Oenanthe aquatica

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Fellandrio
Oenanthe aquatica
Deutschlands Flora in Abbildungen (1796)
Stato di conservazione
Rischio minimo
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Asteridi
(clade) Euasteridi II
Famiglia Apiaceae
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Ordine Apiales
Famiglia Apiaceae
Genere Oenanthe
Specie O. aquatica
Nomenclatura binomiale
Oenanthe aquatica
(L.) Poir., 1798
Sinonimi

Oenanthe phellandrium Lam.
Phellandrium aquaticum L.
Oenanthe gigantea Zumagl.
Ligusticum phellandrium Crantz
Phellandrium divaricatum Gray

Nomi comuni

Finocchio d'acqua
Finocchio palustre
Fasolaria

Il Fellandrio (Oenanthe aquatica (L.) Poir., 1798) è una pianta erbacea, perenne, appartenente alla famiglia delle Apiaceae, originaria dell'Europa centrale e meridionale.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Predilige ambienti umidi, come fossi o paludi di pianura.

Morfologia[modifica | modifica wikitesto]

Pianta vivace e verde, glabra, con un'altezza variabile dai 50 cm fino ai 2 m, con caule spesso prostrato, solcato, fistoloso, vuoto all'interno e molto ramoso, portante nei nodi inferiori radici sottilissime ed avventizie.

Le foglie sono 2-3 volte pennatosette, le inferiori nell'acqua a lacinie capillari, le superiori fuori dall'acqua a segmenti ovali, inciso dentati.

I fiori raccolti in ombrelle composte, brevemente peduncolate, per la maggior parte laterali ed opposte alle foglie con 7-10 raggi gracili e striati senza involucro e con involucretti composti di parecchi bratte lineari. Calice con 5 denti accrescenti e persistenti nel frutto, 5 petali disuguali bianchi obovati e smarginati ad apice incurvato, stami più lunghi dei petali.

Il frutto (seme) è di colore bruno, lungo 4–5 mm, fusiforme e glabro, con costole dorsali arrotondate e poco sporgenti coronato da un calice persistente carpoforo bipartito, acheni con 5 costole ottuse con una vitta per ogni vallecola e due sulle facce commessurali. Ha un odore poco gradevole.

Specie simili[modifica | modifica wikitesto]

Può essere confusa con la Cicuta virosa ma quest'ultima ha un rizoma con lattice giallo e foglie a segmenti più lunghi e seghettati, i frutti più brevi e fortemente compressi ai lati.
A volte può confondersi con la sedanina selvatica o berula a foglie larghe (Sium latifolium) ma questo, ha foglie a segmenti grandi e seghettati, i frutti hanno vitte numerose e piccolissime.

Principi attivi[modifica | modifica wikitesto]

I semi contengono: olio etereo, difellandrene, bifellandrene, androlo, fellandrale, galattano, mannano, resine, altre sostanze cerose e gommose.[1]

Usi[modifica | modifica wikitesto]

Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.

Tutta la pianta fresca è velenosa, essiccata è innocua. In omeopatia, vengono utilizzati i semi con proprietà tossifughe e per ridurre il catarro bronchiale.[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Giovanni Negri, Erbario Figurato, p. 231.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Giuseppe Lodi, Piante Officinali Italiane, Bologna, Edizioni Agricole Bologna, 1957, p. 791.
  • Giovanni Negri, Erbario Figurato, Milano, Ulrico Hoepli Editore Milano, 1979, p. 459, ISBN 88-203-0279-9.
  • (EN) The British Homoeopathic Society British Homoeopathic Pharmacopoeia, 1876, London WC, The British Homoeopathic Society, p. 362, ISBN 978-1-4255-7966-1.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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