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Risorgimento nella musica
Giuseppe Verdi

La musica nel periodo risorgimentale è caratterizzata sia dalla composizione di canti patriottici popolari che dai riferimenti all'unità d'Italia e alla lotta contro lo straniero contenuti nelle prime opere di Giuseppe Verdi. Nel 1847 il musicista Michele Novaro scrive Il Canto degli italiani, più noto come "Inno di Mameli" dal nome del poeta che ne scrisse il testo e morì due anni dopo durante la difesa della Repubblica Romana, il canto sarà scelto come l'inno nazionale della Repubblica Italiana nel 1946. Durante i moti del 1848 il poeta Carlo Alberto Bosi compose il famoso e a quel tempo popolarissimo canto Addio mia bella addio, noto anche come l' "Addio del volontario".

Nel 1858, alla vigilia della seconda guerra d'indipendenza, viene scritto da Paolo Giorza ispirandosi ad alcuni canti popolari lombardo-piemontesi La bella Gigogin, con un testo misto in italiano e milanese, che veniva cantato come invito a Vittorio Emanuele a entrare in guerra contro l'Austria; qualche mese prima dello scoppio della guerra il poeta Luigi Mercantini, su richiesta di Garibaldi, scrisse il testo per l'Inno di battaglia dei volontari garibaldini Cacciatori delle Alpi musicato da Alessio Olivieri, un canto di battaglia conosciuto come Inno di Garibaldi. Nel corso della spedizione dei Mille divenne popolare il canto Camicia rossa, il cui testo sarà aggiornato dopo la "giornata dell'Aspromonte", la battaglia di Digione e la battaglia di Domokos; durante la Resistenza verrà cantato dai partigiani delle formazioni garibaldine

La figura Giuseppe Verdi e alcune arie delle sue opere sono assunte a simbolo del risorgimento: in Va, pensiero non sfugge la somiglianza fra il popolo ebraico in schiavitù e quello italiano sottomesso all'Austria; le parole "Si ridesti il Leon di Castiglia, e d'Iberia ogni monte .." del coro dei congiurati dell'Ernani, sono modificate dai patrioti in ""Si ridesti il Leon di Venezia, e d'Italia ogni monte ..", ed il cappello all'Ernani diventerà una sorta di divisa per i rivoltosi nell'anno 1848. Il suo stesso nome viene utilizzato, nello slogan " Viva V.E.R.D.I." scritto sui muri, per inneggiare a Vittorio Emanuele Re D ' Italia. Infine il musicista sarà incaricato di presentare formalmente a Torino i risultati del plebiscito emiliano per l'annessione e sarà nominato senatore del Regno d'Italia.