Phelsuma standingi

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Felsuma di Standing
Phelsuma standingi
Stato di conservazione
Vulnerabile[1]
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Sottoregno Eumetazoa
Phylum Chordata
Classe Reptilia
Ordine Squamata
Sottordine Sauria
Infraordine Gekkota
Famiglia Gekkonidae
Sottofamiglia Gekkoninae
Genere Phelsuma
Specie P. standingi
Nomenclatura binomiale
Phelsuma standingi
Methuen & Hewitt, 1913
Areale

Phelsuma standingi Methuen & Hewitt, 1913 è un sauro della famiglia Gekkonidae, endemico del Madagascar.[2]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

È un sauro che può raggiungere i 28 cm di lunghezza[2]; la livrea ha una colorazione che varia dal grigio al marrone; la coda è azzurrastra, mentre la testa è generalmente verde[3]. Presenta un evidente dimorfismo sessuale: in zona cloacale il maschio presenta pori preanali molto accentuati rispetto alla femmina ed un rigonfiamento nella zona degli emipeni[3].

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

È un geco arboricolo, attivo nelle ore diurne[3].

È una specie prevalentemente insettivora, che integra la propria dieta con frutta e polline[3].

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

L'areale della specie è ristretto alle foreste del fiume Onilahy, nel Madagascar sud-occidentale.[2]

Conservazione[modifica | modifica wikitesto]

La IUCN Red List, a causa della progressiva distruzione del suo habitat causato dalla deforestazione, classifica P. standingi come specie Vulnerabile.[1]
Gran parte del suo attuale areale ricade all'interno del Parco nazionale di Zombitse-Vohibasia.

È inserita nella Appendice II della Convention on International Trade of Endangered Species (CITES)[4]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) Raxworthy, C.J. & Vences, M. 2010, Phelsuma standingi, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ a b c Phelsuma standingi, su The Reptile Database. URL consultato il 9 settembre 2014.
  3. ^ a b c d Phelsuma standingi, su Italian Gekko. URL consultato il 9 settembre 2014 (archiviato dall'url originale il 16 gennaio 2014).
  4. ^ CITES - Appendices I, II and III (PDF), su Convention On International Trade In Endangered Species Of Wild Fauna And Flora, International Environment House, 2011 (archiviato dall'url originale il 4 agosto 2012).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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