Isola Santo Ianni

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Isola Santo Ianni
Geografia fisica
LocalizzazioneMar Tirreno
Coordinate39°58′02.14″N 15°42′57.06″E / 39.96726°N 15.715851°E39.96726; 15.715851
ArcipelagoIsole itacensi
Superficie0,032 km²
Altitudine massima18 m s.l.m.
Geografia politica
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione  Basilicata
Provincia  Potenza
Comune Maratea
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Isola Santo Ianni
Isola Santo Ianni
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Santo Ianni (o Santo Janni) è un'isola dell'Italia situata nel golfo di Policastro, posto quasi al centro della costa di Maratea.

L'isolotto deve il suo nome a un'antica cappella dedicata a San Giovanni, che si trovava presso il suo sperone roccioso più alto[1]. L'isola e la costa prospiciente sono state individuate quale Sito di Interesse Comunitario.

Geografia[modifica | modifica wikitesto]

L'isola di Santo Janni è lunga 200 metri e nel punto di massima larghezza raggiunge gli 80 metri. Lo sperone roccioso più alto misura 18 metri sul livello del mare. L'isola si trova a circa 500 metri dal promontorio degli Ilicini presso Marina di Maratea. L'isola di Santo Janni, insieme alla più piccola isola detta La Matrella e agli scogli ad essa circostanti, costituisce il cosiddetto arcipelago delle isole itacensi di Maratea[2].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Nei fondali dell'isola sono state ritrovate centinaia di ancore di navi romane[3][4]. Sugli speroni rocciosi dell'isolotto sono state trovate anche numerose vasche destinate alla produzione del garum[5]. Ma la storia dell'isola è soprattutto legata alla tradizione popolare riguardante la traslazione a Maratea delle sacre reliquie di San Biagio: fu proprio qui che, nel 732, l'equipaggio della nave trasportante le reliquie del santo, diretta verso Roma, le consegnò agli abitanti di Maratea[2][6].

Archeologia subacquea[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Area archeologica dell'isola di Santo Janni.

Intorno all'isolotto di Santo Janni i fondali conservano uno dei più ricchi giacimenti di anfore e ancore dell'Età Romana[7], reperti visibili presso la mostra di Archeologia subacquea presso il Palazzo De Lieto di Maratea.

Flora e fauna[modifica | modifica wikitesto]

A causa della grande esposizione ai raggi solari, la flora dell'isola è molto scarsa. Più interessante è invece la fauna: sull'isolotto vive, confinata sui suoi anfratti rocciosi, un curioso fenomeno zoologico, il cosiddetto Drago di Santo Janni, ovvero la Podarcis sicula paulae, una lucertola bruno-azzurra, sottoposta a specifiche tutele.[8]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ AA.VV., Maratea Sacra, Sapri 1993.
  2. ^ a b Domenico Dammiano, Maratea nella storia e nella luce della fede, Sapri 1965.
  3. ^ Le notizie circa questo giacimento archeologico subacqueo si trovano in Sulla Rotta della Venus di P. Bottini.
  4. ^ , che sono oggi esposte nel museo comunale di Maratea.
  5. ^ Paola Bottini, Maratea: dall'età del bronzo a quella romana, articolo pubblicato dalla Sopraintendenza Archeologica della Basilicata.
  6. ^ Josè Cernicchiaro, Conoscere Maratea, Lagonegno 1979.
  7. ^ J. Cernicchiaro, Conoscere Maratea, Lagonegro, 1979.
  8. ^ Allegato II della Convenzione di Berna del 1979 sulla conservazione di fauna selvatica e habitat naturali e Allegato IV della Direttiva Habitat 92/43 CEE (Specie animali e vegetali di interesse comunitario che richiedono una protezione rigorosa). Si veda anche il seguente documento[collegamento interrotto] del Dipartimento ambiente della Regione Basilicata.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]