Piazza Meyazia 27

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Piazza Meyazia 27
Altri nomiPiazza Miazia 27
Localizzazione
StatoBandiera dell'Etiopia Etiopia
CittàAddis Abeba
DistrettoArat Kilo
Informazioni generali
Tipopiazza
Intitolazione5 maggio, giorno della liberazione di Addis Abeba
Costruzione1930 circa
Collegamenti
Luoghi d'interesseMonumento al Meyazia 27
Mappa
Map
Coordinate: 9°01′58.3″N 38°45′48.15″E / 9.03286°N 38.763376°E9.03286; 38.763376

La Piazza Meyazia 27 o Piazza Miazia 27[1] (in amarico: ሜያአዚያ 27 አደባባይ, Mēya’āzīya 27 ādebabayi), spesso citata localmente come Arat Kilo ("quattro chilometri") dal distretto nella quale si trova,[2] è un'intersezione storica e importante di Addis Abeba, la capitale dell'Etiopia, situata tra le vie Adua, Re Giorgio VI e Regina Elisabetta II. Il nome indica il 27 Miazia, il 5 maggio nel calendario etiopico, che fu sia il giorno nel quale Addis Abeba fu presa dall'Italia nel 1936 sia quello in cui fu liberata nel 1941.[3] Il parco lì situato è sotto l'egida dell'agenzia dello sviluppo del territorio e del rinnovamento urbano di Addis Abeba.

Luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Molti edifici del governo etiope e dell'università di Addis Abeba si trovano vicino la piazza:[4] la parte orientale della piazza è dominata dal ministero dell'Educazione, nella parte occidentale si trova il dipartimento di informatica dell'università di Addis Abeba e il museo archeologico. Tra l'assortimento eterogeneo degli edifici adiacenti si trovano la cattedrale della Santissima Trinità,[2] il palazzo del Parlamento e l'edificio del palazzo imperiale.

La Piazza Meyazia 27 è celebre per il suo obelisco solenne costruito per l'incoronazione di Hailé Selassié nel 1930.[5] Nel 1936, durante l'occupazione dell'Etiopia da parte dell'Italia fascista, il monumento fu rimosso, mentre dopo la liberazione dell'Etiopia fu ricostruito. Il monumento storico raffigura un Leone di Giuda e un cerchio di figure a rilievo e pannelli monumentali che celebrano la liberazione dell'Etiopia. Dopo la rivoluzione etiope, il Derg fece rimuovere il rilievo dell'imperatore Hailé Selassié dal monumento. Alla fine della guerra civile etiope, il monumento tornò allo stato originario.[6]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Oscar Rampone, Avvenne in Eritrea, Editrice nuovi autori, 1985. URL consultato il 10 marzo 2023.
  2. ^ a b (EN) Rough Guides, The Rough Guide to Ethiopia, Rough Guides UK, 2 marzo 2015, ISBN 978-0-241-18185-0. URL consultato il 10 marzo 2023.
  3. ^ (EN) Duncan Forbes, The Heart of Ethiopia, 1972, p. 17.
  4. ^ (EN) Randi Rønning Balsvik, Haile Sellassie's students: the intellectual and social background to revolution, 1952-1977, 1985, p. 22.
  5. ^ (EN) Marco Antonsich, "Signs of power: Fascist urban iconographies in Ethiopia (1930s–1940s)" in GeoJournal, 52 (4), 2001, pp. 325–338.
  6. ^ (EN) Imperial Monuments of Ethiopia, su www.angelfire.com. URL consultato il 10 marzo 2023.