Liste reali

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
(Reindirizzamento da Lista reale)
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Le liste reali sono elenchi di sovrani presenti in un certo numero di culture antiche.

La Lista reale sumerica (Ashmolean Museum di Oxford).

Si tratta di documenti che riportano un'enumerazione cronologica dei re, a volte completata da dati complementari come la durata del loro regno, con chi erano imparentati e un breve commento sulla loro vita. Un nome sulla lista di un re è a volte il solo elemento riportato, soprattutto per i periodi più antichi della lista. Liste reali sono note per i Sumeri, gli Egizi, gli Assiri e i Babilonesi, tra gli altri. Per gli ultimi due popoli, si conosce anche una lista (la cosiddetta Lista sincronica), in cui i re di entrambi gli imperi sono elencati con il loro omologo coevo nell'altro impero.

Nonostante molte imprecisioni, lacune e contraddizioni nei dettagli, le varie liste e le informazioni che collegano le liste fra loro, come le lettere di Amarna, si accordano ragionevolmente bene tra loro. Le liste reali sono considerate fondamentali per lo sviluppo delle cronologie dell'antichità.

Sumeri[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Lista reale sumerica.

Le più antiche informazioni cronologiche sotto forma di lista reale provengono da Sumer.[1] La lista reale sumera differisce dalle altre liste perché Sumer era un insieme di città-stato piuttosto che un impero unificato. Cita quindi dinastie di diverse città che si sovrappongono parzialmente nel tempo.[2] L'inizio della lista menziona re pre-alluvione con regni particolarmente lunghi, alcuni addirittura della durata di migliaia di anni.

Assiri[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Lista reale assira.
La Lista reale assira proveniente da Assur (Ancient Orient Museum, Istanbul).

Lista di Nassouhi[modifica | modifica wikitesto]

La più antica versione della lista reale assira risale al X secolo a.C., fu pubblicata da Essad Nassouhi nel 1927 ed è nota come Lista di Nassouhi.[3] Benché più antica, non è necessariamente la più affidabile, e la tavoletta che la contiene è deteriorata.[4]

Lista di Khorsabad[modifica | modifica wikitesto]

Una versione più tarda (738 a.C.), nota come KhKL (Khorsabad King List) fu reperita a Khorsabad nel 1932. Fu pubblicata nel 1954 da I. J. Gelb[5] insieme a un altro elenco più o meno contemporaneo, detto SDAS (Seventh Day Adventist Seminary). La tavoletta era in possesso di una famiglia che l'aveva acquistata a Mosul anteriormente alla prima guerra mondiale, e aveva raccolto polvere tutto il tempo. Oltre a queste tre liste più o meno complete, sono stati reperiti frammenti provenienti da altri due.

Lista sincronica assiro-babilonese[modifica | modifica wikitesto]

Un tipo speciale di lista è rappresentato dalla Lista sincronica (A.117 = Assur 14616c[6]), poiché contiene l'elenco tanto dei re assiri quanto dei vicini babilonesi e indica quelli tra loro contemporanei. È databile alla prima metà del I millennio a.C. Esiste anche una Cronaca P impostata allo stesso modo. Queste cronache sono particolarmente interessanti perché rendono possibile sincronizzare reciprocamente le liste reali delle due nazioni.

Lista dei re di Aššur[modifica | modifica wikitesto]

L'impostazione della lista dei re di Aššur si basa su una combinazione delle diverse liste integrate da altre informazioni, in particolare quelle delle liste degli eponimi di ogni anno che – verosimilmente dal tempo di Erišum I nel 1974 a.C. – erano tenute per ciascun re. Prima dell'epoca assira antica, queste liste provengono soprattutto da Kaniš.

Babilonesi[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Lista reale babilonese.
La Lista reale ellenistica (British Museum di Londra).

