Marocchinate

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Marocchinate è il termine usato per indicare lo stupro di massa attuato dai goumiers francesi ai danni di molte persone di ambo i sessi e di tutte le età dopo la battaglia di Monte Cassino.

I Goumiers erano truppe coloniali irregolari francesi appartenenti ai Goums Marocains, un reparto delle dimensioni approssimative di una divisione ma meno rigidamente organizzato, che costituiva il CEF (Corps expeditionnaire francais) insieme a quattro altre divisioni: la Seconda Divisione Marocchina di Fanteria, la Terza Divisione Algerina di Fanteria, la Quarta Divisione di Montagna Marocchina e la Prima Divisone della Francia Libera. I Goums erano al comando del generale francese Augustin Guillaume.

Il 14 maggio 1944 i Goumiers, attraversando un terreno apparentemente insuperabile nei monti Aurunci, aggirarono le linee difensive tedesche nell'adiacente valle del Liri consentendo al XIII Corpo britannico di sfondare la linea Gustav e di avanzare fino alla successiva linea di difesa predisposta dalle truppe germaniche, la linea Adolf Hitler. In seguito a questa battaglia il generale Alphonse Juin avrebbe dato ai suoi soldati cinquanta ore di "libertà", durante le quali si verificarono le violenze denominate marocchinate.

Ma questo fenomeno non nacque in questa zona dell'Italia: la prima notizia di uno stupro da parte dei goumiers si ha l'11 dicembre 1943. Secondo Jean-Christophe Notin questi furono "i primi echi di comportamenti reali, o più spesso immaginari, di cui saranno accusati i marocchini".

Le cifre in proposito sono molto varie. [1]

Testimonianze sulle marocchinate

Il sindaco di Esperia (comune in provincia di Frosinone) affermò che nella sua città 700 donne su un totale di 2.500 abitanti furono stuprate e, alcune di esse, in seguito a ciò morirono. Con l'avanzare degli alleati lungo la penisola, eventi di questo tipo si verificarono altrove: nel Lazio settentrionale e nella Toscana meridionale i Goumier stuprarono e, a volte, uccisero donne e giovani dopo la ritirata delle truppe naziste, compresi membri della resistenza italiana.[senza fonte]

In una testimonianza raccolta dal professor Bruno D'Epiro si racconta che il parroco di Esperia cercò invano di salvare tre donne dalle violenze dei soldati: fu legato e sodomizzato tutta la notte e morì in seguito a queste violenze.

Secondo alcune testimonianze a Pico i soldati americani sarebbero giunti mentre i groumiers stavano compiendo le violenze, ma furono bloccati dai loro ufficiali

Però queste violenze non le subirono solo in questa zona dell'Italia: il fenomeno sarebbe iniziato già dal luglio 1943 in Sicilia, propagandosi poi in tutta la penisola e si sarebbe arrestato solo nell'ottobre 1944, quando i CEF furono trasferiti in Provenza. In Sicilia, i groumiers avrebbero avuto scontri molto accesi con la popolazione per questo motivo: si parla del ritrovamento di alcuni soldati uccisi con i genitali tagliati (secondo alcuni un chiaro segnale).

Le autorità francesi, tuttavia, hanno sempre negato che queste affermazioni corrispondessero a verità.

Le reazioni delle autorità

Il 18 giugno del 1944 papa Pio XII sollecitò Charles de Gaulle a prendere provvedimenti per questa situazione. Ne ricevette una risposta accorata e al tempo stesso irata nei confronti del generale Guillaume. Entrò quindi in scena la magistratura francese, che fino al 1945 avviò 160 procedimenti giudiziari nei confronti di 360 individui. A queste cifre bisogna però sommare il numero di quanti furono colti sul fatto e fucilati.

Il giallo del volantino

Per quanto l'originale sia introvabile, si conosce la traduzione di un volantino in francese e arabo che sarebbe circolato tra i groumiers:

«Soldati! Questa volta non è solo la libertà delle vostre terre che vi offro se vincerete questa battaglia. Alle spalle del nemico vi sono donne, case, c'è un vino tra i migliori del mondo, c'è dell'oro. Tutto ciò sarà vostro se vincerete. Dovrete uccidere i tedeschi fino all’ultimo uomo e passare ad ogni costo. Quello che vi ho detto e promesso mantengo. Per cinquanta ore sarete i padroni assoluti di ciò che troverete al di là del nemico. Nessuno vi punirà per ciò che farete, nessuno vi chiederà conto di ciò che prenderete»

La storia del volantino, tuttavia, potrebbe essere stata solo una storia messa in giro per far ricadere la colpa dell'intera vicenda sul generale Juin. Con l'accettazione dell'esistenza di questo volantino (della cui reale esistenza non esistono prove), infatti, si nega la possibilità che questo fenomeno abbia interessato mezza Italia.

Un'ulteriore prova che questo fenomeno non fosse circoscritto alle 50 ore di cui parlerebbe il volantino sarebbe la presenza di moduli prestampati per denunciare le violenze effettuate dai marocchini.

Anche se si nega l'esistenza del volantino, tuttavia, l'acquiescenza di comandanti ed ufficiali ed il carattere sistematico delle violenze ha portato a definire l'idea di una libertà di azione concessa ai soldati nei confronti dei civili. Ai soldati marocchini, cioè, sarebbe stato concesso il diritto di preda.

Le marocchinate al cinema

Il film La ciociara, ispirato al romanzo omonimo di Alberto Moravia e diretto da Vittorio de Sica, racconta di questi eventi. Il film, ed in particolare Sophia Loren, vinse l'oscar alla migliore attrice nel 1962, il primo oscar vinto da un'attrice per un ruolo in un film non anglofono.

Nel film La pelle (film 1981) (1981) di Liliana Cavani, dal romanzo omonimo di Curzio Malaparte, del quale Marcello Mastroianni interpreta il ruolo, si vede una miserrima Napoli di fine guerra dove alcune donne offrono i loro figli adolescenti ai soldati marocchini. Un ufficiale francese li giustifica come "degli ipersessuati [...] (che) lo metterebbero anche in un girasole".


Note

  1. ^ Si segnala una ricerca in merito di Vania Chiurlotto, Donne come noi. Marocchinate, 1944-Bosniache, in DWF, n.17, 1993 che parla di 60mila donne stuprate.

Collegamenti esterni