Ponte diga del Chievo

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Ponte-diga del Chievo
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
CittàVerona
AttraversaAdige
Coordinate45°27′37.19″N 10°56′42.65″E / 45.46033°N 10.94518°E45.46033; 10.94518
Dati tecnici
TipoDiga
MaterialeCalcestruzzo armato e acciaio
Realizzazione
Costruzione1920-1923
Mappa di localizzazione
Map

Il ponte diga del Chievo è una diga, con anche funzione di ponte ciclo-pedonale, situato lungo il fiume Adige nella città di Verona, nei pressi della frazione di Chievo.[1]

Storia e descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il ponte-diga appena terminato

La struttura, in cui si fece uso di materiali quali il calcestruzzo e l'acciaio, venne iniziata nel 1920 e inaugurata il 29 marzo 1923. La costruzione fu finanziata da un consorzio formato dal Comune di Verona e da alcune realtà industriali dell'epoca: le Cartiere Fedrigoni, i Mulini Consolaro e il Cotonificio Veneziano.[2]

Lo scopo della diga era principalmente quello di elevare il livello dell'acqua dell'Adige per aumentarne l'immissione nell'attiguo canale Camuzzoni, che qui inizia il suo corso. Il canale, realizzato a fine Ottocento, era infatti fondamentale per l'alimentazione delle centrali idroelettriche e delle fabbriche poste in località Basso Acquar, zona industriale sorta a sud di Verona.[1]

Il 25 aprile 1945 la diga fu gravemente danneggiata dai soldati tedeschi che si stavano ritirando e quindi ricostruita, rispettando le caratteristiche dell'originale, nel 1946.[3]

Il ponte-diga è costituito di otto arcate, in cui nell'ultima, sulla destra, è presente una conca che tramite la gestione dei livelli delle acque consentiva anche la navigazione fluviale, al tempo della costruzione ancora presente.[3]

Galleria fotografica della costruzione[modifica | modifica wikitesto]

Tutte le fasi della costruzione furono documentate dal fotografo da Gustavo Alfredo Bressanini, titolare di uno studio fotografico presente a Verona e fondato dal padre. A seguire alcune delle foto scattate.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Patuzzo, p. 172.
  2. ^ Patuzzo, pp. 172-173.
  3. ^ a b Patuzzo, p. 173.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • AA.VV., Il canale Camuzzoni, Consorzio canale industriale Giulio Camuzzoni.
  • Mario Patuzzo, L'Adige: Verona e i suoi ponti, Vago di Lavagno, Gianni Bussinelli, 2015, ISBN 978-88-6947-129-2.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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