Nippofilia

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La nippofilia è il sentimento di ammirazione e fervido interesse nei confronti del Giappone, della cultura giapponese e del Popolo Yamato. Il termine è stato coniato a partire dal vocabolo in lingua giapponese Nippon (日本?, Giappone). I giapponesi invece si riferiscono a questo sentimento con la parola Shinnichi (親日?).

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Esploratori e missionari occidentali hanno visitato il Giappone sin dal XVI secolo, quando il paese asiatico era impegnato nelle guerre civili del Periodo Sengoku.[1] Tuttavia è solo con la fine dell'isolazionismo Sakoku, dovuto alla Restaurazione Meiji, che il Giappone torna ad aprirsi al resto del mondo.[2] Proprio in quel periodo inizia a crescere l'interesse degli stranieri verso il Sol Levante e le sue usanze, che fino a quel momento erano poco conosciute all'estero.

Una locandina della Madama Butterfly (1904)

La divulgazione della cultura nipponica in Occidente si deve in buona parte agli scritti di Lafcadio Hearn[3], un intellettuale irlandese che si trasferì in Giappone nel 1890 per prestare servizio in qualità di giornalista corrispondente. Egli rimase nel paese come insegnante di lingua inglese, avendo modo di entrare in contatto diretto con la popolazione locale, quindi potendone studiare usi e costumi. Nella seconda metà del XIX secolo il crescente fenomeno del giapponismo, influenzò le produzioni artistiche europee.[4] Molti occidentali iniziarono a collezionare manufatti e opere d'arte giapponesi, in particolar modo divennero ricercatissime le stampe in stile Ukiyo-e[5], come quelle del maestro Hokusai. La cultura giapponese finì ben presto per influenzare anche il teatro e la musica, come accaduto per l'opera lirica italiana Madama Butterfly, del celebre compositore lucchese Giacomo Puccini.[6]

La cortigiana, Dipinto di Van Gogh (1887), esempio di influenza giapponese nell'arte occidentale

Negli anni '30 il generale spagnolo José Millán-Astray, convinto franchista e fondatore della Legione spagnola, dichiarò di essere stato profondamente influenzato dalla figura dei guerrieri samurai e dai principi del Bushido; affermando inoltre che la Spagna sarebbe tornata una grande potenza aderendo a quei valori.[7]

La nippofilia ebbe una battuta d'arresto durante gli anni della Guerra del Pacifico, quando al contrario si diffuse a macchia d'olio un forte sentimento antigiapponese, scaturito dalla politica belligerante e aggressiva attuata dall'Impero nipponico.[8] Tale avversione nei confronti del Giappone è per lo più sopita nei paesi occidentali, ma resta ancora radicata presso quei popoli che hanno subito la dominazione giapponese, soprattutto in Cina, Corea e Taiwan.[9]

A partire dal secondo dopoguerra, il Giappone ha progressivamente recuperato credibilità internazionale, diventando quello che tuttora è il più prezioso alleato dell'Occidente in Asia Orientale.[10] Per di più fu un periodo di grande apprezzamento per quanto riguarda il cinema giapponese, reso celebre dalle opere del regista Akira Kurosawa.[11]

Gli ultimi decenni hanno visto crescere esponenzialmente il numero dei nippofili, soprattutto per via della diffusione in scala globale di anime e manga[12], con la relativa affermazione del fenomeno otaku.[13] Oggi l'attrazione per il paese asiatico incide massicciamente sul turismo in Giappone, che fa registrare oltre 30 milioni di turisti stranieri annui. Il successo dovuto alla sempre più crescente domanda di viaggi verso il paese, ha causato addirittura fenomeni di overtourism, nelle località di maggior interesse.[14]

Note[modifica | modifica wikitesto]

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