Mandolato
Il mandolato più raramente noto anche come graticcio è un elemento tipico dell'architettura rurale presente in Italia centrale e settentrionale. Si tratta di pareti in cotto trafilate seguendo una disposizione geometrica ad alveare. Nell'arco alpino spesso i mandolati sono invece costruiti in legno. Il loro scopo originario era quello di garantire una regolare ventilazione del foraggio conservato all'interno dei fienili proteggendolo dalla pioggia e dalla luce solare, evitando così che potesse essere soggetto a muffa o a fenomeni di fermentazione.[1] Custodirlo in tal maniera permetteva di garantire cibo al bestiame anche durante l'inverno. Più di rado veniva adoperato per immagazzinare anche parte del raccolto ad uso alimentare umano. È caratteristico soprattutto di ambienti quali corti e cascine.[2] In particolare trova la sua massima diffusione nelle corti lucchesi e lombarde, oppure nelle cascine del Veneto, della Bassa padana o delle campagne fiorentine. In queste aree i mandolati sono elementi tradizionali e pertanto le amministrazioni locali cercano di tutelarli. A tal proposito sono stati varati regolamenti edilizi con l'intento di obbligare i privati a mantenere almeno esternamente l'antica disposizione della parete, benché l'edificio venga ristrutturato e modernizzato per l'utilizzo abitativo.[3]
L’impiego di tale metodo murario è di epoca remota e con l'avvento della società moderna ha sempre più perso la sua utilità pratica, tramutandosi in un componente prettamente decorativo che rende il fienile un elemento ornamentale suggestivo delle abitazioni rurali. Gli spazi di conservazione del mangime usualmente venivano organizzati al piano superiore della stalla o in uno scompartimento interamente apposito, oppure ancora in un sottotetto dell'abitazione, dove potevano essere raggiunti mediante botole o scale a chiocciola. Tra le disposizioni alveari più note si rammentano principalmente quelle a “lisca di pesce” o a “castello di carte”, ma ne esistono di altri tipi.[4]