Lotta partigiana (film)

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Lotta partigiana
Paese di produzioneItalia
Anno1975
Durata60 min
Dati tecniciB/N sonoro
Generedocumentario
RegiaPaolo Gobetti, Giuseppe Risso
MusicheLuigi Nono

Lotta partigiana è un film italiano del 1975 realizzato da Paolo Gobetti e Giuseppe Risso. Consiste nel montaggio di documenti cinematografici della resistenza italiana armata (1943-1945).[1][2][3]

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Dal Centro Piero Gobetti di Torino, Franco Antonicelli cui sono affidati il commento e la presentazione del film, ne illustra lo scopo ("mostrare, documentare, testimoniare alcuni aspetti della lotta partigiana tanto italiana come europea"[4]) e le modalità del racconto: alle immagini si accompagnano le voci dei testimoni—tredici in tutto—che si alternano alla voce di Antonicelli e in alcuni casi raccontano le storie illustrate dalle immagini, in altri storie analoghe a quelle illustrate e da loro vissute.

Capitoli[modifica | modifica wikitesto]

Il film si compone di 10 capitoli o sequenze filmiche, rispettivamente introdotti da un "cartello", cioè da una didascalia esplicativa.

I capitoli hanno i seguenti titoli:

  1. Una cinepresa tra i partigiani;
  2. La battaglia del Vercors 13 giugno–23 luglio 1944;
  3. La vita delle bande (In Italia; In Iugoslavia; In Francia; Rifornimenti d'armi-Un lancio alleato; Addestramento);
  4. Servi del nemico (I fascisti di Vichy; i fascisti di Salò);
  5. Azioni di guerriglia (Sabotaggi; L'imboscata);
  6. Una vittoria popolare (19 agosto 1944-I parigini prendono le armi; 24 agosto-L'esercito di De Gaulle entra in Parigi liberata);
  7. L'ultimo inverno (In Jugoslavia; In Italia);
  8. Vittoria jugoslava (Le bande diventano un esercito; L'armata popolare prende il potere);
  9. La primavera del '45 (Con gli alleati verso il Nord; Le città insorgono I partigiani scendono dalle montagne; Milano è libera);
  10. L'insurrezione di Torino (Dagli scioperi alla lotta armata; Comando clandestino; I cecchini; La festa della Liberazione).

Dal terzo al decimo i capitoli sono rispettivamente articolati al loro interno in episodi tematici (da due a cinque) contrassegnati da cartelli (didascalie) e che servono a contestualizzare a livello territoriale l'argomento trattato nel capitolo (si vedano ad esempio il capitolo 3 o il capitolo 7) o a puntualizzarne alcuni aspetti.

Capitoli 1-2[modifica | modifica wikitesto]

Attraverso alcuni brani del film Au coeur de l'orage[5] i primi due capitoli descrivono rispettivamente l'arrivo di un operatore nel maquis del Vercors e le fasi dell'attacco tedesco ai maquisards francesi ivi stanziati tra giugno e luglio del 1944.

Il commento nel primo capitolo è affidato alla voce di don Giuseppe Pollarolo[6] che narra di un'esperienza analoga a quella dell'operatore francese. Nel secondo capitolo i commenti di Antonicelli alle immagini si alternano a quelli di altri due voci testimoni: quella di Ezio Aceto[7] e quella di Sergio Pettinati[8].

Antonicelli spiega cosa fu la battaglia del Vercors. Ezio Aceto illustra, nel suo commento alle immagini, le tattiche di difesa delle valli piemontesi messe in atto dai partigiani italiani durante i rastrellamenti nazifascisti della primavera del '44.

Sergio Pettinati riflette sull'errore dei partigiani francesi nel non aver pensato alla possibilità di un attacco nemico aereo cui si aggiunse la mancata possibilità, al momento della penetrazione nemica, di organizzare una resistenza per mancanza di armi pesanti e di grandi opere di sbarramento.

Capitolo 3[modifica | modifica wikitesto]

Suddiviso in cinque episodi a tema, il capitolo è stato montato con immagini rispettivamente tratte da tre film: il documentario Aldo dice 26x1[9] per descrivere la vita delle bande in Italia; il documentario sloveno Partizanski dokumenti, per la vita delle bande jugoslave; e il film Au coeur de l'orage per la vita delle bande francesi, il racconto degli aviolanci e dell'addestramento. I testimoni alle cui voci sono affidati i commenti di questa parte del film sono rispettivamente Massimo Mila, Mario Pacor, don Giuseppe Pollaralo[9] e Felice Mautino.[10]

Capitolo 4[modifica | modifica wikitesto]

Brani del film Au coeur de l'orage e del documentario Aldo dice 26x1 servono rispettivamente a illustrare, attraverso la voce di Antonicelli, le due esperienze di collaborazionismo e asservimento al governo tedesco, una da parte del governo francese di Vichy e l'altra da parte della Repubblica Sociale di Salò dopo l'8 settembre del 1943.

