Lauda (musica)
La Lauda (o più precisamente lauda spirituale) è una forma di poesia e canto religioso in lingua volgare nata in Italia nel XIII secolo, strettamente legata alla spiritualità popolare e alla predicazione degli Ordini mendicanti, in particolare quello francescano[1]. Il termine deriva dal latino lauda, imperativo di laudare, ovvero "lodare", e indica composizioni di carattere devozionale, destinate a essere cantate da confraternite e gruppi laici riuniti in preghiera[2].
Origini e diffusione
[modifica | modifica wikitesto]La lauda si sviluppò nel clima di rinnovamento spirituale che interessò l’Italia centrale tra Duecento e Trecento, parallelamente alla diffusione del Francescanesimo e di altre forme di religiosità penitenziale[2]. Il suo carattere accessibile, grazie all’uso del volgare, e la semplicità delle melodie, ne favorirono la rapida diffusione tra i ceti popolari, in particolare nei contesti confraternali urbani[3].
Secondo quanto documentato dalla mostra Cantico. Spiritualità, poesia e musica nella lauda tra Due e Trecento tenutasi a Cortona nel 2023, la lauda era cantata in momenti liturgici, processioni, sacre rappresentazioni e atti devozionali collettivi, con testi facilmente memorizzabili e coinvolgenti dal punto di vista emotivo e spirituale[4].
Le prime laude furono probabilmente influenzate dalla musica dei trovatori così che è possibile notare similitudini nel ritmo, nella linea melodica e nella notazione. Molti trovatori lasciarono la loro terra d'origine al seguito della crociata contro gli albigesi nei primi anni del XIII secolo e si stabilirono nel nord Italia dove il loro stile contribuì allo sviluppo dello stile profano italiano.[senza fonte]
Una lauda di forma monofonica si diffuse in tutta Europa, nel corso del XIII secolo e del seguente, ed era conosciuta anche come la musica dei flagellanti; questa forma musicale fu conosciuta anche come Geisslerlieder ed assunse la parlata dialettale del luogo in cui veniva importata. Tra i maggiori autori italiani medievali di laude, si ricordano Francesco d'Assisi per il Cantico delle creature, Iacopone da Todi e il suo epigono Bianco da Siena. Oltre che in Francia e in Italia essa si sviluppò in Germania, Polonia, Inghilterra e Scandinavia.[senza fonte]
Dopo il 1480 il canto delle laude divenne particolarmente popolare a Firenze finché il frate domenicano Girolamo Savonarola non proibì la contaminazione, con ogni altro stile, della musica sacra popolare. Molti dei mottetti e delle messe di Josquin Des Prez derivano da melodie prese dalle laude che egli ebbe modo di ascoltare durante il suo soggiorno in Italia.[senza fonte]
La lauda ebbe una rinascita nel periodo della controriforma, così che uno dei punti fondamentali del concilio di Trento fu quello di migliorare l'intelligibilità dei testi, e la semplicità della lauda ne fu il migliore esempio.[senza fonte]
Contenuti e stile
[modifica | modifica wikitesto]Le laude affrontano tematiche cristologiche, mariane, penitenziali e festive, con lodi a Dio, alla Vergine e ai santi, oppure meditazioni sulla Passione di Gesù e riflessioni sul destino dell’anima[1]. L’uso del volgare e di strutture strofiche semplici, spesso in forma di ballata o canzone, rispondeva all’esigenza di comunicare in modo diretto con il popolo, favorendo la partecipazione emotiva e collettiva[2].
Nel contesto della cultura comunale e delle confraternite laicali, la lauda si distinse per la capacità di rappresentare anche drammi spirituali e morali, talvolta attingendo a schemi tragici propri della classicità latina[3].
Iacopone da Todi
[modifica | modifica wikitesto]Una figura chiave nello sviluppo della lauda è Iacopone da Todi (ca. 1230–1306), frate francescano e poeta mistico, autore di numerose laude in volgare di grande intensità drammatica e spirituale[5]. Le sue composizioni esprimono con potenza visionaria il pathos della Passione di Cristo, il dolore del pentimento e l’anelito all’unione mistica con Dio[2]. Iacopone fu anche innovatore nella forma e nel linguaggio poetico, contribuendo alla canonizzazione della lauda come genere letterario a sé stante[1].
