Heide Simonis

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Heide Simonis
Heide Simonis nel 2009

Ministra presidente dello Schleswig-Holstein
Durata mandato19 maggio 1993 –
27 aprile 2005
PredecessoreBjörn Engholm
SuccessorePeter Harry Carstensen

Ministra delle Finanze dello Schleswig-Holstein
Durata mandato5 maggio 1988 –
19 maggio 1993
PredecessoreRoger Asmussen
SuccessoreClaus Möller
CircoscrizioneRendsburg-Eckernförde

Membro del Bundestag
Durata mandato3 ottobre 1976 –
8 giugno 1988

Dati generali
Partito politicoPartito Socialdemocratico
UniversitàUniversità di Kiel e Università Friedrich-Alexander di Erlangen-Norimberga

Heide Simonis, nata Steinhardt (Bonn, 4 luglio 1943Kiel, 12 luglio 2023), è stata una politica tedesca, ministra presidente dello Schleswig-Holstein dal 1993 al 2005, prima donna nella storia della Germania a servire come capo di un governo statale.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Heide Steinhardt nacque a Bonn, nella Renania Settentrionale-Vestfalia, ed era la maggiore di tre sorelle[1]. Studiò economia e sociologia presso l'Università Friedrich-Alexander di Erlangen-Norimberga e all'Università di Kiel[2].

Carriera politica[modifica | modifica wikitesto]

Entrò in politica nel 1969, iscrivendosi al Partito Socialdemocratico. Nel 1976 venne eletta al Bundestag in rappresentanza della circoscrizione di Rendsburg-Eckernförde, divenendo il membro più giovane in parlamento[3].

Nel 1988 venne nominata ministra delle finanze dello Schleswig-Holstein dall'allora ministro presidente Björn Engholm[4]. Nel 1992, attraverso le elezioni statali, divenne membro del Landtag dello Schleswig-Holstein.

Nel maggio 1993 venne eletta ministra presidente dello Schleswig-Holstein dopo le dimissioni di Björn Engholm a seguito di uno scandalo[5]. Divenne la prima donna ad essere capo del governo in Germania e l'unica nel XX secolo[6].

Alle successive elezioni statali svoltesi nel 1996, nonostante una diminuzione di consensi, venne confermata ministra presidente. Nel 2000 vinse nuovamente le elezioni battendo l'avversario politico Volker Rühe del CDU. Nel 2005 non riuscì ad essere rieletta, venendo sconfitta da Peter Harry Carstensen[7].

Anni successivi[modifica | modifica wikitesto]

Negli anni seguenti fu nominata presidente del Comitato tedesco per l'UNICEF, dimettendosi nel 2008 a causa di uno scandalo interno[8].

Vita privata[modifica | modifica wikitesto]

Si sposò nel 1967 con un suo compagno di studi. Nel 2014 le venne diagnosticata la malattia di Parkinson. Morì a Kiel, capitale dello Schleswig-Holstein, il 12 luglio 2023, pochi giorni dopo aver compiuto ottant'anni[9][10].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (DE) SPD-Politikerin Heide Simonis ist tot, su ZDF, 12 luglio 2023. URL consultato il 30 luglio 2023.
  2. ^ (DE) Ehemalige Ministerpräsidentin Schleswig-Holstein: Simonis, Heide, in Bayerischer Rundfunk, 8 luglio 2013. URL consultato il 30 luglio 2023.
  3. ^ (DE) Heide Simonis: Abschied von Deutschlands erster Ministerpräsidentin, su Norddeutscher Rundfunk, 1º febbraio 2023. URL consultato il 30 luglio 2023.
  4. ^ (DE) Schleswig-Holsteins Ex-Ministerpräsidentin Heide Simonis ist tot, su Tagesschau, 12 luglio 2023. URL consultato il 30 luglio 2023.
  5. ^ (DE) Kiel hat eine Ministerpräsidentin, in Die Tageszeitung, 21 maggio 1993. URL consultato il 30 luglio 2023.
  6. ^ (EN) Heide Simonis: Germany’s first female Prime Minister died, su Pledge Times, 13 luglio 2023. URL consultato il 30 luglio 2023.
  7. ^ (DE) Ein Unbekannter stürzt Heide Simonis, su Norddeutscher Rundfunk, 26 aprile 2022. URL consultato il 30 luglio 2023.
  8. ^ (DE) Heide Simonis tritt zurück, su Stern, 2 febbraio 2008. URL consultato il 30 luglio 2023.
  9. ^ (DE) Heide Simonis war eine der herausragendsten Frauen der Nachkriegszeit, in Der Tagesspiegel, 12 luglio 2023. URL consultato il 30 luglio 2023.
  10. ^ (EN) Heide Simonis, former Minister-President of Schleswig-Holstein, has passed away, su UK Snack Attack, 13 luglio 2023. URL consultato il 30 luglio 2023.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN92593941 · ISNI (EN0000 0001 1031 1396 · LCCN (ENn81003660 · GND (DE119135787 · J9U (ENHE987007271023105171 · WorldCat Identities (ENlccn-n81003660