Lista reale A[modifica | modifica wikitesto]

Si tratta di una tavoletta di argilla di età caldea, conservata al British Museum (BM 33332), con inciso il testo in caratteri cuneiformi, rinvenuta da Hormuzd Rassam.[7] Il testo presenta la lista di re babilonese dall'inizio della prima dinastia, del XIX secolo a.C., fino agli ultimi re babilonesi del VII secolo a.C., includendo eventi e figure storiche in relazione con contesti anche più ampi della sola Mesopotamia.[8] Per questi motivi, la Lista reale A rappresenta una delle più importanti fonti non solo per la cronologia di Babilonia,[9] ma anche per la cronologia della Bassa Mesopotamia e di tutto il Vicino Oriente antico del II e del I millennio a.C.[10]

Lista reale B[modifica | modifica wikitesto]

La tavoletta di epoca neobabilonese, anche questa conservata al British Museum (BM 38122), elenca i re delle prime due dinastie babilonesi (dal 1894 al 1475 a.C.) e indica il numero di anni dei regni della sola prima dinastia.[9]

Lista reale C[modifica | modifica wikitesto]

Tavoletta di epoca neobabilonese, elenca i primi sette re della Seconda dinastia di Isin (1153-1065 a.C.) e la durata dei loro regni. Si tratta probabilmente di copia di un testo risalente agli anni subito successivi all'ultimo re della lista.[9]

Lista sincronica assiro-babilonese[modifica | modifica wikitesto]

Sebbene la lista A.117 sia una creazione assira,[11] è probabilmente copia di un più antico documento babilonese, simile ma non identico alla Lista reale A. Le differenze tra la Lista reale A e la Lista sincronica relativamente ai primi re della dinastia cassita suggeriscono la presenza di più versioni circolanti della lista.[11] La lista si conclude con Assurbanipal e Kandalanu.[12]

Lista reale 14[modifica | modifica wikitesto]

La Lista reale 14 è un frammento di lista sincronica, diverso dalla Lista sincronica A.117; il documento è importante perché conserva i nomi di alcuni re babilonesi del I millennio a.C. per il resto scarsamente attestati.[13]

Lista reale di Uruk[modifica | modifica wikitesto]

Proveniente da scavi effettuati ad Uruk, questa tavoletta è conservata al Museo nazionale iracheno (IM 65066). La lista include re da Kandalanu (647-627) a Dario I di Persia (522-486); segue poi uno iato e la lista prosegue con Dario III (335-331), giù fino a Seleuco II Callinico (246-226).[13]

Lista reale del periodo ellenistico[modifica | modifica wikitesto]

Un'altra lista babilonese conservata al British Museum (BM 35603). Inizia con Alessandro Magno e giunge fino ad Antioco IV Epifane (175-164), con la durata dei regni e brevi informazioni sulla morte dei re.[13]

Egizi[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Liste reali egizie.

Le Liste reali egizie erano registri fissati sui muri, scritti su papiri o opere di autori classici che elencavano i sovrani d'Egitto. esse non contengono elenchi annuali come per altri popoli, ma le attività dei re, le piene del Nilo o gli anni di regno. Questo "conteggio degli anni" in combinazione con le liste del re permette agli egittologi di fare una correlazione con la cronologia e gli eventi storici. Tuttavia, ci sono ancora molte incertezze: le liste si contraddicono in molti dettagli, alcuni faraoni sembrano aver avuto regni sovrapposti, mentre altri sono nascosti o cancellati dagli annali, come Akhenaton, Hatshepsut o gli odiati re Hyksos.[14]

Purāṇa[modifica | modifica wikitesto]

I Purāṇa sono un gruppo di testi sacri dell'induismo e dello jainismo che trattano dei miti, di leggende, di racconti tradizionali[15] e le storie dei re.[16] I primi elenchi genealogici di sovrani contenuti nei Purāṇa datano dal III secolo d.C al X secolo.[17]

Cinesi[modifica | modifica wikitesto]

Nelle Ventiquattro Storie, un insieme di classici della storiografia cinese che coprono il periodo storico dal 3000 a.C. alla dinastia Ming, includendo leggende, informazioni di ordine economico, sull'arte, la scienza, la storia militare, la geografia e l'etnografia. Il corpus viene considerato una fonte autorevole sulla storia e sulla cultura cinese.[18]

In particolare, le Ventiquattro Storie contengono le biografie dei sovrani e dei personaggi di spicco di ogni dinastia cinese, a iniziare dal mitico Imperatore Giallo, fornendo una cronologia che copre l'intera storia cinese.

