Nothofagus antarctica

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Nothofagus anctarctica
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Superrosidi
(clade) Rosidi
(clade) Eurosidi
(clade) Eurosidi I
Ordine Fagales
Famiglia Nothofagaceae
Genere Nothofagus
Specie N. antarctica
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Ordine Fagales
Famiglia Fagaceae
Genere Nothofagus
Specie N. anctartica
Nomenclatura binomiale
Nothofagus antarctica
(G.Forst.) Oerst.

Nothofagus antarctica (G.Forst.) Oerst. è un albero deciduo appartenente alla famiglia Nothofagaceae originario della Terra del Fuoco.[1] Ha guadagnato il primato dell'albero più a sud della terra grazie alla sua presenza sull'Isola Hoste. Predilige le aree con precipitazioni frequenti[2].

Nomi[modifica | modifica wikitesto]

Nothofagus antarctica, secondo l'accurata descrizione di Lucas Bridges, che visse nella Terra del Fuoco per quarant'anni, aveva molti nomi comuni: "faggio deciduo", "hanis" (nome yamana) e "kualchink" (nome selknam); proprio nelle credenze selknam, comunque, dal faggio deciduo poteva anche nascere uno degli esseri soprannaturali in cui credevano, Kmantah, uno spirito vestito di corteccia di faggio.[3]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

È una pianta che di solito cresce tra i 25 e i 10 m di altezza, con tronco slanciato e corteccia squamosa[4]. Le foglie sono semplici e alternate, lunghe circa 2-4,5 cm. Spesso sono ricoperte da una cera profumata e viscosa, ed il loro colore è verde, ma giallo o arancione in autunno. La loro forma è ovata, con il bordo crespo e arrotondata sulla punta. I fiori sono degli amenti poco appariscenti, giallastri. Il frutto è una capsula di circa 6 cm che contiene 4 semi.

Bridges, nel suo libro, afferma che la sua altezza massima è di circa 30 m, con 6 m di circonferenza, e che cresce soprattutto nelle valli più asciutte delle colline orientali, formando dei boschi. Inoltre, nel confrontarlo col faggio sempreverde, ricorda che quest'ultimo è simile ma possiede delle foglie dalla tessitura più solida, più scure e anche più aromatiche. Bridges ricorda anche che quando il faggio deciduo germoglia, in primavera, agli animali sono molto gradite le sue prime tenere foglie, e quindi ci salgono sopra per mangiargliele; per questo motivo, racconta, alcuni faggi crescono storti per il resto della loro vita.[5] Secondo Bridges la sua linfa, pur avendo un gusto notevolmente acre, è commestibile.[6]

Coltivazione[modifica | modifica wikitesto]

Questa specie è stata piantata sia sulla costa ovest degli Stati Uniti[7] che nelle Fær Øer, ed in entrambi i luoghi ha dimostrato di essere una specie abbastanza rustica[8]. Altri esemplari si trovano in Gran Bretagna.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Nothofagus antarctica (G.Forst.) Oerst., su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 15 gennaio 2021.
  2. ^ N. anctarctica, su chileflora.com. URL consultato il 15 novembre 2013.
  3. ^ Bridges, p. 433.
  4. ^ Immagini di N. antartctica, su chilebosque.cl. URL consultato il 15 novembre 2013.
  5. ^ Bridges, pp. 169-170.
  6. ^ Bridges, p. 314.
  7. ^ (EN) Nothofagus antarctica in Washington Park Arboretum (PDF), su seattle.gov, Seattle Government. URL consultato il 15 novembre 2013 (archiviato dall'url originale il 24 marzo 2009).
  8. ^ Højgaard, A., J. Jóhansen, and S. Ødum (eds) 1989. A century of tree planting in the Faroe Islands. Føroya Frodskaparfelag, Tórshavn

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Donoso, C. 2005. Árboles nativos de Chile. Guía de reconocimiento. Edición 4. Marisa Cuneo Ediciones, Valdivia, Chile. 136p.
  • Hoffmann, Adriana. 1998. Flora Silvestre de Chile, Zona Central. Edición 4. Fundación Claudio Gay, Santiago. 254p.
  • Lucas Bridges, Ultimo confine del mondo, Einaudi, 2009 [1948].

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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