Cecità notturna

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
(Reindirizzamento da Nictalopia)
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.
Cecità notturna
Effetti della cecità notturna. A sinistra la normale visione notturna, a destra nel caso di cecità notturna
Specialitàoftalmologia
Classificazione e risorse esterne (EN)
ICD-9-CM368.6
ICD-10H53.6
MeSHD009755
MedlinePlus003039
Sinonimi
Nictalopia

La cecità notturna, nota anche come emeralopia, è una condizione in cui la visione risulta resa difficile dalla presenza di una scarsa quantità di luce.

Eziologia[modifica | modifica wikitesto]

Tale forma di cecità si verifica perché la retina ha perso parzialmente la propria sensibilità. Spesso a tale disturbo si collega un'anomalia specifica: il malfunzionamento dei bastoncelli (fotorecettori retinici con i coni), che comporta appunto un ritardo nell'adattamento agli stimoli luminosi esterni. Generalmente ciò si verifica a causa di un insufficiente apporto di vitamina A (ad esempio secondaria a fibrosi cistica) o del retinolo. Tale carenza (ipovitaminosi) rappresenta, tra l'altro, la causa principale di cecità infantile nel mondo. In altri casi l'origine è genetica. A volte si presenta come conseguenza della malattia di Refsum.

Sintomi[modifica | modifica wikitesto]

I sintomi che accompagnano la cecità notturna sono essenzialmente secchezza dell'occhio ed emicrania.

Cecità stazionaria congenita notturna[modifica | modifica wikitesto]

Col nome di cecità stazionaria congenita notturna si indicano una serie di malattie molto rare che causano disturbi della visione al buio; sono causate da una serie di mutazioni genetiche, che provocano differenti alterazioni dei fotorecettori e di altre cellule retiniche. Queste mutazioni possono essere trasmesse ai discendenti secondo diverse modalità e, ovviamente, comportano come conseguenza la difficoltà nella visione negli ambienti poco illuminati e nelle ore notturne. Nelle forme più blande non si verifica alcuna riduzione della vista in condizione di normale luminosità, ma soltanto una difficoltà di visione negli ambienti con scarsa illuminazione. In genere queste malattie si manifestano lungo l'arco della vita senza peggioramenti; attualmente non esistono terapie, ma ovviamente per il futuro si punta soprattutto alla terapia genica (si 'riparano' i geni difettosi sostituendo alcune sequenze del DNA, generalmente sfruttando un virus vettore svuotato del suo materiale genetico).

Trattamento[modifica | modifica wikitesto]

La terapia attuale prevede il reintegro della vitamina A, l'uso di colliri per facilitare l'accomodazione nel passaggio da luce ad oscurità, e il trattamento di eventuali altre patologie scatenanti la cecità notturna (principalmente retiniti, congiuntiviti, cataratta e coloboma irideo). Integrazione di vitamina A in gravidanza per evitare la forma congenita. Altra alternativa, di recente introduzione (2015), è lo sviluppo di particolari lenti oftalmiche che, sfruttando sofisticate geometrie e trattamenti, possono migliorare contrasto e colore.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Joseph C. Segen, Dizionario di medicina moderna (Concise dictionary of modern medicine), Milano, McGraw-Hill, 2007. ISBN 978-88-386-3917-3.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàThesaurus BNCF 42270 · GND (DE4171048-4
  Portale Medicina: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di medicina