Giuseppe Inzerillo

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Giuseppe Inzerillo (Palermo, 1964 – scomparso a Palermo il 12 giugno 1981[1]), figlio del boss Salvatore Inzerillo e Filippa Spatola, fu una delle vittime della guerra di mafia degli anni ottanta del XX secolo.

La guerra di mafia[modifica | modifica wikitesto]

L'11 maggio 1981 il padre di Giuseppe, Salvatore "Totuccio" Inzerillo a bordo di un'Alfetta, andò a trovare la sua amante in via Brunelleschi a Palermo. Finita la visita, egli non fece neanche in tempo ad aprire l'Alfetta che da un furgone, lì parcheggiato, uscirono Pino Greco, Nino Madonia e Giuseppe Lucchese (che invece sparò con un fucile a pompa) che lo uccisero a colpi di fucili kalashnikov, forniti da Nitto Santapaola. Ad ordinare l'agguato fu Totò Riina[2].

La vendetta[modifica | modifica wikitesto]

Filippa Spatola e i due figli Giuseppe e Giovanni rimasero a vivere a Palermo nella casa del padre, mentre il resto della famiglia Inzerillo scappò a New York[3].

Giuseppe, in un impeto di rabbia, dichiarò davanti a testimoni di voler vendicare il padre,ma qualche tempo dopo, fu rapito dai Corleonesi e portato in un porcile nel quartiere di Santa Maria di Gesù, dove i suini venivano privati del cibo per lunghi periodi. Dopo un processo sommario, Pino Greco fece mutilare il braccio di Giuseppe Inzerillo con un coltello da pescatore, dicendo "Era con questo braccio che volevate uccidere Toto Riina?" e gettò il braccio ai maiali, che lo mangiarono davanti a lui. Mentre moriva dissanguato, Greco e i suoi assistenti lo gettarono nel recinto dove i maiali lo divorano; i pochi resti umani rimasti, furono poi sciolti in un bidone di acido cloridrico[2][4].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Probabilmente deceduto in quanto rese note le dinamiche del suo omicidio, ma impossibile determinare data e luogo con sicurezza in quanto il corpo non è stato mai ritrovato.
  2. ^ a b Enzo Mignosi, Quel “maledetto” 1981 che aprì la saga degli scappati, 2008, p. 10-11.
  3. ^ Salvo Palazzolo, Inzerillo jr, da "scappato" a capomafia, in La Repubblica, dorso Palermo, 8 febbraio 2008, p. 2. URL consultato il 9 dicembre 2009 (archiviato il 25 giugno 2009).
  4. ^ Attilio Bolzoni e Giuseppe D'avanzo, Il capo dei capi, Bur, 6 luglio 2011, ISBN 978-88-586-2035-9. URL consultato il 7 maggio 2020.
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