Piero Maroncelli

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L'arresto di Silvio Pellico e Pietro Maroncelli (Carlo Felice Biscarra, Museo Civico di Saluzzo)

Pietro Maroncelli (Forli, 21 settembre 1795New York, 1 agosto 1846) è stato un patriota, musicista e scrittore italiano, noto per essere stato compagno di prigionia di Silvio Pellico.

Biografia

Studiò musica a Napoli. Nel 1813, fu espulso dal Conservatorio Musicale di Napoli, dove ebbe come condiscepolo Gaetano Donizetti e come Maestro Giovanni Paisiello, per aver fondato una società segreta detta della "Colonna Armonica".

A Roma venne dichiarato "eretico e sedizioso", e scontò un anno di carcere nelle tetre segrete di Castel Sant'Angelo per un "Inno a S. Jacopo".

Partecipò attivamente alla Carboneria e per questo fu imprigionato nel 1817 a Forlì. Passò a Milano, dove conobbe Silvio Pellico, e dove partecipò alle attività carbonare, nella setta dei "Federati" assieme a Silvio Pellico e altri. A Milano svolse l'attività di musicista, collaborando a scrivere anche musiche per rappresentazioni teatrali. Conobbe così la famiglia di teatranti più importante dell'Ottocento: i Marchionni, intrecciando una delicata storia d'amore con una delle sorelle Marchionni.

Fu arrestato, per sua stessa leggerezza nel lasciare documenti compromettenti alla mercé degli investigatori austriaci, nel 1820 con Silvio Pellico. Entrambi furono sottoposti a processo, dai cui Atti si evince che Maroncelli cedette agli stringenti interrogatori degli inquirenti rivelando particolari cruciali sull'organizzazione carbonara e rivestendo così un ruolo quasi da pentito. Maroncelli e Pellico furono comunque condannati a morte. La pena per Maroncelli fu però commutata, a pochi istanti dall'esecuzione capitale allestita in Piazza San Marco a Venezia, in 20 anni di carcere duro, da scontarsi nella fortezza dello Spielberg a Brno in Moravia. La stessa sorte subì il Pellico, la cui pena venne commutata in 15 anni. Il 10 aprile 1822 i due amici entrarono allo Spielberg e ne uscirono il 1º agosto 1830. Allo Spielberg gli fu amputata una gamba. L'episodio è descritto con vivida commozione in un capitolo de "Le mie prigioni". Maroncelli fu graziato nel 1830.

Nel 1832 andò esule a Parigi, dove pubblicò le Addizioni, una sorta di sue aggiunte personali a Le mie prigioni del Pellico. A Parigi aderì al socialismo utopistico di Charles Fourier.

Nel 1833 si recò a New York, insieme alla moglie, Amalia Schneider, cantante lirica tedesca sposata a Parigi, su invito del grande e ormai anziano librettista di Mozart Lorenzo Da Ponte, che aveva fondato il primo Teatro d'Opera d'America e cercava musicisti da coinvolgere nella nuova avventura. A New York Piero insegnò musica, seguendo occasionalmente la moglie in alcune tournées, ma fu nel complesso sfortunato. Cercò anche di diffondere le idee socialiste utopistiche del Fourier. Suo grande amico di quegli ultimi anni fu Edgar Allan Poe.

Morì nel 1846 in condizioni economiche disagiate, cieco e con segni di squilibrio mentale, triste eredità di un'antica malattia, forse la sifilide, contratta ai tempi degli studi musicali napoletani. Fu sepolto nel cimitero di Greenwood a New York. Alla sua morte andò colpevolmente dispersa la sua vasta biblioteca personale, a quei tempi considerata la maggiore di New York.

Nel 1886 ci fu il ritorno dei suoi resti in patria, a Forlì, con tardive celebrazioni.

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