Capitolo 5[modifica | modifica wikitesto]

Alla voce di Giuseppe Torre[11] che commenta le immagini tratte in parte da Partizanski dokumenti e dal film Au coeur de l'orage, è affidata la breve descrizione di due delle più frequenti azioni di guerriglia partigiana: il sabotaggio e l'imboscata.

Capitolo 6[modifica | modifica wikitesto]

Il capitolo è dedicato all'insurrezione popolare parigina che portò nell'agosto del 1944 alla liberazione della capitale francese. Le immagini sono tratte dal documentario girato durante i giorni della liberazione a Parigi da operatori partigiani: La liberation de Paris.[12]

Capitolo 7[modifica | modifica wikitesto]

L'ultimo inverno è quello del '44-'45: il rigore invernale, dice Antonicelli nel commentare le immagini tratte dal documentario sloveno Partizanski dokumenti, era un grosso nemico dei partigiani, poiché trasformava le valli alpine in trappole mortali "[...] i boschi privi di foglie nascondono male un uomo in fuga e la neve rende visibile ogni traccia"[13]. Mentre scorrono le immagini tratte da Aldo dice 26x1 e in particolare da La resistenza in val d'Aosta, nella seconda parte del capitolo, la voce di Mautino narra della ritirata che in quell'ultimo inverno dovettero affrontare le formazioni partigiane valdostane.

Capitolo 8[modifica | modifica wikitesto]

Mario Pacor commenta le immagini tratte dal documentario sloveno Partizanski dokumenti: la costruzione di un traghetto, nell'agosto del '44, per il trasporto dei mezzi pesanti che incalzano la ritirata tedesca è segno dell'organizzazione della resistenza jugoslava, sottolineata anche dal racconto di Pacor in merito ai suoi spostamenti tra la Venezia Giulia e la Slovenia, guidati da un sistema di staffette aventi ogni venti-trenta chilometri un loro posto di scambio.[14]

Capitolo 9[modifica | modifica wikitesto]

Le immagini del penultimo capitolo sono tratte dal film di Luchino Visconti Giorni di gloria, il cui commento è affidato rispettivamente alla voce di Luciano Bergonzini, Cino Moscatelli, Egidio Liberti e Leo Valiani: le quattro voci in sequenza raccontano di esperienze personali vissute tra l'autunno del '44 e la primavera del '45.

Capitolo 10[modifica | modifica wikitesto]

Con le immagini di Aldo dice 26x1, che in parte colgono dal vivo alcune fasi della liberazione di Torino, ricostruendone altre nei giorni immediatamente successivi alla stessa, viene narrata l'insurrezione del capoluogo piemontese attraverso le voci di Antonicelli, di Pettinati e Nuto Revelli.

Produzione[modifica | modifica wikitesto]

Film di montaggio, a scopo didattico, l'opera rappresenta uno dei primi lavori dell'Archivio nazionale cinematografico della Resistenza[1] agli inizi della sua attività e nasce con l'intento di "raccogliere immagini, il più possibile autentiche, girate durante la lotta partigiana in varie parti d'Europa, e di organizzarle in una sorta di lezione filmata".[15]

In una dichiarazione del 1975 Paolo Gobetti spiegò come nacque e si sviluppò l'idea del film, i tempi di lavorazione e i costi della produzione:

«Da un lato l'occasione di rivedere, alle celebrazioni del ventennale della liberazione, tutta una serie di documenti filmati autentici o definibili tali, girate durante il vivo della guerra partigiana. [...] il desiderio di mettere ordine in quelle immagini, soprattutto in base a motivazioni didattiche e informative. D'altro lato ci fu la creazione, poco tempo dopo, dell'ANCR e i contatti tra alcuni suoi esponenti e autorità del Ministero della Pubblica Istruzione. A una richiesta di suggerimenti su come far conoscere meglio la Resistenza nella scuola, proponemmo una serie di lezioni filmate capaci di offrire agli insegnanti un importante sussidio e un'occasione per un discorso più ampio, approfondimenti e documenti sull'antifascismo, la Resistenza e la Deportazione [...] E così nell'ormai lontano gennaio del 1971 incominciammo a lavorare a quello che divenne poi Lotta partigiana. [...] dai due milioni [di lire, ndr) annui stanziati dal Ministero del Turismo e dello Spettacolo, [...] abbiamo strappato le poche decine di migliaia di lire per lavorare in moviola e far stampare qualche copia di lavoro a 16 mm. [...] il completamento del film è stato possibile solo dopo che la Regione Lombardia e la Regione Piemonte hanno stanziato una somma capace per lo meno di coprire le lavorazioni cinematografiche che sono state possibili anche grazie alla collaborazione dell'Istituto Luce»

