NGC 3680

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NGC 3680
Ammasso aperto
NGC 3680
Scoperta
ScopritoreJames Dunlop
Data1826
Dati osservativi
(epoca J2000.0)
CostellazioneCentauro
Ascensione retta11h 25m 38s[1]
Declinazione-43° 14′ 36″[1]
Distanza3060[2] a.l.
(938[2] pc)
Magnitudine apparente (V)7,6[1]
Dimensione apparente (V)12'
Caratteristiche fisiche
TipoAmmasso aperto
ClasseI 2 m
Età stimata1,2 miliardi di anni[2]
Altre designazioni
Cr 247; Mel 106; OCl 823[1]
Mappa di localizzazione
NGC 3680
Categoria di ammassi aperti

Coordinate: Carta celeste 11h 25m 38s, -43° 14′ 36″

NGC 3680 è un ammasso aperto visibile nella costellazione del Centauro.

Osservazione[modifica | modifica wikitesto]

Mappa per individuare NGC 3680.

La sua posizione non è facile da recuperare, trovandosi in un campo privo di stelle luminose e lontano dalla scia luminosa della Via Lattea: la stella più brillante che si trova nelle vicinanze è infatti la B Centauri, una gigante arancione di magnitudine 4,5; l'ammasso si può rintracciare 4,5 gradi a nord-ovest di questa. Le componenti più luminose sono di decima magnitudine, dunque con un binocolo 10x50 l'oggetto sarà visibile solo come una macchia nebbiosa; una buona risoluzione è invece possibile già con un telescopio da 100mm di apertura. Il loro colore indica che si tratta di stelle in fase già avanzata, e che quindi l'età dell'ammasso deve essere maggiore rispetto alla media.

Quest'ammasso si trova ad una declinazione fortemente australe, pertanto non è osservabile da molte delle regioni abitate dell'emisfero boreale, come l'Europa e quasi tutto il Nordamerica; da diverse regioni abitate dell'emisfero australe, al contrario, si presenza circumpolare.[3] Il periodo migliore per la sua osservazione nel cielo serale è quello compreso fra gennaio e giugno.

Storia delle osservazioni[modifica | modifica wikitesto]

NGC 3680 venne individuato per la prima volta da James Dunlop nel 1826, quando prestava servizio come sovrintendente dell'osservatorio del Nuovo Galles del Sud in Australia; l'astronomo John Herschel lo riosservò in seguito e lo inserì nel suo General Catalogue of Nebulae and Clusters col numero 2418.[4]

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

NGC 3680 è un ammasso di piccole dimensioni e relativamente povero, pur essendo comunque ben contrastato sui campi stellari di fondo; la sua distanza è stimata attorno ai 544 parsec (circa 1770 anni luce)[2] ed è quindi situato in una regione inter-braccio o al più sul bordo interno del Braccio di Orione, a una elevata latitudine galattica.

Si tratta di un ammasso piuttosto vecchio ed evoluto, la cui età è stimata attorno a 1,2 miliardi di anni;[2] grazie a ciò viene spesso utilizzato come un oggetto di riferimento per le teorie sull'evoluzione stellare, similmente ad altri ammassi aperti molto vecchi come NGC 188 e soprattutto M67, anche se quest'ultimo è più vecchio, più popoloso e probabilmente con una metallicità maggiore. Il diagramma colore-magnitudine costruito sulle componenti di NGC 3680 mostra come la sequenza principale sia molto popolata di stelle di massa medio-piccola, anche se la percentuale di incertezza aumenta per le stelle meno luminose della magnitudine 14 a causa della contaminazione con stelle di fondo non appartenenti all'ammasso.[5]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d SIMBAD Astronomical Database, su Results for NGC 3680. URL consultato il 23 agosto 2013.
  2. ^ a b c d e WEBDA page for open cluster NGC 3680, su univie.ac.at. URL consultato il 23 agosto 2013.
  3. ^ Una declinazione di 43°S equivale ad una distanza angolare dal polo sud celeste di 47°; il che equivale a dire che a sud del 47°S l'oggetto si presenta circumpolare, mentre a nord del 47°N l'oggetto non sorge mai.
  4. ^ Catalogo NGC/IC online - result for NGC 3680, su ngcicproject.org. URL consultato il 23 agosto 2013 (archiviato dall'url originale il 28 maggio 2009).
  5. ^ Kozhurina-Platais, Vera; Girard, Terrence M.; Platais, Imants; van Altena, William F.; Ianna, Phillip A.; Cannon, Russell D., A proper-motion study of the open cluster NGC 3680, in Astronomical Journal, vol. 109, n. 2, febbraio 1995, pp. 672-689, DOI:10.1086/117310. URL consultato il 23 agosto 2013.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Catalogo NGC/IC online, su ngcicproject.org. URL consultato il 7 settembre 2009 (archiviato dall'url originale il 28 maggio 2009).
  • Tirion, Rappaport, Lovi, Uranometria 2000.0, William-Bell inc. ISBN 0-943396-14-X

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