Giulio Asclepiodoto

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Giulio Asclepiodoto
Console dell'Impero romano
Consolato292
Prefettodel pretorio dal 290 al 296
Giulio Asclepiodoto
Dati militari
Paese servitoImpero romano
Forza armataEsercito romano
GradoDux
ComandantiCostanzo Cloro
GuerreRivolta di Carausio
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Giulio Asclepiodoto (latino: Iulius Asclepiodotus; gallese: Alyssglapitwlws; ... – ...; fl. 290296) è stato un politico, senatore e generale romano[1], che durante la rivolta di Carausio sconfisse il sovrano della Britannia romana Alletto.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Secondo l'Historia Augusta, opera del IV secolo, Asclepiodoto fu uno del duces («generali») degli imperatori Aureliano, Probo e Diocleziano e sotto il Cesare d'Occidente Costanzo Cloro[2].

Dal 290 al 296 fu prefetto del pretorio. Nel 292 tenne il consolato con Afranio Annibaliano. Nel 296 accompagnò il cesare Costanzo Cloro nella campagna vittoriosa contro Alletto, un usurpatore che controllava la Britannia.

Sbarcato in Britannia, forse nei pressi di Southampton o di Chichester, Asclepiodoto sconfisse e uccise in battaglia Alletto, massacrando poi ciò che restava del suo esercito, che s'era rifugiato a Londra[3]

Nella Historia Regum Britanniae[modifica | modifica wikitesto]

Asclepiodoto compare anche nella semileggendaria Historia Regum Britanniae di Goffredo di Monmouth (ca. 1136), in cui è presentato come un duca di Cornovaglia che si oppone all'usurpatore Alletto, che opprimeva la Britannia[4]. Egli sconfigge e uccide Alletto nei pressi di Londra e poi fa massacrare con l'inganno dai suoi alleati venedozi le restanti truppe di Alletto, che si erano rifugiate dentro la città. Le loro teste mozzate furono gettate nel fiume Galobroc[5].

Asclepiodoto fu ufficialmente incoronato re e governò per dieci anni in modo giusto. Tuttavia è in questo periodo che si ebbero le persecuzioni ordinate contro i cristiani dall'imperatore Diocleziano e Goffredo data proprio a questa fase il martirio di sant'Albano. In risposta a queste atrocità, Coel Hen, duca di Colchester, mosse guerra contro Asclepiodoto e lo uccise, prendendo per sé la corona.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Come attestato dal fatto che era vir clarissimus.
  2. ^ Historia Augusta, Probo 22; Aureliano 44 da LacusCurtius
  3. ^ Eutropio, Breviarium ab Urbe condita IX, 22; Aurelio Vittore, Libro dei Cesari XXXIX, 42 (The Latin Library); Panegirico di Costanzo 6-17; Orosio, Historia adversus paganos libri septem VII, 25 Archiviato il 20 agosto 2006 in Internet Archive.; San Beda il Venerabile, Historia ecclesiastica gentis Anglorum I, 6
  4. ^ Goffredo di Monmouth, Historia Regum Britanniae V, 4-6
  5. ^ Nella seconda metà del XIX secolo, Augustus Pitt Rivers trovò una grande quantità di teschi umani (senza altre ossa) nel letto del fiume Walbrook, a Londra (Lewis Thorpe, The History of the Kings of Britain, Penguin, 1966, pag. 19)

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Console romano Successore
Gaio Giunio Tiberiano II,
Cassio Dione
292
con Afranio Annibaliano
Imperatore Cesare Gaio Aurelio Valerio Diocleziano Augusto V,
Imperatore Cesare Marco Aurelio Valerio Massimiano Augusto IV
Predecessore Re leggendario della Britannia Successore
Alletto 296-305 Coel Hen
Controllo di autoritàVIAF (EN172793143 · CERL cnp02046862 · GND (DE1013664337 · WorldCat Identities (ENviaf-172793143