May Sayegh

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May Sayegh o May Al-Sayegh[1] (in arabo مي الصايغ?) (Gaza, 1940Amman, 5 febbraio 2023) è stata una poetessa, scrittrice e attivista palestinese, figura di spicco del femminismo palestinese [2].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nata nel 1940 nella città di Gaza, all'epoca parte della Palestina sotto mandato britannico, la madre Hindi Farah era lei stessa una scrittrice e attivista palestinese.

Sayegh intraprese un percorso di studi, culminato in una laurea in filosofia e sociologia, presso l'Università del Cairo. Già nel 1954, a soli quattordici anni, ha assunto la guida della sezione femminile del Partito Ba'th[3], segnando così l'inizio del suo impegno politico e sociale.

Durante la Guerra dei sei giorni fuggì da Gaza per rifugiarsi a Beirut, dove trascorse gran parte della sua vita.

Carriera e attivismo[modifica | modifica wikitesto]

La carriera di Sayegh è stata caratterizzata da un profondo impegno nella lotta per la liberazione del popolo palestinese e per i diritti delle donne. Dal 1976 al 1986, ha ricoperto la carica di segretaria generale dell'Unione Femminile dell'Organizzazione per la Liberazione della Palestina (PLO) ed è stata membro del Consiglio Nazionale Palestinese.[4]

Sayegh fu una delle attiviste di spicco durante la Conferenza delle Donne delle Nazioni Unite del 1980 a Copenhagen, dove il suo discorso in favore della pace, dell'uguaglianza e dello sviluppo suscitò diversi echi di supporto.[5]

Vita privata[modifica | modifica wikitesto]

Sayegh è stata sposata con Abu Hatam, un funzionario dell'OLP.[4] È scomparsa il 5 Febbraio 2023, all'età di 82 anni.

Il pensiero politico[modifica | modifica wikitesto]

Conflitto israelo-palestinese[modifica | modifica wikitesto]

Sayegh è stata conosciuta per le sue decise vedute anti-sioniste, affermando che l'obiettivo dei palestinesi fosse la liberazione della Palestina e che chiunque aspirasse a meno fosse un traditore.[6] Ha espresso il suo attivismo anche attraverso la poesia, scrivendo commoventi versi sulle lotte delle donne nei campi profughi palestinesi.[6] Le sue opere sono state pubblicate su importanti riviste arabe e ha partecipato a festival di poesia in tutto il mondo arabo.

Diritti delle donne[modifica | modifica wikitesto]

May Sayegh si è distinta come fervente sostenitrice dei diritti delle donne all'interno della comunità palestinese, promuovendo una maggiore inclusione femminile nel Consiglio Nazionale Palestinese e nelle politiche decisionali. Ha contestato la segregazione di genere e la politica di Fatah che subordinava le donne agli uomini in base al genere, promuovendo l'uguaglianza di genere.[7][8]

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Nel corso della sua vita, Sayegh ha ricevuto numerosi riconoscimenti per il suo impegno, tra cui il premio Ana Betancourt, conferitole dal presidente cubano Fidel Castro negli anni '80. La sua vita e il suo lavoro sono stati inoltre celebrati nel documentario del 2001 "Storie da Gaza", diretto dalla regista libanese Arab Loutfi.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ May Al Sayegh, su All4Palestine.org. URL consultato il 3 marzo 2024.
  2. ^ (AR) وفاة الشاعرة والمناضلة الفلسطينية مي الصايغ عن عمر ناهز 82 سنة [Muore all’età di 82 anni la poetessa e attivista palestinese Mai Sayegh], su raya.ps.
  3. ^ (EN) Ilan Pappé, The Israel/Palestine Question, London, Psychology Press, 1999, ISBN 978-0-415-16948-6.
  4. ^ a b (EN) Fawaz Turki, Soul in Exile, New York, NYU Press, 1988, pp. 13-14, ISBN 978-0-85345-747-3.
  5. ^ (EN) UN Women's Conference - a success for progress, in Kabul New Times Saturday, 2 agosto 1980. URL consultato il 3 marzo 2024.
  6. ^ a b Abdelrazek (2007), p.136
  7. ^ Matos & Ward (2012), p. 202
  8. ^ (EN) Christine Dugas, Women in the PLO: rifles, fatigues, but no veils [Donne nell'OLP: fucili, tute, ma niente veli], su Christian Science Monitor, 31 luglio 1981. URL consultato il 3 marzo 2024.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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