Lonchodectes

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Lonchodectes
Ricostruzione del cranio di Lonchodectes a confronto con un cranio di Pterodactylus. In grigio le parti fossili.
Stato di conservazione
Fossile
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Reptilia
Sottoclasse Diapsida
Ordine Pterosauria
Sottordine Pterodactyloidea
Famiglia Lonchodectidae
Genere Lonchodectes
Specie

Vedi testo

Il loncodecte (gen. Lonchodectes) è un rettile volante estinto, appartenente agli pterosauri. Visse tra il Cretaceo superiore (CenomanianoTuroniano, 93 – 90 milioni di anni fa). I suoi resti sono stati ritrovati principalmente in Inghilterra, nella regione del Kent.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

L'apertura alare di questo rettile volante non superava il paio di metri, una dimensione relativamente modesta se raffrontata a quelle della gran parte degli pterosauri del Cretaceo. Anche l'aspetto del loncodecte doveva essere decisamente diverso da quello degli pterosauri cretacei: questo animale, infatti, non aveva creste sul cranio e possedeva un muso lungo e sottile, molto simile a quello del ben noto Pterodactylus, risalente al Giurassico superiore. I denti erano corti e appuntiti, mentre le mascelle erano insolitamente appiattite verticalmente.

Classificazione[modifica | modifica wikitesto]

Attualmente il genere Lonchodectes non è unanimemente riconosciuto come valido, ma i lavori di David Unwin nel corso degli anni '90 e del nuovo millennio hanno contribuito a chiarire maggiormente il significato degli scarsi resti fossili attribuiti a questa forma. La maggior parte dei resti è frammentaria ed è stata attribuita in precedenza ad altri generi di pterosauri.

Il loncodecte è considerato un tardo rappresentante primitivo degli pterodattiloidi, il gruppo di pterosauri che comprende le specie più evolute e che nel Cretaceo produsse forme dai crani bizzarri e dalle notevoli specializzazioni. Al contrario, Lonchodectes, posto in una famiglia a sé stante (Lonchodectidae), sembrerebbe imparentato con Pterodactylus del Giurassico superiore o con Ctenochasma. È anche possibile che questo animale fosse imparentato con gli azdarchidi (Azhdarchidae) e con i tapejaridi (Tapejaridae).

Specie[modifica | modifica wikitesto]

Si conoscono numerose specie di loncodecte. La specie tipo, Lonchodectes compressirostris, è stata descritta da Richard Owen nel 1851, sulla base di un frammento di mascella, come una specie di Pterodactylus, e successivamente assegnata a Ornithocheirus da Harry Govier Seeley; solo nel 1914 Hooley stabilì il nuovo genere Lonchodectes per questa specie e per altre due scoperte successivamente, L. daviesii e L. giganteus.

Dopo gli anni '90 a questo genere vennero attribuite altre specie, in precedenza assegnate a Pterodactylus e a Ornithocheirus. Tra queste, da ricordare L. sagittirostris (ora attribuito al genere Serradraco), L. platystomus, L. machaerorhynchus e L. microdon, tutte basate su frammenti.

Stile di vita[modifica | modifica wikitesto]

Ricostruzione ipotetica di Lonchodectes

Il loncodecte deve essere stato l'equivalente cretaceo dei gabbiani: probabilmente si cibava di qualunque cosa gli capitasse a tiro, ed evidentemente non era un predatore specializzato, a causa della struttura primitiva delle mascelle e dei denti.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Owen, R. (1851). Monograph on the fossil Reptilia of the Cretaceous Formations. The Palaeontographical Society 5(11):1-118.
  • Seeley, H.G. (1870). The Ornithosauria: an Elementary Study of the Bones of Pterodactyles. Cambridge, 130 pp.
  • Hooley, R.W. (1914). On the Ornithosaurian genus Ornithocheirus with a review of the specimens from the Cambridge Greensand in the Sedgwick Museum, Cambridge. Annals and Magazine of Natural History, series 8, 78:529-557.
  • Unwin, David M. (2001). "An overview of the pterosaur assemblage from the Cambridge Greensand (Cretaceous) of Eastern England". Mitteilungen as dem Museum für Naturkunde, Berlin, Geowissenschaftlichen Reihe 4: 189–222.
  • Unwin, D.M. (2006). The Pterosaurs: From Deep Time. Pi Press:New York, p. 273.

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