Luigi Archinti

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Luigi Archinti (Milano, 1825Milano, 6 febbraio 1902) è stato un pittore, grafico e critico d'arte italiano. Luigi Archinti oltre a essere un intellettuale e un artista fu anche un patriota, che combatté durante le guerre d'indipendenza italiana. Durante la sua vita usò vari pseudonimi fra cui il più conosciuto è Luigi Chirtani, ma anche Luigi Tarchini (entrambi anagrammi di Archinti) e Elisco Hopping.[1]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Luigi Archinti nasce a Milano 1825. Poco si sa dei suoi primi anni di vita ma sappiamo che si recò a studiare all'Accademia di belle arti di Venezia tra il 1842 e il 1848. In quegli anni fu uno dei precettori dei figli del governatore austriaco di Venezia[2] e frequenta l'ambiente intellettuale della città, recandosi spesso alla locanda La calcina che poteva annoverare fra i suoi clienti André Suarès, Philippe Sollers e più tardi anche John Ruskin.[3] Fervente patriota, non esita, in occasione della creazione della Repubblica di San Marco, a partecipare alla battaglia di Sorio nell'aprile del 1848 presso Montebello e Vicenza. Quando il 22 agosto 1849 la repubblica cade e Venezia ritorno sotto dominio asburgico, Archinti si trasferisce a Parigi dove studia per un breve periodo con il pittore Thomas Couture. Approfitta di quel periodo per viaggiare e visita anche la Svizzera, il Belgio e l’Olanda.[4]

Successivamente, nel 1850 decide di recarsi per un anno a Torino presso l'Accademia Albertina. Nel 1859, con l'inizio della Seconda guerra d'indipendenza italiana, decide di aruolarsi presso il Battaglione Bersaglieri Volontari di Vignola. Parteciperà anche alla Seconda guerra d'indipendenza italiana e sarà in occasione della Battaglia di Custoza (1866) che gli verrà riconosciuta La medaglia d'argento al valor militare.[5]

Con la presa di Roma Archinti si dimette dall'esercito e riprende le sue attività artistico letterarie. Rientra a Milano e diventa critico d'arte per il Corriere della Sera. Nei suoi articoli sarà uno strenue sostenitore di Giovanni Segantini e Filippo Carcano.[6]

Fu nominato consigliere accademico e nel 1888 professore di storia dell'arte presso l'Accademia di Brera.[7]

Viene anche nominato membro della commissione per la conservazione dei monumenti in Lombardia.[8]

Luigi Archinti, non va confuso con il suo omonimo lodigiano, padre di Ettore Archinti.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • "L'arte attraverso i secoli" di Luigi Archinti, ed. Treves Milano (1891)
  • "Il monumento delle Cinque Giornate, in Natura ed Arte", L. Chirtani (Luigi Archinti), (1894)
  • "Flora", olio su tela (1859)[9]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ AA VV., Alla stanga di Giovanni Segantini, un restauro: Luce d'autunno, Gangemi Editore spa, ISBN 9788849298222.
  2. ^ Luigi Archinti, su galleriarecta.it. URL consultato il 2 dicembre 2020.
  3. ^ La calcina, su lacalcina.com. URL consultato il 2 dicembre 2020.
  4. ^ Luigi Archinti, su galleriarecta.it. URL consultato il 2 dicembre 2020.
  5. ^ Luigi Archinti, su liberliber.it. URL consultato il 2 dicembre 2020.
  6. ^ Giovanni Segantini, Annie-Paule Quinsac, Segantini: trent'anni di vita artistica europea nei carteggi inediti dell'artista e dei suoi mecenati, Cattaneo, 1985, p. 302, ISBN 9788886509282.
  7. ^ Luigi Archinti, su istitutomatteucci.it. URL consultato il 2 dicembre 2020.
  8. ^ Ufficio regionale per la conservazione dei monumenti in Lombardia : Relazione sesta e settima, anni 1897-98 e 1898-99" (TXT), su archive.org. URL consultato il 2 dicembre 2020.
  9. ^ Luigi Archinti, Flora [collegamento interrotto], su vimarte.it. URL consultato il 2 dicembre 2020.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Pittori e Pittura dell'Ottocento Italiano, AA.VV, De Agostini, Novara (1997), ASIN:B06Y5W1FLC

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