Marco Zoppo

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Madonna del Latte, Louvre
Madonna col Bambino e santi, Staatliche Museen, Berlino

Marco Zoppo (Cento, 1433Venezia, 1478) è stato un pittore italiano.

La carriera d'artista

Terminati gli anni di formazione presso la bottega di Cosmè Tura, all'età di ventun'anni, Marco Zoppo, divenne figlio adottivo nonché assistente dello Squarcione, a Padova.

Inoltre, egli fu attivo a Venezia, fra il 1455 e il 1473, ed eseguì alcuni lavori a Bologna, incluso un trittico presente all'interno del Collegio di Spagna.

Un dipinto molto ambiguo e contestato è la Testa del Battista di Pesaro, legata al nome di Marco Zoppo a seguito dell'attribuzione di Adolfo Venturi, ma anche a quello di Giovanni Bellini, proposto da Roberto Longhi in Officina Ferrarese. La tesi longhiana è stata negata dal Berenson nel 1932, da Cesare Brandi nel 1949 e dal Robertson nel 1960. Nel 1962 lo Heinemann è tornato a fare il nome dello Zoppo mentre il critico d'arte Daniele Radini Tedeschi, grazie al metodo fisiognomico ha ribadito l'attribuzione al Giambellino.

Influenze artistiche

In un primo periodo artistico il pittore fu influenzato, tramite Squarcione, dalle opere di Donatello, a cui attinse anche il Mantegna, come si può apprezzare dai tratti marcati e decisi, quasi come fossero sculture, delle sue prime prove pittoriche. Al pari di altri "squarcioneschi", il suo stile era caratterizzato da contorni aspri e spezzati, colori intensi che fanno somigliare anche gli incarnati e i tessuti a pietre e smalti, l'uso di elementi antichi per decorazioni dal sapore erudito e l'applicazione di una prospettiva più intuitiva che scientifica. Diverso da Mantegna è poi l'esasperazione fantastica delle composizioni, con numerosi elementi decorativi, tra cui spiccano le ricche ghirlande di fiori e frutta.

In seguito Zoppo fu anche influenato dal linguaggio pierfrancescano, arrivato a Padova intorno agli anni cinquanta tramite il cantiere della cappella Ovetari.

In un successivo momento, però, la pittura dello Zoppo sembra subire un'evoluzione e le opere sembrano addolcirsi allo stile di artisti quali Bellini e Antonello da Messina: le opere sono infatti caratterizzate da un uso del colore e della luce più sapiente e fluido.

Opere

Bibliografia

  • Pierluigi De Vecchi ed Elda Cerchiari, I tempi dell'arte, volume 2, Bompiani, Milano 1999. ISBN 88-451-7212-0

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