Siccome le cronache che fanno parte delle Ventiquattro Storie furono generalmente scritte nel corso della dinastia successiva a quella descritta, le informazioni riportate sono fortemente influenzate dal punto di vista dei successori di una dinastia. Così può avvenire come per gli eventi svoltisi durante la sovranità mongola sulla Cina della dinastia Yuan, messi in cattiva luce negli annali redatti dai loro successori, i Ming.[19]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Kathleen Kuiper e Britannica Educational Publishing, Mesopotamia : the World's Earliest Civilization., Britannica Educational Pub, 2011, ISBN 978-1-61530-208-6, OCLC 630537504. URL consultato il 13 febbraio 2022.
  2. ^ (EN) Gianni Marchesi, The Sumerian King List and the Early History of Mesopotamia, in M. G. Biga e M. Liverani (a cura di), ana turri gimilli: Studi dedicati al Padre Werner R. Mayer, S. J., da amici e allievi, Vicino Oriente - Quaderno 5, Roma, 2010, pp. 231–248. URL consultato il 13 febbraio 2022.
  3. ^ (EN) J.A. Brinkman, Comments on the Nassouhi Kinglist and the Assyrian Kinglist Tradition (PDF), in Orientalia, 1973.
  4. ^ Mark Chavalas, "Genealogical History as "Charter": A Study of Old Babylonian Period Historiography and the Old Testament" in Faith Tradition & History: Old Testament Historiography in Its Near Eastern Context, ed. A.R. Millard, J.K. Hoffmeier, D.W. Baker, Eisenbrauns, 1994, pp. 114-120, ISBN 0-931464-82-X
  5. ^ I.J. Gelb Journal of near eastern studies XIII(4) 209ff
  6. ^ Brinkman 1976, p. 9.
  7. ^ Scheda del reperto, britishmuseum.org.
  8. ^ Frans van Koppen, THE OLD TO MIDDLE BABYLONIAN TRANSITION: HISTORY AND CHRONOLOGY OF THE MESOPOTAMIAN DARK AGE, in Ägypten und Levante / Egypt and the Levant, vol. 20, 2010, pp. 453–463. URL consultato il 14 febbraio 2022.
  9. ^ a b c Beaulieu, p. 10.
  10. ^ van Koppen, pp. 453-454.
  11. ^ a b van Koppen, p. 454.
  12. ^ Beaulieu, pp. 10-11.
  13. ^ a b c Beaulieu, p. 11.
  14. ^ (NL) Karl Friedrich Becker, Wereldgeschiedenis voor het volk, vol. 1, D. Noothoven van Goor, 1874, p. 28.
  15. ^ (EN) Oliver Leaman, Encyclopedia of Asian philosophy, Routledge, 2001, ISBN 0-415-17281-0, OCLC 44045576. URL consultato il 14 febbraio 2022.
  16. ^ (EN) Bruce M. Sullivan, The A to Z of Hinduism, Vision Books, 2003, p. 165, ISBN 81-7094-521-6, OCLC 61283248. URL consultato il 14 febbraio 2022.
  17. ^ (EN) Charles Dillard Collins, The iconography and ritual of Śiva at Elephanta, State University of New York Press, 1988, p. 36, ISBN 0-88706-773-5, OCLC 16901069. URL consultato il 14 febbraio 2022.
  18. ^ Rivista degli studi orientali, volumi 27-29, Istituti editoriali e poligrafici internazionali, 1952, p. 173.
  19. ^ (EN) Denis Crispin Twitchett e John King Fairbank, The Cambridge history of China, Cambridge University Press, 1978-<2019>, ISBN 978-0-521-24327-8, OCLC 2424772. URL consultato il 15 febbraio 2022.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]