelle oasi e lungo i fiumi Draa, Dades e Ziz, e furono costruite a partire dal Seicento. Le strutture sono state realizzate con la tecnica costruttiva del "pisé" (paglia e piccoli ciottoli cementati con fango) o in terra cruda. Le mura sono decorate con motivi berberi, a rilievo o incisi. Il rivestimento a intonaco serviva ad assicurare una migliore conservazione contro l'acqua: in alcuni casi gli attacchi a queste fortezze erano condotti deviando un corso d'acqua che ne danneggiasse facilmente le basi.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Casba, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 10 febbraio 2021.
  2. ^ a b Treccani.it.
  3. ^ a b Sapere.it.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Lemma «Ķaṣaba» (Gaston Deverdun), in: The Encyclopaedia of Islam, II ed., vol. 4, Leiden, E.J. Brill, 1997, pp. 684–686

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