Palazzo Bolognetti-Torlonia

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Palazzo Bolognetti-Torlonia
Veduta di Giuseppe Vasi (1761) che rappresenta la Piazza Venezia dell'epoca. A sinistra si vede il Palazzo Bolognetti-Torlonia, mentre di fronte vi è il Palazzetto Venezia, ora spostato a lato della piazza.
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneLazio
LocalitàRoma
IndirizzoPiazza Venezia
Coordinate41°53′47.3″N 12°28′59.2″E / 41.896472°N 12.483111°E41.896472; 12.483111
Informazioni generali
CondizioniDemolito
Demolizione1903

Il Palazzo Bolognetti-Torlonia, ad oggi demolito, è stato un palazzo storico sito in Piazza Venezia, Roma, Italia.

Descrizione storica[modifica | modifica wikitesto]

Il palazzo fu costruito nel sec. XVII su progetto di Carlo Fontana[1] per i Bolognetti, principi di Vicovaro. Era posto alla fine di via del Corso, di fronte al Palazzo Venezia, nell'area ora occupata dalla piazza.

Nel 1775 la famiglia proprietaria si estinse nei Cenci, da allora Cenci - Bolognetti. Questi, già proprietari dei palazzi al Monte dei Cenci, lo cedettero nel 1807 a Giovanni Torlonia, dal quale passò poi al figlio Alessandro.

I Torlonia restaurarono ed arricchirono il palazzo in due fasi, subito dopo l'acquisto e poi a partire dalla metà degli anni '30 del sec. XIX. Il restauro fu affidato all'architetto Giovanni Battista Caretti; gli affreschi furono eseguiti da Francesco Podesti. Ai lavori contribuirono artisti come Canova, Thorvaldsen, Tenerani, Cognetti e Diofebi. Il palazzo fu il centro di una attivissima vita mondana, e vide tra i suoi ospiti i Re di Baviera, oltre che aristocratici russi e legislatori dello Stato del Baden.

Il palazzo venne infine demolito nel 1903, per rendere simmetrica e più ampia la piazza in cui stava sorgendo il Monumento a Vittorio Emanuele II. Prima della demolizione, le decorazioni e gli affreschi delle pareti del palazzo vennero fotografati e i mobili vennero venduti: alcune di queste opere sono ancora visibili al pubblico presso il Museo di Roma di Palazzo Braschi.

Il piano nobile del palazzo comprendeva la Galleria di Teseo, la sala di Psiche, la sala di Diana e la sala degli ospiti (ora ricostruita al Palazzo Braschi). Un'altra ala del palazzo era chiamata Galleria dell'Ercole, di Canova, prendendo il proprio nome dal gruppo di statue “Lica Heracles” di Antonio Canova, oggi alla Galleria Nazionale di Arte Moderna sempre a Roma: questa era un misto tra museo e sala di ricevimento con quadri e decorazioni in gesso, con specchi, mobilio, elementi d'argento e copie di sculture antiche greche e romane.

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Anthony Majanlahti e Amedeo Osti Guerrazzi, Roma divisa 1919-1925: Itinerari, storie, immagini, Milano, Il Saggiatore, 2014.
  • Carlo Fea, Nuova descrizione di Roma antica e moderna, e de'suoi contorni, Roma, Puccinelli, 1820.
  • Stefano Grandesso, La vendita delle disiecta membra di palazzo Torlonia a piazza Venezia, in Andrea Bacchi, Giovanna Capitelli (a cura di), Capitale e crocevia. Il mercato dell’arte nella Roma sabauda, Cinisello Balsamo (Milano), SilvanaEditoriale, 2020, p. 257, ISBN 9788836647576.

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