Museo arcivescovile di Ravenna
Museo arcivescovile | |
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Entrata del museo | |
Ubicazione | |
Stato | Italia |
Località | Ravenna |
Indirizzo | Palazzo Arcivescovile Piazza Arcivescovado, 1 |
Coordinate | 44°24′54.84″N 12°11′51.42″E |
Caratteristiche | |
Tipo | archeologia, arte sacra |
Istituzione | 1734 |
Apertura | 1734 |
Visitatori | 415 000 (2022) |
Sito web | |
Il museo arcivescovile di Ravenna ha sede nel Palazzo Arcivescovile, nel centro storico della città. Fondato nel 1734, è il primo museo diocesano sorto in Italia.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Nei primi decenni del XVIII secolo, il vescovato decise di demolire e poi ricostruire ex novo la cattedrale medioevale di Ravenna. L'edificio ospitava molti oggetti d'arte appartenenti alla precedente cattedrale paleocristiana, sorta quando la capitale dell'Impero romano era stata trasferita da Milano.
I mosaici, le epigrafi, i capitelli e le lapidi furono asportati. L'arcivescovo Maffeo Nicolò Farsetti (1727-1741) decise di non ricollocarli nella nuova chiesa, ma di raccoglierli in un luogo apposito. Dopo alcuni anni di chiusura, il Museo è stato riaperto nel 2010 in seguito a una serie di interventi di carattere strutturale e impiantistico che ne hanno garantito un nuovo assetto espositivo. Alcuni di questi interventi sono stati realizzati anche grazie ai fondi del Gioco del Lotto, in base a quanto regolato dalla legge 662/96[1].
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Opere
[modifica | modifica wikitesto]Il percorso espositivo, costituito da quattro sale, è molto suggestivo, poiché si alternano in esso ambienti storici, reperti archeologici e opere d'arte. Di notevole rilievo ed interesse:
- l'ambone, proveniente dalla chiesa dei Santi Giovanni e Paolo;
- una statua bizantina acefala, forse raffigurante Giustiniano (VI secolo), in porfido;
- la lastra con il calendario pasquale (VI secolo), in marmo;
- la croce dell'arcivescovo Agnello (VI secolo), in argento;
- i mosaici (XII secolo) dell'abside dell'antica cattedrale ursiana[2], fra cui l'immagine della Madonna in preghiera;
- frammenti tessili;
- una pianeta del X secolo ed un'altra del XIII secolo.
La Torre Salustra
[modifica | modifica wikitesto]Completa la visita la torre romana detta Salustra, dove è esposta:
- la Cattedra vescovile di Massimiano (VI secolo), in avorio.
La Cappella Arcivescovile
[modifica | modifica wikitesto]La visita al Museo offre infine un'emozionante sorpresa: la Cappella Arcivescovile di Sant'Andrea, costruita come oratorio privato da Pietro II, vescovo di Ravenna (494 - 519), e decorata con splendidi mosaici dell'inizio del V secolo, fra cui spiccano:
- nella lunetta Gesù Cristo vincitore che calpesta un leone ed un serpente;
- nella volta Quattro angeli che sorreggono il monogramma di Cristo;
- nei sottoarchi si alternano Medaglioni con busti dei santi.
È l'unica cappella vescovile dell'antichità cristiana giunta fino a noi. Nel 1997 è stata dichiarata dall'UNESCO (insieme ad altri sette monumenti di Ravenna) "Patrimonio dell'umanità".
Il museo è dotato di un sistema di pannelli informativi Braille per i non vedenti.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Copia archiviata, su soprintendenzaravenna.beniculturali.it. URL consultato il 14 ottobre 2016 (archiviato dall'url originale il 14 dicembre 2018).
- ^ Dal nome del vescovo che la fece costruire, Orso Ursus (vescovo) († 396 circa).
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Erminia Giacomini Miari e Paola Mariani, Musei religiosi in Italia, collana Guide Cultura, Milano, Touring Club Italiano, 2005, p. 78.
- Stefano Zuffi, I Musei Diocesani in Italia. Emilia Romagna, Toscana, Marche, vol. 2, Palazzolo sull'Oglio, Famiglia Cristiana, 2003, pp. 22–25.
- Quinto Cappelli, La riapertura dopo otto anni di lavori, in Avvenire, 7 febbraio 2010.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sul Museo arcivescovile di Ravenna
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Scheda del Museo Arcivescovile sul sito del turismo di Ravenna, su turismo.ra.it. URL consultato il 1º febbraio 2020.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 172971812 |
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