Istituto di George Eliava

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Istituto George Eliava

L'Istituto di Tbilisi, ora denominato Istituto di Batteriofagia, Microbiologia e Virologia George Eliava (IBMV), è stato fondato a Tbilisi nel 1923. È attivo sin dagli anni '30 del XX secolo nel campo della terapia dei fagi, che è utilizzata per combattere infezioni microbiche (cfr. ceppi resistenti agli antibiotici).

Storia[modifica | modifica wikitesto]

L'istituto fu fondato nel 1923 dal microbiologo George Eliava. Nel 1926 si reca in Francia e incontra Félix Hubert d'Hérelle all'Istituto Pasteur, con il quale lavora per un breve periodo.[1] L'incontro fra i due studioso sfocerà in una profonda amicizia e stima reciproca. D'Hérelle si rese varie volte all'istituto georgiano dal 1933 al 1935, per lavorare e collaborare con il suo ex-allievo allo studio della terapia dei fagi. D'Hérelle, che era stato invitato da Iosif Stalin a lavorare sui batteriofagi, interruppe i suoi viaggi in Georgia a seguito della cattura di Eliava e della sua fucilazione.[2]

L'istituto continuò a prosperare e nel suo momento di gloria aveva circa 120 persone nello staf scientifico e circa 600 che lavoravano alla produzione dei batteriofagi, vaccini e sieri.[3] Con l'arrivo degli antibiotici l'attività dell'istituto rallentò leggermente anche se rimase il centro di produzione per tutta l'Unione sovietica.

Oggigiorno l'Istituto George Eliava funziona grazie alle sovvenzioni della Georgia e soprattutto di associazioni occidentali. nel tempo è riuscito a mantenere il suo ruolo di punta nella ricerca dei batteriofagi, arrivando a possedere la collezione più ricca del mondo. Una clinica è sorta per soddisfare le richieste dei pazienti e lavoroa in collaborazione con l'istituto di ricerca.[4]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (FR) Cent ans après, le retour de la phagothérapie ?, su medecinesciences.org. URL consultato il 10 febbraio 2022.
  2. ^ Teri Shors, Understanding Viruses, Jones & Bartlett Publishers, 2017, p. 829, ISBN 978-1284025927.
  3. ^ Waclaw T. Szybalski, Malgorzata Lobocka, Bacteriophages, Part B, Academic Press, 2012, p. 10, ISBN 978-0123944382.
  4. ^ (FR) Raphaëlle Maruchitch e Anuliina Savolainen, Les phages, des virus guérisseurs, su lemonde.fr, 14 juin 2012. URL consultato il 10 febbraio 2022.

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