Ponte Garibaldi (Verona)
Ponte Garibaldi | |
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Localizzazione | |
Stato | Italia |
Città | Verona |
Attraversa | Adige |
Coordinate | 45°26′48.91″N 10°59′39.08″E |
Dati tecnici | |
Tipo | ponte ad arco |
Materiale | cemento armato |
Lunghezza | 75 m |
Larghezza | 11 m |
Mappa di localizzazione | |
Il ponte Garibaldi è un ponte che si trova nella città di Verona e che attraversa il fiume Adige.
Storia
Il ponte venne costruito da un'impresa veneziana su concessione del Comune di Verona, fu concluso il 16 agosto 1864, e intitolato a Giuseppe Garibaldi nel 1867 quando Verona era già diventata italiana. Il ponte era lungo 75 metri e largo 9 metri, con tre arcate su piloni di ferro. Il luogo venne scelto per facilitare la comunicazione con Piazza Erbe ed il centro storico. Nei lavori vennero trovati tra l'altro i resti di un ponte antico, probabilmente romano.
Il ponte venne successivamente distrutto, e prese il suo posto un traghetto che congiungeva le due sponde. Venne poi costruito nello stesso punto un altro ponte da un'impresa inglese, che ricevette il pedaggio di 2 centesimi di lira a persona fino al 1913. A molte vie e luoghi che sorsero dopo la costruzione del ponte si diedero nomi legati alle imprese e agli eroi dell'epoca Garibaldina.
Demolito nel 1934, il ponte venne fatto ricostruire in cemento armato su piloni di pietra l'anno successivo, in quanto quello antecedente era insufficiente per la città. A migliorare il decoro del ponte vennero poste quattro statue in tufo, ad opera dello scultore Ruperto Banterle, raffiguranti il Condottiero, il Nocchiero, la Madre e l'Agricoltura. Le statue furono rifatte nel 1939 in quanto il materiale estremamente tenero e friabile si stava visibilmente deteriorando. La notte del 25 aprile 1945 il ponte venne fatto saltare dalle truppe tedesche in ritirata, e la sua ricostruzione fu affidata ad una società milanese. Fu riaperto al passaggio nell'agosto del 1947.
Struttura
Il ponte presente oggi è lungo 75 metri e largo 11 metri, ha tre arcate ed è stato costruito in cemento armato.
Note
Bibliografia
- Penelope Brownell e Francesco Curcio, Verona, Verona, Cierre edizioni, 2016, p. 57, ISBN 978-88-8314-798-2.
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