Herr, gehe nicht ins Gericht

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«Questa cantata [...] è una delle descrizioni più sublimi dell'anima nell'arte barocca e cristiana.[1]»

Herr, gehe nicht ins Gericht mit deinem Knecht
Autografo del coro di apertura
CompositoreJohann Sebastian Bach
TonalitàSol minore
Tipo di composizioneCantata sacra
Epoca di composizione1725, Lipsia
Prima esecuzione25 luglio 1723, nella Thomaskirche di Lipsia
Pubblicazione1830 (BGA)
AutografoBiblioteca di Stato di Berlino
Durata media25 minuti circa
OrganicoSolisti: contralto, tenore, basso; coro misto

Orchestra: due oboi d'amore, corni, violini, viola, continuo

Movimenti
6

Herr, gehe nicht ins Gericht mit deinem Knecht (Signore, non giudicare il tuo servo), BWV 105, è una cantata sacra di Johann Sebastian Bach. La compose a Lipsia per la nona domenica dopo la Trinità e la eseguì per la prima volta il 25 luglio 1723.

Storia e testo[modifica | modifica wikitesto]

Bach compose la cantata nel 1723 durante il suo primo anno a Lipsia per la nona domenica dopo la Trinità. È probabile che l'anonimo librettista fosse un teologo sempre di Lipsia; il testo inizia con il secondo versetto del Salmo 143: "E non entrare in giudizio con il tuo servo, poiché nessun vivente sarà giustificato davanti a te" (Salmi 143:2). Il salmo è uno dei Bußpsalmen di Martin Lutero, le sue traduzioni tedesche dei sette salmi penitenziali, pubblicati per la prima volta a Wittenberg all'inizio del 1517, sei mesi prima delle novantacinque tesi. Dopo essere stato ristampato, e persino piratato in tutta la Germania, ci fu un'edizione rivista nel 1525.

Le letture prescritte per la domenica erano dalla Prima Lettera ai Corinzi, un avvertimento sui falsi dei e consolazione nella tentazione[2], e dal Vangelo di Luca, la parabola dell'amministratore ingiusto[3]. Il tema della cantata è derivato dal Vangelo: poiché l'uomo non può sopravvivere davanti al giudizio di Dio, dovrebbe rinunciare ai piaceri terreni, "la mammona dell'ingiustizia", per l'amicizia sola di Gesù; poiché con la sua morte la colpa dell'umanità fu assolta, aprendo "le dimore eterne". Quella parte del libretto copre il quarto e il quinto movimento (i secondi recitativi e le arie). Il recitativo del contralto si ispira alle allusioni bibliche nei Salmi 51:11 ("Non respingermi dalla tua presenza") e in Malachia 3:5 ("Mi avvicinerò a te per giudicare; e sarò un pronto testimone contro gli stregoni, e contro gli adulteri"). Il testo dell'aria del soprano è preso in prestito da Romani 2:15 ("accusandosi oppure scusandosi a vicenda"). C'è un riferimento alle epistole di Paolo nel secondo recitativo, Colossesi 2:14 ("Cancellando la scrittura delle ordinanze che era contro di noi" e "inchiodandola alla sua croce"). Il corale di chiusura è l'undicesimo verso dell'inno Jesu, der du meine Seele, scritto da Johann Rist nel 1641.

Bach eseguì per la prima volta la cantata, il 25 luglio 1723, alla Thomaskirche di Lipsia[4].

Organico e struttura[modifica | modifica wikitesto]

La cantata in sei movimenti è composta da quattro solisti vocali (soprano, contralto, tenore e basso), un coro a quattro parti, corno, due oboi, due violini, viola e basso continuo.

  1. Coro: Herr, gehe nicht ins Gericht mit deinem Knecht
  2. Recitativo (contralto): Mein Gott, verwirf mich nicht
  3. Aria (soprano): Wie zittern und wanken der Sünder Gedanken
  4. Recitativo (basso): Wohl aber dem, der seinen Bürgen weiß
  5. Aria (tenore): Kann ich nur Jesum mir zum Freunde machen
  6. Corale: Nun, ich weiß, du wirst mir stillen, mein Gewissen, das mich plagt

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Dürr, Alfred; Jones, Richard D. P. (2006), The Cantatas of J.S. Bach, Oxford University Press, ISBN 0-19-929776-2
  2. ^ (1 Corinzi 10:6–13)
  3. ^ (Luca 16 :1–9)
  4. ^ Herr, gehe nicht ins Gericht mit deinem Knecht, BWV 105 (Bach, Johann Sebastian) - IMSLP, su imslp.org. URL consultato il 1º dicembre 2023.

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