Hypleurochilus bananensis

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Bavosa cornuta maggiore
Immagine di Hypleurochilus bananensis mancante
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Sottoregno Eumetazoa
Ramo Bilateria
Superphylum Deuterostomia
Phylum Chordata
Subphylum Vertebrata
Infraphylum Gnathostomata
Superclasse Osteichthyes
Classe Actinopterygii
Ordine Perciformes
Sottordine Blennioidei
Famiglia Blenniidae
Genere Hypleurochilus
Specie H.bananensis
Nomenclatura binomiale
Hypleurochilus bananensis
Poll, 1959
Sinonimi

Blennius bananensis

La bavosa cornuta maggiore (Hypleurochilus bananensis) è un pesce di mare appartenente alla Famiglia dei Blenniidae.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Questa specie sembra limitata alle acque tropicali e subtropicali dell'Oceano Atlantico orientale, Mar Mediterraneo compreso. È stata segnalata in Congo, Togo e Camerun e, in Mediterraneo, in Israele, Algeria, Tunisia e sulle coste italiane[2]. Questa bavosa è apparentemente molto rara dappertutto anche se, probabilmente, viene spesso confusa con altre specie meno rare. In Italia, recentemente è stata segnalata solamente nel Tirreno Centrale e nello Ionio Settentrionale[3].

Vive a profondità bassissime su fondali rocciosi.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Questo pesce è facilmente confondibile con altre specie di blennidi anche se ha alcuni caratteri che la rendono identificabile con assoluta certezza:

  • tentacoli nasali con 4-6 filamenti
  • tentacoli sopraorbitari con 10-12 filamenti disposti a ciuffo di cui uno molto più lungo degli altri
  • fossetta dietro agli occhi seguita da una cresta di tubercoli
  • labbro superiore spesso
  • denti caniniformi di grandi dimensioni
  • pinna dorsale con leggera intaccatura centrale.
  • il maschio, durante il periodo riproduttivo, presenta i primi due raggi della pinna anale modificati a formare due grosse ghiandole a forma di clava, di colore scuro.

La livrea è brunastra con 3-5 barre scure verticali che si estendono alla parte inferiore della pinna dorsale, più vistose nella metà superiore del corpo. Le pinne pari sono coperte di macchiette scure a formare strie irregolari, soprattutto sulla pinna caudale.

Non supera i 12 cm[4].

Il dimorfismo sessuale è molto accentuato, soprattutto durante il periodo riproduttivo: i maschi raggiungono dimensioni superiori rispetto alle femmine, hanno il ramo principale dei tentacoli oculari enormemente sviluppato e acquisiscono una livrea dai colori vivaci, soprattutto tendenti al blu (regione cefalica in particolare)[5].

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Ignota. Sta quasi sempre nascosta in anfratti o in conchiglie.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Hypleurochilus bananensis, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ Langeneck, J. (2013): First record of Hypleurochilus bananensis (Poll, 1959) (Perciformes, Blenniidae) in the Ionian Sea. Thalassia Salentina 35: 43-50
  3. ^ Tiralongo, F. & Villani, G. (2014): New record of the rare combtooth blenny Hypleurochilus bananensis (Poll, 1959)(Pisces Blenniidae) for the Mediterranean Sea. Il Naturalista Siciliano 38(1): 85-88
  4. ^ Catalano, E. (1978): Ritrovamento di Hypleurochilus bananensis Poll nel golfo di Palermo. Osservazioni su alcuni stati larvali (Perciformes, Blenniidae). Il Naturalista Siciliano 2 (2): 73-83
  5. ^ Tiralongo F., Tibullo D., Villani G., Mancini E., Baldacconi R., Brundo M. V., Marcelli M. (2016): Hypleurochilus bananensis (Poll, 1959) (Pisces, Blenniidae) in Italian seas: distribution, habitat preference and sexual dimorphism. Acta Adriatica 57(1): 125-134

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Francesco Tiralongo, Blennidi delle acque italiane - Guida alla conoscenza e all'identificazione delle specie, Roma, Ireco, 2015, ISBN 978-88-86253-45-1.
  • Egidio Trainito, Atlante di flora e fauna del Mediterraneo, 2004ª ed., Milano, Il Castello, 2004, ISBN 88-8039-395-2.
  • Patrick Louisy, Guida all'identificazione dei pesci marini d'Europa e del Mediterraneo, a cura di Trainito, Egidio, Milano, Il Castello, 2006, ISBN 88-8039-472-X.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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