Governo diviso

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Nel linguaggio politico, si definisce governo diviso quel tipo di situazione politico-istituzionale, tipica dei sistemi presidenziali (dove è spesso definito con il termine “Anatra zoppa elettorale”) ma non solo, in cui il controllo del ramo esecutivo e del ramo legislativo è diviso, rispettivamente, tra due o più schieramenti politici opposti o, nei sistemi semipresidenziali (in cui si chiama “Coabitazione”), quando il ramo esecutivo stesso è diviso tra schieramenti politici opposti, poiché il primo ministro è pressoché diretta espressione della maggioranza parlamentare, mentre il Presidente può non esserlo[1].

La prima situazione può verificarsi anche nel sistema parlamentare, ma spesso non è rilevante, poiché se l'esecutivo non soddisfa o rispetta le richieste del parlamento, quest’ultimo può costringerlo a dimettersi tramite una mozione di sfiducia. In questo caso, tuttavia, qualora la formazione di un nuovo esecutivo non sia istantanea (a differenza della sfiducia costruttiva) è tecnicamente possibile estendere tale condizione anche a questo sistema politico, nel periodo che intercorre tra le dimissioni dell’esecutivo ed il giuramento del nuovo governo (ad esempio nei governi dimissionari di minoranza).

Funzionamento ed opinioni[modifica | modifica wikitesto]

Secondo il modello della separazione dei poteri, lo Stato è diviso in diversi “rami” (esecutivo, legislativo e giudiziario), i quali hanno poteri e aree di responsabilità separati e indipendenti (nel modello più netto), in modo che i poteri di uno non siano in conflitto con i poteri associati agli altri.

La divisione tipica, dunque, crea un ramo esecutivo che esegue e applica la legge sotto la guida di un Capo di governo, in genere un Presidente, se questi è anche Capo di stato; un ramo legislativo che emana, modifica o abroga le leggi; e un ramo giudiziario che interpreta ed applica la legge.

I governi divisi sono visti da diversi gruppi come un “beneficio” o come un “prodotto indesiderabile di tali separazioni”:

  • I favorevoli a questo sistema credono che le separazioni incoraggino un maggiore controllo di coloro che sono al potere da parte dell'opposizione, oltre a limitare la spesa e l'attuazione di leggi sgradite o controverse, portando spesso al compromesso[2].
  • Gli oppositori, invece, sostengono che i governi divisi diventino, col tempo, letargici e prolissi, portando a molti rallentamenti ed impasse istituzionali, in un momento in cui potrebbe essere necessaria una risposta o azione rapida, nonché ad una “partigianeria estrema” delle norme[3].

Esempi[modifica | modifica wikitesto]

Presidenzialismo: Stati Uniti[modifica | modifica wikitesto]

Partiti al potere nelle due camere del Congresso e alla presidenza degli Stati Uniti, dal 1855 ad oggi.

Sebbene all’inizio del XX secolo, il governo diviso fosse raro negli Stati Uniti, a partire dagli anni ‘70, esso è diventato una pratica sempre più comune, anche a causa della breve distanza tra le votazioni e la crescente polarizzazione politica generata dal bipartitismo[4].

Tale condizione si presenta generalmente durante le cosiddette elezioni di metà mandato (Midterms), ma può anche accadere in altre circostanze, specie se vi sono maggioranze congressuali esigue[5].

Semipresidenzialismo: Francia[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Coabitazione.

Nei sistemi con un forte Capo di stato ed un capo di governo che è responsabile verso il parlamento, come in Francia, il governo diviso è noto come “coabitazione”: in questo caso, il potere esecutivo è diviso tra un Presidente di uno schieramento e un Consiglio dei ministri di un altro.

La coabitazione avviene, generalmente, a causa della diversa natura elettiva dei membri dell'esecutivo: mentre il Presidente è eletto in modo indipendente (spesso per via diretta dall’elettorato), il Primo ministro è eletto “a posteriori” rispetto alle elezioni legislative, e deve dunque essere obbligatoriamente un riflesso di quest’ultime.[6]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Giulia Simeone, PERCHÉ SI PARLA DI “GOVERNO DIVISO”?, su policlic.it, Policlic.
  2. ^ (EN) Would divided government be better?, in Cato Institute (archiviato dall'url originale il 30 giugno 2011).
  3. ^ (EN) Terry Moe, The Politics of Bureaucratic Structure, 1989.
  4. ^ Fiorina, M., IL GOVERNO DIVISO NEGLI STATI UNITI, in Italian Political Science Review / Rivista Italiana Di Scienza Politica, vol. 22, n. 2, 1992, pp. 195-232, DOI:10.1017/S0048840200018542.
  5. ^ Guerino D'Ignazio, Le elezioni di midterm e il governo 'diviso' del Presidente Trump, in "Diritto pubblico comparato ed europeo, Rivista trimestrale" 4/2018, pp. 5-12, DOI:10.17394/92002.
  6. ^ Jean V. Poulard, The French Double Executive and the Experience of Cohabitation, in Political Science Quarterly, vol. 105, n. 2, (Estate, 1990), pp. 243-267.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]