Milutin Bojić

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Milutin Bojić

Milutin Bojić (Belgrado, 18 maggio 1892Salonicco, 8 novembre 1917) è stato un poeta, drammaturgo e critico letterario serbo, considerato uno tra i migliori poeti serbi[1].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Busto di Milutin Bojić a Belgrado

Milutin Bojić nacque a Belgrado il 19 maggio 1892, in una famiglia di artigiani. La sua famiglia si trasferì da Zemun a Belgrado, mentre i suoi antenati provenivano dalla Bosnia. Suo padre si chiamava Jovan, ed era un calzolaio di professione con una bottega artigianale.[1]

Sua madre si chiamava Sofia, originaria della famiglia Bogojević. Milutin era il più vecchio dei loro cinque figli. Aveva due fratelli di nome Radivoje e Dragoljub e due sorelle, Jelica e Danica.[1]

La sua famiglia si trasferì da Zemun a Belgrado, mentre i suoi antenati provenivano dalla Bosnia.[1]

Trascorse la sua infanzia in un'atmosfera lavorativa, e quell'aspetto formò la sua personalità. Milutin frequentò la scuola elementare di Terazije, poi dato che aveva un buon rendimento scolastico, venne iscritto nel 1902 al dipartimento reale della Seconda scuola superiore di Belgrado e dal 1905 all'Università di Belgrado.[1][2]

Durante la sua carriera di studi e durante le guerre balcaniche, si dedicò al giornalismo, anche di guerra, collaborando con Dnevnom listu, Vencu, Delu, Srpskom književnom glasniku e Pijemontu.[1][2][3]

Studiò le opere della letteratura mondiale, della storia della filosofia, della psicoanalisi moderna e le nozioni di base della psicologia, studiò l'arte teatrale nazionale e straniera e insegnò molte lingue estere.[1]

Esordì con il dramma La caduta reale (Kraljeva jesen, 1913), a cui seguì La signora Olga (Gospođa Olga, 1913).[1] Contemporaneamente scrisse le liriche Poesie (Pesme, 1914), e un poema lirico intitolato Caino (Kain, 1915) e si convertì in un poeta patriottico, cantore dell'orgoglio e del dolore della propria nazione: Poesie dell'orgoglio e del dolore (Pesme ponosa i bola, 1917).[4]

La situazione precipitò con la prima guerra mondiale,[3] la madre morì e lui con i suoi fratelli andarono in esilio dapprima a Corfù e poi a Salonicco,[2] seguendo le truppe serbe in ritirata, ma si ammalò di tubercolosi e morì all'età di venticinque anni l'8 novembre 1917.[1]

Meglio conosciuto per la canzone Tomba blu (Plava grobnica) dedicata ai soldati serbi che morirono dopo lo sbarco a Corfù, nel 1916, e i cui corpi vennero gettati in mare nei pressi dell'isola greca di Vida.[1][2][3]

È anche conosciuto per i suoi testi d'amore e versi patriottici basati su motivi nazionali, biblici e classici.[1]

Postumi vennero pubblicati i suoi Sonetti (Soneti, 1922); con la sua morte prematura, l'autore lasciò manoscritti anche alcuni drammi di ispirazione patriottica e di forma simbolica.[4]

Il suo contributo al teatro serbo e alla critica letteraria è stato significativo.[1]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Poesie[modifica | modifica wikitesto]

  • Pjesme (1914);
  • Kain (1915);
  • Pjesme bola i ponosa (1917).

Drammi[modifica | modifica wikitesto]

  • Lanci (1910);
  • Kraljeva jesen (1913);
  • Gospođa Olga (1913);
  • Despotova kruna;
  • Pakao;
  • Slijepi despot;
  • Dvanaesti čas;
  • Uroševa ženidba.

Parodie[modifica | modifica wikitesto]

  • Poslije večere;
  • Stan za samca;
  • Molitva B. Radičevića (1910);
  • Jutro Jove Ilića (1910);
  • Ponoć Đure Jakšića (1910).

Epigrammi[modifica | modifica wikitesto]

  • Predavanje (1910);
  • Čudne praske (1912);
  • Svakog dana Presa traži (1912);
  • Posljednji čovjek (1912);
  • Beogradski pastel (1912);
  • Mokar barut (1913);
  • Enver-bej u Kirenajci (1913);
  • Jedna opomena (1913);
  • Imitacija (1913);
  • Prema svecu i tropar (1913);
  • Prorok poslije Hrista (1913);
  • Ne služi ga karta (1913);
  • Baja-Ganje se pravda (1913);
  • Sve je iscrpljeno! (1913);
  • Kibicovanje (1913);
  • Baja-Ganje pobjeđuje (1913);
  • Pred ručak (1913);
  • Samo strpljenja! (1913);
  • Slaba vajda (1913);
  • Spiritus rektor (1913);
  • Kolera slovenska (1913);
  • Šala, de (1913);
  • Kuku, šta ću s Fečom? (1913);
  • Svak sudi po sebi (1913);
  • Iz zemlje čuda (1913).

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h i j k l (BS) Milutin Bojić, su biografija.org. URL consultato il 22 giugno 2019.
  2. ^ a b c d (BS) Biografija: pesnik Milutin Bojić [collegamento interrotto], su opusteno.rs. URL consultato il 22 giugno 2019.
  3. ^ a b c (EN) Milutin Bojić, su findagrave.com. URL consultato il 22 giugno 2019.
  4. ^ a b Milutin Bojić, in le muse, II, Novara, De Agostini, 1964, p. 327.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (SR) Radivoje Bojić e Radoje Knežević , Ontario:, Milutin Bojić: Pesnik Srbije, Avala Press., Windsor, 1968.
  • (EN) John K. Cox, The History of Serbia, Greenwood Press., Westport, 2002.
  • (EN) Mihailo Đorđević, Serbian Poetry and Milutin Bojić, New York, Columbia University Press., 1977.
  • Tim Judah, The Serbs: History, Myth and the Destruction of Yugoslavia, New Haven, Yale University Press., 2000.
  • (SR) Gavrilo Kovijanić, Život i književni rad Milutina Bojića, Belgrado, Naučna knjiga, 1969.
  • (EN) Marcia Christoff Kurapovna, Shadows on the Mountain: The Allies, the Resistance, and the Rivalries that Doomed WWII Yugoslavia, New Brunswick, John Wiley & Sons, 2009.
  • (SR) Ivan V. Lalić, Milutin Bojić, Belgrade, Narodna knjiga, 1974.

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