Isola Santo Ianni
Isola Santo Ianni | |
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Geografia fisica | |
Localizzazione | Mar Tirreno |
Coordinate | 39°58′02.14″N 15°42′57.06″E |
Arcipelago | Isole itacensi |
Superficie | 0,032 km² |
Altitudine massima | 18 m s.l.m. |
Geografia politica | |
Stato | Italia |
Regione | Basilicata |
Provincia | Potenza |
Comune | Maratea |
Cartografia | |
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Santo Ianni (o Santo Janni) è un'isola dell'Italia situata nel golfo di Policastro, posto quasi al centro della costa di Maratea.
L'isolotto deve il suo nome a un'antica cappella dedicata a San Giovanni, che si trovava presso il suo sperone roccioso più alto[1]. L'isola e la costa prospiciente sono state individuate quale Sito di Interesse Comunitario.
Geografia
[modifica | modifica wikitesto]L'isola di Santo Janni è lunga 200 metri e nel punto di massima larghezza raggiunge gli 80 metri. Lo sperone roccioso più alto misura 18 metri sul livello del mare. L'isola si trova a circa 500 metri dal promontorio degli Ilicini presso Marina di Maratea. L'isola di Santo Janni, insieme alla più piccola isola detta La Matrella e agli scogli ad essa circostanti, costituisce il cosiddetto arcipelago delle isole itacensi di Maratea[2].
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Nei fondali dell'isola sono state ritrovate centinaia di ancore di navi romane[3][4]. Sugli speroni rocciosi dell'isolotto sono state trovate anche numerose vasche destinate alla produzione del garum[5]. Ma la storia dell'isola è soprattutto legata alla tradizione popolare riguardante la traslazione a Maratea delle sacre reliquie di San Biagio: fu proprio qui che, nel 732, l'equipaggio della nave trasportante le reliquie del santo, diretta verso Roma, le consegnò agli abitanti di Maratea[2][6].
Archeologia subacquea
[modifica | modifica wikitesto]Intorno all'isolotto di Santo Janni i fondali conservano uno dei più ricchi giacimenti di anfore e ancore dell'Età Romana[7], reperti visibili presso la mostra di Archeologia subacquea presso il Palazzo De Lieto di Maratea.
Flora e fauna
[modifica | modifica wikitesto]A causa della grande esposizione ai raggi solari, la flora dell'isola è molto scarsa. Più interessante è invece la fauna: sull'isolotto vive, confinata sui suoi anfratti rocciosi, un curioso fenomeno zoologico, il cosiddetto Drago di Santo Janni, ovvero la Podarcis siculus paulae, una lucertola bruno-azzurra, sottoposta a specifiche tutele.[8]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ AA.VV., Maratea Sacra, Sapri 1993.
- ^ a b Domenico Dammiano, Maratea nella storia e nella luce della fede, Sapri 1965.
- ^ Le notizie circa questo giacimento archeologico subacqueo si trovano in Sulla Rotta della Venus di P. Bottini.
- ^ , che sono oggi esposte nel museo comunale di Maratea.
- ^ Paola Bottini, Maratea: dall'età del bronzo a quella romana, articolo pubblicato dalla Sopraintendenza Archeologica della Basilicata.
- ^ Josè Cernicchiaro, Conoscere Maratea, Lagonegno 1979.
- ^ J. Cernicchiaro, Conoscere Maratea, Lagonegro, 1979.
- ^ Allegato II della Convenzione di Berna del 1979 sulla conservazione di fauna selvatica e habitat naturali e Allegato IV della Direttiva Habitat 92/43 CEE (Specie animali e vegetali di interesse comunitario che richiedono una protezione rigorosa). Si veda anche il seguente documento[collegamento interrotto] del Dipartimento ambiente della Regione Basilicata.