Manoscritti esistenti
[modifica | modifica wikitesto]La più antica raccolta di laude è il Laudario di Cortona, conservato nella Biblioteca Comunale (codice 91).[senza fonte]
Numerosi laudari manoscritti sono giunti fino a noi, rappresentando una preziosa testimonianza della diffusione e dell’evoluzione della lauda tra XIII e XVI secolo. Questi codici, prodotti in ambito confraternale o ecclesiastico, contengono raccolte ordinate di laude in volgare, talvolta accompagnate da notazione musicale[6].
Il Laudario di Cortona (MS 91 della Biblioteca del Comune e dell’Accademia Etrusca) è uno dei più antichi e completi, comprendendo testi per l’intero anno liturgico, con musica in notazione quadrata[4]. Altri importanti laudari sono conservati a Firenze (come quello degli Innocenti), Milano, Bologna, Assisi e Perugia[3].
Musica
[modifica | modifica wikitesto]Inizialmente la lauda aveva una forma monofonica ma verso i primi anni del XV secolo divenne polifonica.[senza fonte]
Le laude persero d'importanza con l'affermarsi dell'oratorio.[senza fonte]
Eredità
[modifica | modifica wikitesto]La lauda ha svolto un ruolo fondamentale nella formazione della poesia italiana in volgare e nella trasmissione della spiritualità cristiana al di fuori degli ambienti monastici e clericali[2]. La sua influenza si è protratta nel tempo attraverso le rappresentazioni sacre, i canti confraternali e le espressioni della religiosità popolare, costituendo una delle principali vie di alfabetizzazione religiosa e culturale del basso Medioevo italiano[4].
Dalla lauda lirica, nata nell'ambito dei movimenti spirituali e pauperistici, ebbe origine la lauda drammatica, nella quale l'autore dava voce direttamente ai suoi personaggi. I soggetti più ricorrenti erano la passione di Cristo e la sofferenza della Vergine e dei santi. La lauda drammatica metteva in risalto, più che gli aspetti teologici, l'umanità dei personaggi al fine di commuovere i fedeli ed accenderne la devozione.[senza fonte]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c Lauda, su treccani.it.
- ^ a b c d e Poesia religiosa: le laude, su treccani.it.
- ^ a b c L’Italia dei laudari in volgare e il recupero della tragedia latina, su treccani.it.
- ^ a b c Cortona presenta la mostra sui canti spirituali medievali in volgare, su finestresullarte.info.
- ^ Iacopone da Todi e la poesia religiosa, su treccani.it.
- ^ Laudari – Ricerca nel Dizionario Biografico, su treccani.it.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]- Iacopone da Todi
- Francescanesimo
- Confraternita
- Letteratura religiosa medievale
- Musica medievale
- Laudario di Cortona
Curiosità
[modifica | modifica wikitesto]- Angelo Branduardi ha riportato in vita il genere laudistico con lo spettacolo Lauda di Francesco sulla vita di San Francesco d'Assisi.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Gustave Reese, Music in the Renaissance, New York, W.W. Norton & Co., 1954, ISBN 0-393-09530-4.
- (EN) Don Randel (a cura di), The New Harvard Dictionary of Music, Cambridge, Massachusetts, Harvard University Press, 1986, ISBN 0-674-61525-5.
- (EN) Richard H. Hoppin, Medieval Music, New York, W.W. Norton & Co., 1978, ISBN 0-393-09090-6.
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) lauda, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- La Lauda di Francesco di Angelo Branduardi - Sito ufficiale, su lalaudadifrancesco.it.
| Controllo di autorità | Thesaurus BNCF 28668 · LCCN (EN) sh90000860 · GND (DE) 4131188-7 · J9U (EN, HE) 987007546530705171 |
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