NGC 6520

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NGC 6520
Ammasso aperto
NGC 6520
Scoperta
ScopritoreWilliam Herschel
Data1784
Dati osservativi
(epoca J2000)
CostellazioneSagittario
Ascensione retta18h 03m 24s[1]
Declinazione-27° 53′ 18″[1]
Distanza5140[2] a.l.
(1577[2] pc)
Magnitudine apparente (V)7,6[1]
Dimensione apparente (V)6'
Caratteristiche fisiche
TipoAmmasso aperto
ClasseI 2 r n
Età stimata150 milioni di anni[3]
Altre designazioni
Mel 187; Cr 361; OCl 10[1]
Mappa di localizzazione
NGC 6520
Categoria di ammassi aperti

Coordinate: Carta celeste 18h 03m 24s, -27° 53′ 18″

NGC 6520 è un piccolo ammasso aperto situato nella costellazione del Sagittario; giace vicino a una densa nebulosa oscura nota come B86.

Osservazione[modifica | modifica wikitesto]

Mappa per individuare NGC 6520.

Si individua nella parte occidentale della costellazione, sovrapposto a un ricchissimo campo stellare; la sua posizione è facile da reperire utilizzando come riferimento la stella γ Sagittarii, quindi proseguendo verso nord fino alla vicina W Sagittarii e prolungando la direzione per circa tre volte. Attraverso un binocolo è già ben evidente come una piccola macchia chiara che si staglia sul chiarore diffuso del bulge della Via Lattea, dominata da una stella rossastra di magnitudine 8 situata sul vertice sudorientale; per la sua risoluzione completa occorre un telescopio da almeno 100mm di apertura e ingrandimenti spinti.

A causa della sua declinazione piuttosto meridionale, quest'ammasso può essere osservato principalmente da osservatori situati nell'emisfero australe della Terra, sebbene sia comunque osservabile discretamente anche fino alle latitudini temperate medie.[4] Il periodo migliore per la sua osservazione nel cielo serale è quello compreso fra giugno e ottobre.

Storia delle osservazioni[modifica | modifica wikitesto]

NGC 6520 è stato osservato per la prima volta da William Herschel nel 1784, che lo osservò attraverso il suo riflettore da 18,4 pollici; lo descrisse come un ammasso considerevolmente ricco ma piuttosto disperso; nel New General Catalogue si fornisce anche la stima della magnitudine delle sue stelle membri, compresa fra la 9 e la 13.[5][6]

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

NGC 6520 è un ammasso di ridotte dimensioni apparenti formato da alcune decine di stelle fino alla magnitudine 13; la sua distanza è stimata attorno ai 1577 parsec (5140 anni luce) dal Sole,[2] all'interno del Braccio del Sagittario, probabilmente nello stesso ambiente galattico delle nebulose attorno a Sh2-15, costituenti una regione di formazione stellare. Altre stime indicano una distanza leggermente maggiore, attorno a 1900 parsec (circa 6200 anni luce).[3]

Nei suoi pressi è ben visibile la nebulosa oscura B86, la cui distanza è probabilmente simile a quella dell'ammasso. Se si accetta ciò è lecito aspettarsi che i due oggetti possano avere un'origine comune; tuttavia ciò è realisticamente improbabile, dato che l'ammasso ha un'età di 150 milioni di anni e una nube molecolare come B86 difficilmente può avere un'età superiore ai 10 milioni di anni. Se B86 costituisce un residuo del processo di formazione stellare che ha dato origine all'ammasso, deve essere sopravvissuta a un'intera rivoluzione attorno al centro della Via Lattea.[3]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d SIMBAD Astronomical Database, su Results for NGC 6520. URL consultato il 28 maggio 2013.
  2. ^ a b c WEBDA page for open cluster NGC 6520, su univie.ac.at. URL consultato il 28 maggio 2013.
  3. ^ a b c Carraro, Giovanni; Méndez, René A.; May, Jorge; Mardones, Diego, The Open Cluster NGC 6520 and the Nearby Dark Molecular Cloud Barnard 86, in The Astronomical Journal, vol. 130, n. 2, agosto 2005, pp. 635-642, DOI:10.1086/431284. URL consultato il 28 maggio 2013.
  4. ^ Una declinazione di 28°S equivale ad una distanza angolare dal polo sud celeste di 62°; il che equivale a dire che a sud del 62°S l'oggetto si presenta circumpolare, mentre a nord del 62°N l'oggetto non sorge mai.
  5. ^ Catalogo NGC/IC online - result for NGC 6520, su ngcicproject.org. URL consultato il 28 maggio 2013 (archiviato dall'url originale il 28 maggio 2009).
  6. ^ Stephen James O'Meara, Deep Sky Companions: Hidden Treasures, Cambridge University Press, 2007, ISBN 0-521-83704-9.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Catalogo NGC/IC online, su ngcicproject.org. URL consultato il 28 maggio 2013 (archiviato dall'url originale il 28 maggio 2009).
  • Tirion, Rappaport, Lovi, Uranometria 2000.0, William-Bell inc. ISBN 0-943396-15-8

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