Giuseppe Risso definisce Lotta partigiana una "lezione filmata di storia contemporanea"[16] e spiega come lui e Gobetti arrivarono a risolvere il problema del commento alle immagini e della colonna sonora in generale, procedendo inizialmente per esperimenti che li portarono poi a scegliere "una strada nuova o per lo meno poco battuta. La strada del commento che si affianca senza annullarsi al discorso delle immagini, che lo completa senza sottolinearne inutilmente l'evidenza. Quindi il commento se lo sono fatti da soli, loro, i partigiani, a trent'anni di distanza, con l'esperienza di questi trent'anni sulle spalle.

Musica[modifica | modifica wikitesto]

I brani presenti nel film sono del compositore Luigi Nono.[17]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Lotta partigiana, su Archivio nazionale cinematografico della Resistenza. URL consultato il 19 maggio 2018.
  2. ^ Paolo Gobetti, su Enciclopedia del cinema in Piemonte. URL consultato il 19 maggio 2018.
  3. ^ Roberto Escobar, Dopo la rassegna (PDF), 24 gennaio 1976, p. 5. URL consultato il 20 maggio 2018 (archiviato dall'url originale il 21 maggio 2018).
    «Di estremo interesse è anche Lotta partigiana di Paolo Gobetti e Giuseppe Risso. Il film ricostruisce la lotta partigiana attraverso immagini di repertorio che le si riferiscono [..] il film apre realmente un discorso finalmente problematico sulla resistenza, non richiudendolo dentro una prospettiva volutamente trionfalistica e falsamente «unitaria».»
  4. ^ Paolo Gobetti, Giuseppe Risso, Lotta partigiana,  p. 15.
  5. ^ Film di montaggio francese (1948, b/n, 100') di Jean-Paul Le Chanois, sull'attività del maquis del Vercors. Il regista inviò nel Vercors alcuni operatori a filmare i combattenti durante l'occupazione dell'altopiano da parte dei tedeschi. Alla liberazione Le Chanois vi tornò di persona per completare le riprese, ricostruendo alcune scene grazie alla collaborazione dei partigiani che vi avevano preso parte; il completamento della pellicola avvenne con l'aggiunta di materiale girato da operatori alleati e tedeschi.
    Paolo Gobetti, Giuseppe Risso, Lotta partigiana,  p. 62
  6. ^ Giuseppe Pollarolo (1907-1987), alessandrino, fu un cappellano partigiano nell'ambito della sesta zona operativa partigiana. Con la sua Pathé-Baby documentò l'attività e la vita dei partigiani di montagna, dando poi vita al documentario Momenti di vita e di lotta partigiana e al film a soggetto (muto e con didascalie) Campane a stormo, realizzato con la collaborazione di alcuni partigiani, un caso assolutamente unico di film clandestino e militante Paolo Gobetti, Giuseppe Risso, Lotta partigiana,  pp. 51-52
  7. ^ Sottotenente in Spe che dopo l'8 settembre del '43 raggiunse le prime formazioni partigiane cuneesi in qualità di ufficiale prima e di comandante poi.
    Paolo Gobetti, Giuseppe Risso, Lotta partigiana,  p. 49
  8. ^ Nome di copertura "Paolo Rossi" nel '41 entra a far parte di "Giustizia e Libertà" e del neonato Partito d'Azione; organizza, dopo l'8 settembre, a Torino la "Gioventù d'Azione" e il "Fronte della Gioventù torinese". Nell'agosto dell'44, ricercato dai nazifascisti, si trasferisce nell'Alessandrino per curare le forze militari e la rete politica del partito, tornando a Torino nel gennaio del '45; durante la Liberazione è a capo di uno dei primi reparti entrati nel capoluogo piemontese.
    Paolo Gobetti, Giuseppe Risso, Lotta partigiana,  p. 51
  9. ^ a b Film documentario italiano del 1945-1946, di Ferdinando Cerchio. Prende il titolo dalla formula cifrata con cui venne definito il piano per l'insurrezione di Torino (si veda a tal proposito il capitolo 10 del film Lotta partigiana) che prevedeva la sollevazione degli operai torinesi e la discesa dei partigiani dalle valli. Il film fu realizzato nei giorni della Liberazione torinese per la presenza di una troupe che lavorava agli stabilimenti della Fert, ove Cerchio e Carlo Borghesio stavano girando un film a soggetto dal titolo Porte chiuse. L'imminente insurrezione spinse i due registi a servirsi dei loro operatori e delle macchine da presa per girare alcune scene dal vivo. Ai pezzi autentici si aggiunsero scene ricostruite ad hoc, su iniziativa di Cerchio, nei giorni immediatamente successivi alla Liberazione. Nel fascicoletto d'accompagnamento al VHS di Lotta partigiana uscito nel 1999, Paolo Gobetti ripercorre il documentario lungo le varie parti in cui esso si articola.
