Jacques-Rémy Girerd

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Jacques-Rémy Girerd (Mars, 7 marzo 1952) è un regista, produttore cinematografico e scrittore francese.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato a Mars, nel Dipartimento della Loira, nel 1952, nel 1974 entra alla Scuola di Belle Arti di Lione[1], quindi si lancia nel mondo dell'animazione realizzando dei piccoli film con figure in plastilina (4000 Images fœtales e D'une gompa l'autre). Nel 1981, fonda a Valence lo studio Folimage, specializzato nella produzione di film in passo uno. Nel 1988 il suo cortometraggio Le Petit cirque de toutes les couleurs, realizzato all'interno dello Folimage[2] ottiene il Premio César per il miglior cortometraggio d'animazione[1]. Lo stesso anno, realizza il mediometraggio L'Enfant au grelot che vince diversi premi[1].

Nel 1994 crea la Résidence d'artistes e produce con Patrick Eveno i film di numerosi realizzatori conosciuti nel mondo dei cortometraggi: Iouri Tcherenkov, Mathias Brühn, Isabelle Favez, Bela Weiz, Michaël Dudok de Wit, Sylvain Vincendeau, Regina Pessoa, Constantin Bronzit, Solveig von Kleist, Alain Gagnol, Jean-Loup Felicioli, e altri. Nel 1999 fonda, con Isabelle Elzière, l'école La Poudrière, una scuola d'animazione[3] della quale l'Elzière diviene poi la direttrice[4][5].

Nel 2003 realizza il suo primo lungometraggio animato, La profezia delle ranocchie. Nel 2004 pubblica un romanzo, Cœur de trèfle, presso le edizioni Gallimard; successivamente pubblica molti altri libri. Il secondo lungometraggio di Girerd, Mià e il Migù, esce nel 2008. Nel 2010, produce e scrive i dialoghi per Un gatto a Parigi, il primo lungometraggio di Jean-Loup Felicioli e Alain Gagnol, che nel 2012 ottiene la nomination all'Oscar, nel 2013 realizza la serie C'est bon per France Télévisions con la voce di Jean-Pierre Coffe, nel 2014 esce il suo terzo lungometraggio diretto con Benoît Chieux, Tante Hilda !, in gara ufficiale a Berlino e produce la serie animata Phantom Boy, uscita nel 2015. Produce inoltre la serie Tu mourras moins bête, adattata dal blog eponimo di Marion Montaigne, per ARTE.

Filmografia[modifica | modifica wikitesto]

Cinema[modifica | modifica wikitesto]

Televisione[modifica | modifica wikitesto]

  • Le cirque bonheur - serie TV (1985-1986)
  • La rage du désert - film TV (1988)
  • Metamorphosis - serie TV (1988-1990)
  • L'albero della vita (Le Bonheur de la vie) - serie TV, 20 episodi (1990-1992)
  • L'Enfant au grelot - film TV uscito anche al cinema per la Folimage distribution (1997)
  • Mine de rien - serie TV, 40 episodi (1994)[6]
  • Ma petite planète chérie - serie TV, 26 episodi (1996-1998)
  • C'est bon - serie TV, 26 episodi (2013)

Opere letterarie[modifica | modifica wikitesto]

  • La profezia delle ranocchie, Paris, Hachette, 2003 (edizione italiana Einaudi Ragazzi, San Dorligo della Valle, 2004)
  • Cœur de trèfle, Paris, Gallimard, 2004
  • Preuves d'amour et d'ailleurs, Valence, La maison blanche/Folimage, 2008 (ried. Delatour, 2017)
  • Mia et le Migou, Touluse, Milan, 2008
  • Tante Hilda!, Paris, Flammarion, 2014
  • Ça déménage !, Éditions de la maison blanche, 2018

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Ufficiale dell'Ordine delle arti e delle lettere - nastrino per uniforme ordinaria

[7]

Cavaliere dell'Ordine nazionale al merito (Francia) - nastrino per uniforme ordinaria

[8]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c (FR) Jacques-Rémy Girerd, su Allociné. URL consultato il 29 giugno 2020.
  2. ^ (FR) Petit Cirque de toutes les couleurs, su Allociné. URL consultato il 29 giugno 2020.
  3. ^ (FR) Pagina iniziale, su poudriere.eu. URL consultato il 29 giugno 2020.
  4. ^ (FR) Les 50 qui font bouger Valence, in L'Express, 3 ottobre 2002. URL consultato il 29 giugno 2020.
  5. ^ (FR) Michel Roudevitch, Prouesses de la Poudrière [collegamento interrotto], in Libération, 25 febbraio 2003. URL consultato il 29 giugno 2020.
  6. ^ (FR) Mine de rien - L'Encyclopédie des dessins animés, su Toutelatele.com. URL consultato il 29 giugno 2020.
  7. ^ (FR) Jacques-Rémy Girerd, su Le Projet 37. URL consultato il 29 giugno 2020 (archiviato dall'url originale il 30 giugno 2020).
  8. ^ (EN) Mia and the Migoo, su Greening Hollywood, 18 aprile 2011. URL consultato il 29 giugno 2020.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN64168424 · ISNI (EN0000 0001 1935 4325 · LCCN (ENno2006017468 · BNE (ESXX1705715 (data) · BNF (FRcb135416245 (data)