Operazione Annibale
Operazione Annibale parte del fronte orientale della seconda guerra mondiale | |||
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Data | 15 gennaio - 8 maggio 1945 | ||
Luogo | Curlandia e Prussia Orientale | ||
Esito | La marina militare tedesca riesce a evacuare circa 1.100.000 tra soldati e civili dai territori orientali del Terzo Reich | ||
Schieramenti | |||
Comandanti | |||
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L'operazione Annibale (in tedesco Unternehmen Hannibal) fu un'operazione militare condotta dalla Kriegsmarine tedesca finalizzata all'evacuazione via mare di truppe e profughi civili dalla Curlandia, dalla Prussia Orientale e dal Corridoio polacco a partire da metà gennaio fino al maggio del 1945, durante l'avanzata dell'Armata Rossa sovietica nella Prussia e nella Pomerania orientale.
L'offensiva della Prussia Orientale dei sovietici del 3º Fronte Bielorusso del generale Ivan Danilovič Černjachovskij iniziò il 13 gennaio 1945 e continuò con il 2º Fronte Bielorusso del maresciallo dell'Unione Sovietica Konstantin Rokossovskij nei giorni seguenti, isolando tra il 23 gennaio e il 10 febbraio 1945 la Prussia orientale dal resto del territorio tedesco. Il grand'ammiraglio tedesco Karl Dönitz progettò quindi un'imponente operazione di salvataggio via mare delle truppe e dei profughi civili rimasti intrappolati dall'avanzata sovietica, affidandone l'esecuzione all'ammiraglio Oskar Kummetz (comandante delle forze navali nel Mar Baltico) e al contrammiraglio Conrad Engelhardt (comandante della flotta trasporti della marina militare).[1] Dönitz diede avvio all'operazione, denominata Annibale, con un radiomessaggio inviato da Gotenhafen, nella parte occupata della Polonia, il 23 gennaio 1945: l'obiettivo di Dönitz, come si legge nelle sue memorie scritte dopo la guerra, era quello di evacuare quante più persone possibile e di portarle lontano dai sovietici.[2]
Fino al suo suicidio, Adolf Hitler insistette perché la guerra continuasse. L'ondata di sfollati civili tramutò l'operazione nella più grande evacuazione di emergenza via mare della storia: per un periodo di oltre 15 settimane fra le 494 e le 1.080 navi mercantili e da guerra di tutti i tipi, dai transatlantici alle imbarcazioni da pesca[3], trasportarono fuori dai territori accerchiati tra gli 800.000 e i 900.000 sfollati e 350.000 soldati[4], trasferendoli nella Germania settentrionale e nella Danimarca occupata dai tedeschi. L'operazione ebbe fine solo l'8 maggio 1945, con la fine della seconda guerra mondiale in Europa.


Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Koburger, Charles W., Steel Ships, Iron Crosses, and Refugees, Praeger Publishers, NY, 1989, p.71.
- ^ Dönitz, Karl, Memoirs, Ten Years and Twenty Days, Da Capo Press, NY, 1997.
- ^ Williams, David, Wartime Disasters at Sea, Patrick Stephens Limited, Nr Yeovil, UK, 1997, p.225 (figure of 494 merchant vessels); Brustat-Naval, Fritz, Unternehmen Rettung, Koehlers Verlagsgeschellshaft, Herford, Germany, 1985, p.240 (figure of 790 vessels of all types); Koburger, Charles W., Steel Ships, Iron Crosses, and Refugees, Praeger Publishers, NY, 1989, p.92 (figure of 1,080 merchant vessels).
- ^ Andreas Kossert, Damals in Ostpreussen, München, 2008, p.160 ISBN 978-3-421-04366-5