    Paolo Gobetti, Giuseppe Risso, Lotta partigiana,  pp. 57-619
  10. ^ Nome di copertura "Monti", torinese, classe 1916, dopo l'arministizio, trasferitosi con un carico di armi nella valle di Lanzo, sarà prima comandante di una brigata GL e dal gennaio del '44 comandante di tutte le forze partigiane della valle lanzese. Trasferito prima in Valle d'Aosta e poi nel Biellese costituirà una Divisione GL in ambedue i territori, partecipando infine a capo di una formazione alla liberazione di Ivrea e del Canavese
    Paolo Gobetti, Giuseppe Risso, Lotta partigiana,  p. 50
  11. ^ Fece parte della formazione Giustizia e Libertà in Val Pellice.
    Paolo Gobetti, Giuseppe Risso, Lotta partigiana,  p. 52
  12. ^ Paolo Gobetti, Giuseppe Risso, Lotta partigiana,  pp. 26-27.
  13. ^ Paolo Gobetti, Giuseppe Risso, Lotta partigiana,  p. 29.
  14. ^ Paolo Gobetti, Giuseppe Risso, Lotta partigiana,  p. 31.
  15. ^ Paolo Gobetti, Giuseppe Risso, Lotta partigiana,  p. 11.
  16. ^ Paolo Gobetti, Giuseppe Risso, Lotta partigiana,  p. 45.
  17. ^ Paolo Gobetti, Giuseppe Risso, Lotta partigiana,  p. 46.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Paolo Gobetti e Giuseppe Risso, Lotta partigiana, Consiglio Regionale del Piemonte, Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza, 1999.
    Volumetto d'accompagnamento al VHS del film dedicato alla memoria degli autori.
    Sono a cura di Paolo Gobetti l'Introduzione (pp. 11–12), il Glossario (pp. 73–90), le tre appendici rispettivamente sui Film utilizzati nel montaggio (pp. 55–64), sui Documenti cinematografici partigiani (pp. 93–99) e sulla Resistenza europea (pp. 101–107). Commento e note di sceneggiatura occupano le pagine 15-39.
    Il testo è corredato di una Filmografia essenziale (pp. 109–112) sulla Resistenza suddivisa per aree geografiche, di Suggerimenti bibliografici suddivisi per generi (pp. 113–116) e di una Cronologia partigiana, quest'ultima a cura di Giovanna Boursier (pp. 117–130).
    Le Dichiarazioni di Paolo Gobetti e di Giuseppe Risso rilasciate nel 1975, all'uscita del film, occupano rispettivamente le pp. 41–43 e 45-47 e permettono di ricostruire, attraverso le parole dei due registi, la storia della produzione del film, illustrata anche alle pp. 93–99 (di cui sopra).
    Fanno inoltre parte del volumetto la nota biografica dei 13 testimoni le cui voci commentano le immagini (Testimoni, pp. 49–53), quella degli autori dei film usati (Gli autori, pp. 65–68) e le recensioni al film uscite tra gennaio e maggio del 1976 (Recensioni, pp. 69–72).
  • Gianpaolo Bernagozzi, Dentro la Storia. Cinema, Resistenza, pace, Bologna, Patron, 1984, p. 176.
  • Paolo Gobetti e Cristina Balma Tivola, Il sole sorge ancora. 50 anni di resistenza nel cinema italiano, Torino, Archivio nazionale cinematografico della Resistenza, 1994, p. 109.
  • Paolo Gobetti 1999, Torino, a cura di Umberto Mosca, Paola Olivetti e Gianni Rondolino, Lindau, pagg. 129-131, 131-136, 255-257.
  • Paolo Gobetti, Storia e documenti su pellicola e nastro, in Nuovo Spettatore 2016 numero speciale, Kaplan, Torino, 2016, pp. 268-272.
  • Federico Peiretti, Cinema come didattica nel film Lotta partigiana, in Nuova-società, 15 giugno 1975.
  • Laura Novati Cottinelli, Lezioni di storia per immagini, in Brescia oggi, 20 maggio 1976.
  • Roberto Escobar, Cineforum n.152, marzo 1976.
  • M. Maniotti, Savona, una rassegna che cresce, in Il Secolo XIX, 25 gennaio 1976.
  • Lotta partigiana oggi al Movie Club, in l'Unità, 20 marzo 1976.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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