Ollegario di Tarragona

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Beato Ollegario di Tarragona
Statua del beato Ollegario nella cattedrale di Barcellona
 

Vescovo

 
NascitaXI secolo
Morte6 marzo 1137
Venerato daChiesa cattolica
Ricorrenza6 marzo

Ollegario, in latino Ollegarius o Ildegarius, (XI secolo6 marzo 1137), è stato vescovo di Barcellona e poi arcivescovo di Tarragona. Il suo culto come beato è stato confermato da papa Clemente X nel 1675.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Suo padre Ollegario era segretario di Raimondo Berengario I, conte di Barcellona, e sua madre si chiamava Guilla (o Guilia). La sua educazione, sin dall'infanzia, fu affidata alla scuola cattedrale di Barcellona: divenne sacerdote e nel 1094 fu eletto preposito del capitolo. Passò poi al clero regolare e divenne canonico del priorato di Sant Adrià de Besòs; attorno al 1110 passò al monastero di San Rufo ad Avignone e ne fu eletto abate.[1]

Fu eletto vescovo di Barcellona ma rifiutò la nomina, finché nel 1116 gli fu imposta da papa Pasquale II: ricevette la consacrazione episcopale nella cattedrale di Maguelone. Mentre si trovava a Gaeta presso papa Gelasio II, su proposta del conte Raimondo Berengario III, il 21 marzo 1118 fu trasferito alla sede metropolitana di Tarragona, appena riconquistata ai mori: fu solerte nell'impegno pastorale e si adoperò per l'osservanza della disciplina ecclesiastica.[1]

Partecipò ai concili di Tolosa e Reims nel 1119, al Concilio Lateranense I del 1123 e di Clermont nel 1130. Callisto II lo nominò legato a latere per la Spagna.[1]

Il culto[modifica | modifica wikitesto]

Il corpo incorrotto del vescovo è conservato in un altare della cattedrale di Barcellona.[1]

Papa Clemente X, con decreto del 18 maggio 1675, ne confermò il culto con il titolo di beato.[2]

Il suo elogio si legge nel martirologio romano al 6 marzo.[3]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Manuel Rodés, BSS, vol. IX (1967), col. 1172.
  2. ^ Index ac status causarum (1999), p. 437.
  3. ^ Martirologio romano (2004), p. 244.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (LA) Prospero Lambertini, De Servorum Dei beatificatione et Beatorum cannizationem, liber II, Bononiae, 1735, pp. 219-220.
  • Il martirologio romano. Riformato a norma dei decreti del Concilio ecumenico Vaticano II e promulgato da papa Giovanni Paolo II, LEV, Città del Vaticano 2004.
  • (LA) Congregatio de Causis Sanctorum, Index ac status causarum, Città del Vaticano 1999.
  • Filippo Caraffa e Giuseppe Morelli (curr.), Bibliotheca Sanctorum (BSS), 12 voll., Istituto Giovanni XXIII nella Pontificia Università Lateranense, Roma 1961-1969.

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