Gregorio de Galgano

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Gregorio de Galgano
cardinale di Santa Romana Chiesa
 
Incarichi ricoperti
 
Natonel XII secolo a Monte Sant'Angelo
Decedutonella prima metà del XIII secolo
 

Gregorio de Galgano, o de Gualgano o de Galganis (Monte Sant'Angelo, XII secolo[6] – prima metà del XIII secolo), è stato un cardinale italiano.

Vissuto tra il XII e XIII secolo, secondo Giovanni Mario Crescimbeni fu creato dapprima cardinale diacono di Santa Maria in Portico Octaviae e in seguito promosso da papa Clemente III a cardinale presbitero di Sant'Anastasia[1]. La notizia che de Galgano fu cardinale diacono di Santa Maria in Portico ci giunge anche da altre due fonti precedenti al Crescimbeni[2][3]. Tuttavia Lorenzo Cardella critica il passaggio al titolo di Sant'Anastasia descritto da Alfonso Ciacconio e dall'erudito Carlo Antonio Erra, che definisce non abbastanza chiaro[5]. Inoltre il Crescimbeni avverte che Gregorio de Galgano è stato confuso dal Ciacconio con il cardinale Gregorio Teodolo, anch'esso titolare di Sant'Anastasia[1].

Per contro nel Dizionario biografico degli italiani, Gisela Drossbach[4] rileva, da una lettera di papa Onorio III del 1219, che Gregorio de Galgano fu prima cardinale diacono di San Teodoro e in seguito cardinale presbitero di Santa Anastasia[4]. Secondo la Drossbach questa sarebbe la prova che Gregorio de Galgano e il cardinale Gregorio de Crescentio – definito dalla stessa Drossbach come il successore di de Galgano alla diaconia di San Teodoro[4] – siano stati due cardinali distinti, al contrario di ciò che si rintraccia in Hierarchia catholica medii aevi di Konrad Eubel e nel Dictionnaire d'Histoire et de Géographie Ecclésiastiques[4].

Stando ancora alla versione della Drossbach, le prime notizie certe circa la sua esistenza risalgono all'8 giugno 1206 e sono relative alla sua sottoscrizione a uditore del tribunale apostolico[4]. Nel 1207 papa Innocenzo III lo nominò legato pontificio nel Regno di Sicilia in seguito alla morte del legato Gerardo Allucingoli, cardinale diacono di Sant'Adriano al Foro; la sua permanenza nel Regno di Sicilia si prolungò fino al 1215[4]. Nel 1209, in qualità di legato, aprì un'indagine sul vescovo di Potenza, sul quale pendevano accuse di simonia, incompetenza e dilapidazione. Nel 1212 il capitolo diocesano dell'arcidiocesi di Palermo nominò Parisio quale nuovo arcivescovo, tuttavia papa Innocenzo III non accettò questa designazione e chiese al capitolo di formularne una nuova. Se il capitolo non avesse provveduto alla nuova nomina, il cardinal de Galgano avrebbe dovuto scegliere il candidato su mandato del papa - ma trovandosi questi indeciso - nel settembre 1213 il papa stesso fu costretto a intervenire, trasferendo all'arcidiocesi di Palermo Berardo de Castacca, fino ad allora arcivescovo di Bari, riservando critiche al comportamento del cardinal de Galgano[4].

In alcune fonti si attesta che fu il tutore di Federico II di Svevia[2][1], tuttavia Gisela Drossbach afferma che questa ipotesi è stata rigettata da ulteriori studi[4]. Riuscì a ottenere la ristrutturazione dell'esterno della Chiesa di Santa Maria Maggiore di Monte Sant'Angelo da Costanza d'Altavilla, madre di Federico II[7].

Si crede possa essere morto in data poco successiva alla sua ultima sottoscrizione al tribunale apostolico, avvenuta il 23 maggio 1224[4].

  1. ^ a b c d Giovanni Mario Crescimbeni.
  2. ^ a b c Enrico Bacco.
  3. ^ a b Pandolfo Collenuccio.
  4. ^ a b c d e f g h i j DBI.
  5. ^ a b Lorenzo Cardella.
  6. ^ Teoderico il Grande e i Goti d'Italia. Atti del XIII Congresso internazionale di studi sull'alto Medioevo, Milano, 2-6 novembre 1992, vol. 2, Spoleto, Centro italiano di studi sull'alto Medioevo, 1993, p. 676.
  7. ^ Giuseppe Piemontese, San Michele e il suo santuario. Via sacra Langobardorum, Foggia, Bastogi, 1997, p. 51. URL consultato il 6 marzo 2017.

Collegamenti esterni

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