Monti Sibillini

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«...E che pensieri immensi,
che dolci sogni mi ispirò la vista
di quel lontano mar, quei monti azzurri,
che di qua scopro, e che varcare un giorno
io mi pensava, arcani mondi, arcana
felicità fingendo al viver mio!»

I Monti Sibillini sono un massiccio situato a cavallo tra Marche e Umbria, lungo la catena appenninica centrale, tra le province di Ascoli Piceno, Fermo, Macerata, Perugia.

I Monti Sibillini sono fondamentalmente costituiti di rocce calcaree, formatesi sui fondali di mari caldi. Le cime superano in molti casi i 2.000 m di quota, come la maggiore del gruppo, il monte Vettore (2.476 m s.l.m.), il Pizzo della Regina o monte Priora, il monte Bove e il Monte Sibilla.

Morfologia

La morfologia dell'area è frutto dell'azione glaciale del quaternario che si riconosce nella valli tipicamente a "U" e negli ampi circhi glaciali ancora riconoscibili. Anche i fenomeni carsici contribuiscono a definire la morfologia del gruppo.

Il gruppo è caratterizzato da un sistema complesso di dorsali nei sensi NNO e SSE che suddivide l'area in tre sottozone:

  • settore Settentrionale;
  • settore Centro-Meridionale;
  • settore Sud-Occidentale.

Il settore Centro-Meridionale include le montagne maggiori del gruppo, culminando nel monte Vettore. È caratterizzato da due dorsali principali, la prima delle quali conginnge il monte Porche con il Monte Sibilla mentre la seconda compie un articolato percorso che va dal monte Palazzo Borghese fino al monte Prata toccando le cime maggiori del gruppo.

Il settore Settentrionale include il monte Bove, massiccio calcareo con imponenti pareti, ed è limitato dalla Val d'Ambro e dalle Gole del Fiastrone.

Il settore Sud-Occidentale non include montagne degne di particolare nota ma include alcune formazioni geologiche tra le più interessanti dei Sibillini, come i Piani di Castelluccio.

Geologia

Panoramica estiva del versante ovest della catena dei Monti Sibillini dal passo di Forca Canapine.

Costituito da rocce calcaree e calcareo-marmose del Mesozoico-basso Terziario, il gruppo dei Sibillini può essere considerato come una formazione geologica relativamente giovane.

In un passato tra i 100 e i 50 milioni di anni fa l'area marina di basso fondale che occupava l'attuale areale dei Monti Sibillini fu sede di ampi movimenti distensivi che hanno portato alla formazione di dorsali sottomarine.

Circa 20 milioni di anni fa, la compressione e il conseguente piegamento delle rocce hanno portato all'emersione dei primi contrafforti.

Dopo 10 milioni di anni, importanti fenomeni tellurici hanno portato ad accavallamenti lungo le faglie, con la formazione delle maggiori cime odierne, su una dorsale approssimativamente in direzione nord-sud.

Un'altra serie di movimenti sismici, 2 milioni di anni fa, per compressione dal lato adriatico, ha portato a fenomeni di sovrascorrimento e accavallamento su altri sistemi di faglia e conferito al gruppo il suo aspetto odierno.

Flora e Fauna

Stella Alpina dei Monti Sibillini

La flora e la fauna sono molto ricche. Sono presenti, tra i mammiferi, il gatto selvatico (Felis silvestris), l'istrice (Hystrix cristata), il lupo (Canis lupus) e il capriolo (Capreolus capreolus).

Fra gli uccelli, sono presenti l'aquila reale, il gufo reale, il falco pellegrino, e tra i rettili la vipera dell'Orsini e la vipera comune (aspis).

Nell'area del monte Vettore sono presenti due endemismi, il coleottero Duvalius ruffoi e, nelle acque del lago di Pilato, il chirocefalo del Marchesoni, un piccolo crostaceo.

La vegetazione è quella tipica dell'area appenninica, con prevalenza di caducifoglie alle basse quote che poi lasciano il posto alla faggeta e, piú in alto, al pascolo.

Dal 1993 l'area è inclusa nel territorio del Parco Nazionale dei Monti Sibillini.

Leggende

File:MontiSibillini.JPG
Una veduta aerea della catena dei Monti Sibillini. Alla estremità destra, in direzione sud, il monte Vettore, la cima più elevata della catena.

Questi monti sono fucina di antiche leggende che gli conferiscono un'aura di mistero.

La presenza di una grotta poco sotto la sommità del Monte Sibilla e quella di un lago alla sommità del monte Vettore, il lago di Pilato, a quota di circa 2.000 m, hanno dato forza per la creazione di mitiche favole pagane attorno a questa catena; in particolare si crede che queste fossero state montagne adatte per consacrare libri per la magia nera e che quella grotta, ormai oggi franata, fosse l'antro infernale della maga Sibilla (da cui prende il nome la catena montuosa) che lì si rifugiò dopo il processo di cristianizzazione dell'Impero romano. [senza fonte]

Sicuramente questo processo di conversione della popolazione fu lento e graduale e, soprattutto, i luoghi più lontani dalle grandi vie di comunicazione o periferici rispetto alle grandi città hanno assorbito molto più lentamente la nuova religione cristiana; non solo, data la loro amenità potevano rappresentare un posto sicuro dove rifugiarsi per coloro che non volevano abbandonare i culti pagani. [senza fonte]

Forse proprio in questo periodo, a cavallo tra il tempo del mondo antico classico e l'età medioevale, nascono le prime grandi leggende che porteranno questi monti ad essere luogo di pellegrinaggio di molti stregoni [senza fonte], ma anche di cavalieri erranti che qui passavano per sfidare la maga o per chiederle dei vaticinî come nella nota favola del Guerrin Meschino di Andrea da Barberino, una cui parte è qui ambientata.

Bibliografia

  • Bernardino Gentili, Note di Geomorfologia del Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Collana dei Quaderni scientifico-divulgativi del Parco Nazionale dei Monti Sibillini., Ancona, Anniballi Grafiche, 2002.

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